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anthonis_van_dyck_005-kyqg-u4318016755249haf-1224x916corriere-web-sezioni-593x443Oggi si festeggia S.Ambrogio vescovo di Milano, ma non voglio ricordare il santo ma un episodio che ce lo descrive intento a leggere senza muovere la bocca. E’ il futuro s.Agostino che ce lo descrive nelle Confessioni.
E’ strano oggi pensare che fosse raro trovare dei lettori silenziosi che leggessero a mente. Le biblioteche probabilmente erano dei luoghi rumorosi con tutti i lettori a bisbigliare e a seguire la riga con il dito per aiutarsi.
Anche a Mantova c’era una chiesa di S.Ambrogio ed era nell’attuale piazza d’Arco e un quadro rappresentante il santo è conservato nella cappella del Santissimo Sacramento nella Cattedrale di Mantova.
Ecco un passaggio dal libro di Alberto Manguel “Una storia della lettura” dove si descrive l’incontro tra Agostino e Ambrogio, il lettore silenzioso.

“Quando leggeva,” dice Agostino, “i suoi occhi esploravano la pagina e il suo cuore coglieva il significato, ma la sua voce taceva e la sua lingua era ferma. Chiunque poteva avvicinarlo liberamente e i visitatori di solito non venivano annunciati, cosicché spesso quando ci recavamo da lui lo trovavamo immerso nella lettura, in silenzio, perché non leggeva mai a voce alta.”
Gli occhi che esplorano la pagina, la lingua immobile: è così che descriverei un lettore di oggi, seduto con un libro in un caffè presso la basilica di Sant’Ambrogio a Milano, mentre legge, magari, le Confessioni di sant’Agostino. Come Ambrogio, il lettore è diventato sordo e cieco al mondo, alla gente che passa, al traffico, agli edifici che lo circondano. E nessuno si meraviglia della sua concentrazione: un lettore assorto è diventato un luogo comune.
Ad Agostino invece quella maniera di leggere sembrava tanto strana da riferircela nelle sue Confessioni. Ciò significa che a quei tempi quel metodo di lettura, la silenziosa perlustrazione di una pagina, era piuttosto fuori dell’ordinario, e che la lettura normale veniva fatta ad alta voce. Benché si possano rintracciare esempi di lettura silenziosa anche in tempi remoti, questo modo di leggere non divenne abituale in Occidente fino al X secolo”.