Ricordo ancora quando su FB vidi un invito a raccontare la quarantena di Massimiliano Boschini. Non ci ho pensato un attimo e gli ho scritto per dire che mi sarebbe piaciuto partecipare.
L’idea era quella di un libro a più mani (sarebbero diventate 32, considerando che si scrive con una mano sola) dove ciascuno riceveva il testimone dall’autore che lo precedeva e lo passava a chi avrebbe scritto il testo successivo.
Era un’idea intelligente perché la scrittura in presa diretta consente di essere più veri nella descrizione delle proprie emozioni e sentimenti e diventa un punto di riferimento per gli altri per capire cosa è stata la quarantena per chi l’ha vissuta. Non c’erano regole per la lunghezza o la tipologia di testi e quindi questo avrebbe potuto creare la sensazione di un libro senza filo conduttore.
Chi invece avesse voglia di leggerlo il libro (lo può trovare presso la casa editrice SOMETTI a questo link) scoprirà che è molto coerente nella sua diversità di voci.
Ho scelto di pubblicare qui il mio testo per lasciarlo nel 2020, con l’auspicio che rimanga passato, non torni presente e soprattutto non si riproponga nel futuro. Continua a leggere