I will arise and go now, and go to Innisfree: la mia scelta nella Giornata mondiale della poesia 2020

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Non sono così convinto che l’iniziativa delle giornate mondiali sia utile a qualcosa. Però oggi che si festeggia la poesia ho provato a pensare a quale poeta mi sarebbe piaciuto rileggere e mi è venuto in mente un irlandese* che ho recuperato da questo sito Poetry Foundation: The Lake Isle of Innisfree –  WILLIAM BUTLER YEATS

I will arise and go now, and go to Innisfree,
And a small cabin build there, of clay and wattles made;
Nine bean-rows will I have there, a hive for the honey-bee,
And live alone in the bee-loud glade.

And I shall have some peace there, for peace comes dropping slow,
Dropping from the veils of the morning to where the cricket sings;
There midnight’s all a glimmer, and noon a purple glow,
And evening full of the linnet’s wings.

I will arise and go now, for always night and day
I hear lake water lapping with low sounds by the shore;
While I stand on the roadway, or on the pavements grey,
I hear it in the deep heart’s core.**

Anche a me piacerebbe andare a Innisfree, che è un luogo immaginario (ma potrebbe essere anche la riva del lago Superiore a Belfiore), e sentire questi suoni, questa pace.
E visto che non mi faccio mancare nulla oggi riguardo anche Un uomo tranquillo (The Quiet Man di John Ford), un’Irlanda stereotipata e che forse non è mai esistita ma che la magia del cinema ci regala come luogo dove rifugiarci in tempi difficili (poi si torna tutti indietro eh…).

* Questa poesia me l’ha fatta leggere Silvana Ranzoli, la mia professoressa di inglese del Liceo. Per me è stata ed è tuttora un mentore. Molto di quello che scrivo e faccio è anche un modo di restituire tutto quello che mi ha donato e insegnato.

** Eccone una traduzione

L’isola del lago di Innisfree

Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, andare ad Innisfree
E costruire là una capannuccia fatta d’argilla e vimini:
nove filari e fave voglio averci, e un’alveare,
e vivere da solo nella radura dove ronza l’ape.

E un po’ di pace avrò, chè pace viene lenta
Fluendo stilla a stilla dai veli del mattino, dove i grilli cantano;
e mezzanotte è tutta un luccicare, ed il meriggio brilla
come di porpora, e l’ali dei fanelli ricolmano la sera.

Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, perché la notte e il giorno
Odo l’acqua del lago sciabordare presso la riva di un suono lieve;
e mentre mi soffermo per la strada, sui marciapiedi grigi,
nell’intimo del cuore ecco la sento.

(Traduzione tratta dalle poesie di Yeats, Edizione Mondadori, a cura di Roberto Sanesi)

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