Tag
Canossa, duca Vespasiano Gonzaga, Monastero, Nebbia, Nebbie, Nebbie e zanzare, Sabbioneta, San Benedetto in Polirone, San Benedetto Po, Tedaldo di Canossa, Vespasiano Gonzaga, Zanzare
Nella pianura a sud di Mantova troviamo Sabbioneta e San Benedetto in Polirone, paesi che incarnano il sogno di due grandi uomini come Vespasiano Gonzaga e Tedaldo di Canossa. Vespasiano Gonzaga realizza la sua città ideale nell’arco della sua vita che lo vede morire a sessantanni nel 1591. Tedaldo di Canossa invece fonda il monastero benedettino del Polirone nel 1007 come presidio per controllare il Po, con i monaci a dissodare le terre e bonificare le paludi e a pregare per fornire un salvacondotto alla sua anima e a quella dei suoi discendenti nel cammino verso il regno dei cieli. Oggi chi visita Sabbioneta e San Benedetto non può che rimanerne affascinato. Nella città voluta da Vespasiano Gonzaga si passeggia attorno alle mura bastionate, una vera e propria enciclopedia militare del ‘500 per poi entrare da una delle due porte monumentali e vedere il Palazzo ducale, il Palazzo del Giardino e il Corridor Grande, una minigalleria degli Uffizi piantata in mezzo alla pianura padana. Le vie ad angolo retto e le case tutte ferme al primo piano tranne i palazzi del Principe, scandiscono una struttura urbana simile a quella degli accampamenti romani. A San Benedetto Po invece Tedaldo di Canossa costruisce il monastero benedettino del Polirone che acquisirà sempre più importanza fino a diventare la “Cluny” italiana. E’ la realizzazione in terra di un simulacro di quello che sarà il regno dei cieli, con i chiostri a ricordare ai monaci la struttura del Paradiso terrestre, diviso in quattro parti dai fiumi che vi scorrono e con il pozzo, la fonte della vita, al centro. Da non perdere una passeggiata nei tre chiostri rimasti del monastero, la visita alla chiesa monastica con una struttura rinnovata da Giulio Romano alla metà del ‘500 e le navate e il deambulatorio decorate da una serie di statue di terracotta policroma di Antonio Begarelli, definito da Vasari il Michelangelo della terracotta. Chi arriva a Sabbioneta non vede quasi mai nessuno passeggiare nelle vie, sembra una città metafisica alla De Chirico. Per questo Bernardo Bertolucci ci ha girato la Strategia del Ragno e Popi Nocita l’assalto ai forni dello sceneggiato RAI sui Promessi Sposi. Sabbioneta è una città teatrale e il Teatro all’antica racconta di un duca come Vespasiano, soldato, architetto ma soprattutto uomo di cultura che ha voluto costruire la sua città ideale come quinta scenografica per la storia dei suoi discendenti. Una storia interessante: le mura oggi hanno due brecce. Agli inizi del ‘900 gli abitanti avrebbero voluto demolirle per liberare finalmente Sabbioneta dalle costrizioni volute dal duca. Per fortuna il progetto non si realizzò. A San Benedetto la visita si conclude nel refettorio, imponente edificio che accoglieva i monaci benedettini per il pranzo e la cena e che oltre ad essere sede di espozioni temporanee conserva un affresco attribuito al giovane Correggio, in trasferta nel piccolo borgo dopo essere stato a Mantova a studiare i capolavori di Mantegna. Da Vespasiano che parte da geometrie celesti per costruire la sua città in terra, ai Canossa (e Matilde di Canossa la Gran Contessa si farà seppellire al Polirone) che partono da un edificio terreno per guadagnarsi l’ingresso al Paradiso. Due sogni realizzati tra nebbie e zanzare che raccontano sotto il cielo lombardo storie, personaggi e vicende che ancora oggi affascinano chi abbia voglia di ascoltarle.
Giacomo Cecchin http://www.mantovastoria.it
Pingback: A Sabbioneta: una messa da requiem per Vespasiano Gonzaga | mantovastoria
Pingback: A Sabbioneta, tante comparse e un solo protagonista: Vespasiano Gonzaga | mantovastoria