“Palazzo Ducale è fatto a scale” sembra una filastrocca ma è proprio così. Ce ne sono decine: scale, scalette, scaloni e se le stanze della reggia dei Gonzaga sono più di 1.000 chi lo sa quanti sono gli scalini. E’ il secondo articolo dedicato alle scale di Palazzo Ducale e soprattutto a quelle che si trovano in Corte Nuova e nel Castello di San Giorgio. Chi volesse sfogliare tutta la rivista in cui è inserito l’articolo può cliccare a questo link: https://www.societapalazzoducalemantova.com/wp-content/uploads/2021/11/La-Reggia-Giugno-2021.pdf
Il Palazzo Ducale è fatto a scale
Le scale di Palazzo Ducale mettono a dura prova i turisti che le salgono baldanzosi all’inizio del percorso e le scendono affaticati per arrivare all’uscita. Se salire gli scalini è un’abitudine considerata salutare dai medici ebbene la Reggia dei Gonzaga è perfetta per un allenamento. In questo articolo procediamo con un inventario sommario delle scale di Palazzo Ducale e dopo aver affrontato quelle di Corte Vecchia ci spostiamo verso Corte Nuova e soprattutto all’interno del Castello di San Giorgio.
La scala che porta dal Corridoio dei Mori verso il Castello
Partiamo dal corridoio dei Mori e scendiamo dalla scala che si apre proprio in corrispondenza della Galleria degli Specchi. Si tratta di una scala tripartita che consente di arrivare nei due corridoi che circondano piazza Santa Barbara e che conducono a sinistra verso il castello e a destra verso l’appartamento delle Metamorfosi.
Questa struttura particolare viene costruita da Paolo Pozzo e la sua forma segnala il punto dove si trova l’arcone che consente di passare dalla piazza della basilica palatina al cortile d’onore, superando il dislivello tramite uno scalone. Noi prendiamo a sinistra e percorriamo il corridoio aereo posto tra piazza Castello e Santa Barbara verso il ponte di San Giorgio: verso la fine troviamo un’altra scaletta sulla destra. Da qui si entra nel passetto che conduce alla tribuna ducale in Santa Barbara, di recente tornato percorribile e che si spera sia presto inserito nel consueto itinerario di visita.
Le scale di Corte Nuova
Proseguiamo verso il castello e scendiamo la scala che ci conduce al livello dell’Appartamento di Troia. Prima di andare verso il castello possiamo spingerci fino alla Galleria dei Mesi da cui partono due scale. Una si trova nell’angolo a sinistra verso le finestre e scende al cortile della Cavallerizza (per alcuni anni da qui si accedeva alla caffeteria del Palazzo e verso ora di pranzo i profumi della cucina salivano al piano nobile).
Al lato opposto invece alcuni gradini consentono di superare il dislivello con la Galleria della Mostra. Un’ulteriore scala la troviamo nell’Appartamento della Rustica e consente di scendere alla Cavallerizza collegando questo cortile al Giardino dei Semplici. Il Palazzo Ducale è pieno di scale, scaloni, scalette e scalini che mettono in collegamento i vari livelli della reggia, costruita nei secoli per aggregazioni successive e cui il duca Guglielmo decise di dare una coerenza complessiva mettendo in comunicazione i vari corpi di fabbrica separati.
Torniamo nella Sala di Manto e scendiamo verso il castello utilizzando lo scalone detto di Enea che, con i suoi gradini larghi e comodi, scavalca il fossato che circonda il fortilizio quattrocentesco. Prima di prendere a destra per il cortile, fermiamoci per osservare questo ingresso trionfale a Corte nuova.
La decorazione in marmo dipinto e finte finestre sottolinea come questo fosse lo scalone da cui salivano alla corte i visitatori illustri che venivano accolti in piazza Castello. È difficile accorgersi del fatto che si tratta di un vero e proprio ponte che supera il fossato: lo si capisce quando si arriva alla finestre che si aprono prima dell’ingresso nella sala di Manto e che offrono una delle viste più incantevoli del ponte di San Giorgio, un vero e proprio “tableau vivant”.
Le scale del Castello di San Giorgio
Torniamo all’inizio della salita e giriamo verso il cortile del castello. Qui troviamo due scale, poste una di fronte all’altra. La più famosa, quella elicoidale, conduce al piano nobile, mentre quella meno nota, anche perché chiusa di regola da un cancello ligneo porta direttamente all’ingresso delle carceri dei Martiri di Belfiore, poste all’ultimo piano del castello.
Saliamo per la scala a chiocciola dove la salita è scandita da cordoni in pietra e la decorazione in finto marmo delle pareti è interrotta da porte, finestre e cavità che contenevano le lanterne che illuminavano la salita durante le ore notturne. È la tipica scala che poteva essere percorsa anche a cavallo e da carretti che consentivano di portare le merci al piano nobile. Tuttavia questa scala è una ricostruzione dei primi del Novecento e quindi nessun cavallo l’ha mai calpestata. Nelle fonti d’epoca si racconta tuttavia che in occasione di una visita importante un personaggio arrivò a cavallo proprio di fronte alla Camera degli Sposi.
Ad un certo punto della salita un cancello in ferro chiude la seconda scala che conduceva i visitatori alle carceri dei Martiri di Belfiore e che era utilizzata dai carcerieri. È sempre un’emozione salire all’ultimo piano della fortezza con il conforto di sapere che si potrà tornare liberi. Arrivati al piano nobile ci sono altre due scale che sono tra le più suggestive e tra le meno notate dai visitatori. Sono quelle che conducono allo studiolo e alla grotta di Isabella d’Este, gli ambienti che la marchesa abitò appena arrivata a Mantova sedicenne come sposa di Francesco II Gonzaga. Li si raggiunge attraversando la Camera degli Sposi e le sale che ospitano parte della Collezione Freddi.
Si trovano nel torrioncino che si nota anche da fuori perché è in corrispondenza della scala che conduceva al ponte levatoio. I due ambienti sono uno sopra l’altro. Per arrivare allo Studiolo si percorre una sorta di rampa senza scalini mentre alla Grotta si giunge scendendo una scaletta.
Chi ha la fortuna di entrare in questo ambiente potrà notare che è rimasto il soffitto ligneo voltato originale, che non poteva essere riutilizzato negli spazi dell’appartamento vedovile di Isabella d’Este in Corte Vecchia. Proseguiamo e, attraversando le sale dove sono stati rimontati i camerini della Paleologa, arriviamo alla scala che ci conduce alla cappella detta del Bertani, un luogo dalla struttura elegante e asimmetrica.
Da qui un’altra scaletta ci conduce alla camera delle A fiammeggianti. Sembra che in questa parte del castello nessuna stanza sia al livello delle altre (un’altra scaletta conduce alle salette dei nodi e delle catenelle). In questa zona della fortezza passa anche la scala del castellano, ovvero quella che con varie rampe conduce all’ingresso delle carceri dei martiri.
Pensate che sul portone di ingresso c’è ancora la scritta che annuncia le prigioni e che doveva mettere ancora più terrore ai prigionieri. Torniamo al piano terra del castello e entriamo nel cortile. Qui segnaliamo le ultime due rampe: quella che conduce alle carceri nei sotterranei della fortezza e quella che porta invece al ponte che collega il castello al vòlto oscuro.
Si chiude qui l’itinerario delle scale del Palazzo Ducale e siamo sicuri di essercene dimenticata qualcuna ma, come diceva qualcuno, il segreto per annoiare sta nel dir tutto e quindi abbiamo pensato di lasciarvene qualcuna da scoprire.

