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~ Racconti, personaggi e curiosità su Mantova

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Archivi della categoria: Storia Locale

La morte di Matilde di Canossa – i 10 giorni che cambiarono la storia di Mantova

10 martedì Gen 2023

Posted by mantovastoria in Articoli, Storia Locale

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24 luglio 1115, Abbazia di Orval, Abbazia trappista di Orval, Birra Trappista, Birre trappiste, Canossa, i 10 giorni che cambiarono la storia di Mantova, La birra di Matilde, La Grancontessa, Mantova, Matilde di Canossa, Orval la birra di Matilde, sabato 24 luglio 1115

Perché la morte e non la nascita di Matilde di Canossa? Il primo motivo è che non conosciamo il compleanno della grancontessa ma la data della sua dipartita. Il secondo è che Mantova non è una città che ama i Canossa e Matilde men che meno. E’ la grande rivalità tra vecchio mondo e nuovo mondo, tra campagna e città, tra nobili e nuovi ricchi, i mercanti.

Ecco perché quando muore Matilde Mantova si sente libera e dopo questo evento arriverà il libero comune, le guerre contro l’imperatore e alla fine i Bonacolsi e i Gonzaga.

Matilde bambina a Mantova

Matilde di Canossa nasce a Mantova nel 1046 secondo la maggior parte degli storici. E’ probabilmente lei che vediamo bambina in braccio alla balia nell’affresco che racconta la seconda scoperta della reliquia dei Sacri Vasi (lo troviamo nella cappella di San Longino, la terza grande sulla destra). Matilde cresce a Mantova di fianco al padre Bonifacio che viene ucciso quando lei ha solo 6 anni. Questa morte che avrebbe potuto interrompere il rapporto con la città la porterà a costruire la Rotonda di San Lorenzo, una chiesa circolare che, nelle forme, ricorda il Santo Sepolcro di Gerusalemme e scioglie idealmente il voto del padre che avrebbe voluto recarsi in Terra Santa come pellegrino.

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La scoperta della reliquia del Sangue di Cristo – i 10 giorni che cambiarono la storia di Mantova

03 martedì Gen 2023

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12 marzo 1048, 804, 804 la scoperta della reliquia, Canossa, Carlo Magno, i 10 giorni che cambiarono la storia di Mantova, Leone III, Leone IX, Matilde di Canossa, sabato 12 marzo 1048

E se la reliquia dei Sacri Vasi fosse stata scoperta a Rivalta sul Mincio? E’ una domanda che sembra senza senso eppure sarebbe piaciuta a mons. Brunelli. Don Roberto era convinto che fosse stata proprio la scoperta del Sangue di Cristo a Mantova a cambiare la storia della città. E ne sono convinto anch’io: per questo ho scelto l’804 come data fondamentale per Mantova.

Grazie alla reliquia più importante della cristianità a Mantova arriva un conte carolingio e con l’arrivo di un vescovo viene forse fondata la diocesi. Mantova che fino a quel momento era famosa solo per aver dato i natali a Virgilio diventa così importante che arriva un papa Leone III e porta un frammento della reliquia all’imperatore Carlo Magno.

La tradizione della reliquia: la più antica tra quelle conosciute

La reliquia dei Sacri Vasi viene fatta risalire all’arrivo a Mantova di Longino, il soldato che ferì Cristo crocifisso al costato. Questo legionario fu colpito dal sangue misto ad acqua di Gesù e guarì da una malattia agli occhi. Per questo si convertì e raccolse la terra del Calvario imbevuta del Sangue di Cristo e arrivò a Mantova spinto dalla voglia di predicare il Vangelo. Secondo la tradizione Longino fu martirizzato nella zona della chiesa del Gradaro e fece appena in tempo a nascondere la reliquia. Fino all’804 se ne persero le tracce e quando venne scoperta la notizia fu considerata così importante da essere citata nei documenti dell’impero carolingio.

