Oggi 7 dicembre è sant’Ambrogio, il patrono di Milano. E’ tradizionalmente il giorno della prima del Teatro alla Scala, quest’anno dirottata in diretta TV causa emergenza sanitaria.
C’era anche a Mantova una chiesa di Sant’Ambrogio che non c’è più, perché soppressa e demolita da Giuseppe II d’Austria nel 1776*. Era nell’attuale piazza d’Arco e ne ricorda la presenza il vicolo che conduce da vicolo dell’Arco alla piazza, sbucando di fianco al ristorante Il Cigno. La si vede la chiesa nelle antiche mappe delle parrocchie del Catasto Teresiano e chissà se aveva davvero in antico una forma che ricordasse il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Continua a leggere →
Oggi si festeggia S.Ambrogio vescovo di Milano, ma non voglio ricordare il santo ma un episodio che ce lo descrive intento a leggere senza muovere la bocca. E’ il futuro s.Agostino che ce lo descrive nelle Confessioni.
E’ strano oggi pensare che fosse raro trovare dei lettori silenziosi che leggessero a mente. Le biblioteche probabilmente erano dei luoghi rumorosi con tutti i lettori a bisbigliare e a seguire la riga con il dito per aiutarsi.
Anche a Mantova c’era una chiesa di S.Ambrogio ed era nell’attuale piazza d’Arco e un quadro rappresentante il santo è conservato nella cappella del Santissimo Sacramento nella Cattedrale di Mantova.
Ecco un passaggio dal libro di Alberto Manguel “Una storia della lettura” dove si descrive l’incontro tra Agostino e Ambrogio, il lettore silenzioso.
“Quando leggeva,” dice Agostino, “i suoi occhi esploravano la pagina e il suo cuore coglieva il significato, ma la sua voce taceva e la sua lingua era ferma. Chiunque poteva avvicinarlo liberamente e i visitatori di solito non venivano annunciati, cosicché spesso quando ci recavamo da lui lo trovavamo immerso nella lettura, in silenzio, perché non leggeva mai a voce alta.”
Gli occhi che esplorano la pagina, la lingua immobile: è così che descriverei un lettore di oggi, seduto con un libro in un caffè presso la basilica di Sant’Ambrogio a Milano, mentre legge, magari, le Confessioni di sant’Agostino. Come Ambrogio, il lettore è diventato sordo e cieco al mondo, alla gente che passa, al traffico, agli edifici che lo circondano. E nessuno si meraviglia della sua concentrazione: un lettore assorto è diventato un luogo comune.
Ad Agostino invece quella maniera di leggere sembrava tanto strana da riferircela nelle sue Confessioni. Ciò significa che a quei tempi quel metodo di lettura, la silenziosa perlustrazione di una pagina, era piuttosto fuori dell’ordinario, e che la lettura normale veniva fatta ad alta voce. Benché si possano rintracciare esempi di lettura silenziosa anche in tempi remoti, questo modo di leggere non divenne abituale in Occidente fino al X secolo”.