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passaggi segreti, passaggi segreti urbani, Vicolo Canove, vicolo san Carlo, Vicolo Scala, Vicolo Stabili

Ancora scorciatoie direte voi, ebbene sì rispondiamo noi. Più ci si addentra nella città e più si scoprono passaggi a volte poco evidenti ma che offrono viste inaspettate ma soprattutto itinerari che, anche se spesso privi di monumenti artistici, consentono a Mantovani e turisti di riscoprire il piacere di camminare e soprattutto quello di perdersi tra vicoli dove non batte il sole, la riva del Rio o attraversare cortili privati ma senza dover chiedere il permesso.
Ecco gli altri 5: ce ne saranno ancora?
Vicolo San Carlo – da via Roma a Corso Umberto – Per chi passa in via Roma il vicolo sembra uguale a tutti gli altri e invece conduce attraverso un susseguirsi di cortili e androni in corso Umberto. Lo conoscevano bene i frequentatori dell’adesso chiuso Circolo Cittadino. Si sbuca in corso Umberto da quello che sembra l’ingresso di un palazzo o di un cortile in un percorso che sta tra via Grazioli e Via Battisti. Forse il più vicino ai passaggi segreti urbani lionesi (i traboules).
Vicolo Stabili – da Via Pitentino a via Solferino e San Martino – Questa scorciatoia è tra le più caratteristiche di Mantova perché collega due vie estremamente trafficate attraverso un vicolo poco pavimentato e quasi sempre deserto. Inoltre è uno dei punti in cui si arriva alla sponda del Rio e si può osservare il muraglione che chiude il convento di San Francesco, più simile ad un perimetro militare che a un luogo di preghiera. Partendo da Via Pitentino si scende una scala e ci si ritrova in uno spazio irregolare con gli alberi che si sporgono sul rio che scorre tranquillamente. Si prosegue e si sbuca in corrispondenza di un vicolo senza uscita nei pressi del ponte di San Francesco.
Vicolo Canove – da via Trieste a Via Cardone – Sulla destra di via Trieste andando in direzione di Porto Catena, appena passata via Cardone si apre un passaggio che sembra l’ingresso di un palazzo. E’ invece un varco che conduce fino a vicolo Canove dove il sole arriva raramente e le case sembrano sfiorarsi come succede nelle calli veneziane (a rafforzare la suggestione spesso ci sono panni stesi in alto tra un lato e l’altro della via). Questo passaggio ha anche un’altra particolarità: al centro dell’arco, proprio sopra le pietre a vista, è inserito un riquadro con l’immagine della reliquia dei Sacri Vasi, che si trova anche in altre parti della città.
Vicolo Scala – da via XX Settembre a Vicolo sottoriva – E’ uno dei tre vicoli che si aprono sulla sinistra di via XX settembre appena passato il negozio Casabella. Se lo si guarda dall’imboccatura vicolo Scala sembra non avere uscita mentre in realtà basta arrivare fino alla fine per avere la sorpresa. Sulla destra si apre un arco che lo collega a vicolo sottoriva, l’unico lungo rio originale dove una volta si trovavano le bugandere (le lavandaie in dialetto mantovano) ed una casa delle terziarie domenicane ricordata nel nome di vicolo terziario.
Via Leon d’Oro – da via Broletto a Piazza Alberti – chi passeggia sotto i portici che fronteggiano piazza Broletto in direzione piazza Erbe ad un certo punto incrocia un’apertura. Si tratta di via Leon d’oro, dal nome di un albergo dove soggiornò anche Charles Dickens. Se si arriva fino in fondo si sbuca in Piazza Leon Battista Alberti dove si vede l’ingresso laterale della basilica di S.Andrea e i resti del chiostro del monastero benedettino con il pozzo al centro. Vicolo Leon d’oro è uno dei tanti vicoli nascosti sotto i portici mantovani ma presenta una sorpresa. Quasi al centro, sulla sinistra, sporge l’abside della basilica albertiana: un semicerchio che sporge dai muri e segnala la presenza incombente della chiesa nascosta dai portici che fronteggiano piazza Erbe.
Giacomo Cecchin
#Mantova2016
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