La reliquia perduta e ritrovata il 12 marzo del 1048

Se volessimo un giorno preciso per continuare il gioco delle date dovremmo però andare al 12 marzo del 1048. In quel sabato infatti a Mantova si riscopre la reliquia che era stata perduta ma non dimenticata. I mantovani infatti ricordavano che la reliquia fosse nella loro città ma non sapevano dove fosse celata. Durante il X secolo si decise infatti di nascondere la reliquia per sottrarla ad un possibile furto da parte degli Ungari, i barbari terribili che imperversavano per l’Europa. La nascosero così bene che si dimenticarono il luogo (un po’ come succede quando si parte per le vacanze e la moglie dice al marito dove ha nascosto gli ori salvo poi scoprire al ritorno che tutte e due hanno dimenticato il nascondiglio).

Di questo secondo ritrovamento (la seconda inventio) si trova un’immagine nella basilica di Sant’Andrea, nella cappella di San Longino. Qui tra i personaggi che assistono alla riscoperta troviamo anche una Matilde di Canossa in braccio alla balia (la futura Grancontessa aveva solo 2 anni).

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Siena e Mantova: personaggi e storie

16 martedì Ago 2022

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Duccio Balestracci, Giacomo Cecchin, Palio, Palio dell'Assunta, Palio della Madonna di Provenzano, Palio di Siena, Siena

Oggi 16 agosto 2022 è giorno di Palio dell’Assunta e forse ho capito perché mi piacciono così tanto la corsa, Siena e i Senesi. Perché ci sono molti elementi che legano Mantova a Siena.
Ne ho già scritto su questo blog e gli articoli li trovate qui:
– Il Palio di Siena: si ama, si odia, si critica ma per me…non si discute
– Il Palio di Siena si corre oggi ma c’era prima Ferrara o Verona e anche Mantova
– I cavalli mantovani correvano al Palio: da Palazzo Te a Siena per il palio della Madonna di Provenzano
– Santa Caterina da Siena e la beata Osanna: tra Siena e Mantova due vite a confronto
– Mantova e Siena: due città, una storia parallela

Ecco di seguito alcuni appunti sulle relazioni più evidenti tra le due città.

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Il compleanno di Virgilio – i 10 giorni che cambiarono la storia

12 venerdì Ago 2022

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15 ottobre 70 A.C., Andes, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, i 10 giorni che cambiarono la storia di Mantova, Il compleanno di Virgilio, Mantua me genuit, Monumento di Piazza Virgiliana, Pietole

“Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc /
Parthenope; cecini pascua, rura, duces“

E’ la frase che si trova scritta sul sepolcro di Publio Virgilio Marone a Napoli ed è quella che certifica che uno dei più grandi poeti della latinità è nato a Mantova. Possiamo tradurlo così “Mantova mi generò, la Calabria (il Salento) mi rapì, e ora mi tiene Napoli; cantai i pascoli, le campagne, i condottieri”

Il compleanno di Virgilio

Conosciamo anche il compleanno di Virgilio anche se si tratta di una data ipotetica: però in passato era una ricorrenza molto sentita a Mantova. Virgilio nasce ad Andes (che molti identificano con l’attuale Pietole) il 15 ottobre del 70 A.C. e muore a Brindisi il 21 settembre del 19 A.C.

Che a Mantova sia nato Virgilio non cambia il destino della città in epoca romana. Anzi la città che era piccola e molto meno importante delle vicine Verona o Cremona viene punita per essere stata dalla parte di Bruto e subisce la centuriazione. Anche i genitori di Virgilio perdono le loro terre nonostante il poeta abbia cercato di evitarlo (ne ho parlato qui).

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La Gloriosa Sventura al Mantova FilmFest 2022 – proiezione Giovedì 18 agosto ore 18.30

09 martedì Ago 2022

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Città di Curtatone, Comune di Curtatone, docufilm, Giacomo Cecchin, Graziano Menegazzo, La Gloriosa Sventura, Mantova Film Festival, Mantova FilmFest 2022, Roberto Baldassari

Un’occasione da non perdere per chi si fosse perso la prima proiezione del docufilm LA GLORIOSA SVENTURA realizzato da Roberto Baldassari, Giacomo Cecchin e Graziano Menegazzo.

L’opera partecipa al prossimo Mantova FilmFest 2022 e sarà proiettato fuori concorso insieme ad altri 5 cortometraggi.

SEI PICCOLI FILM – giovedì 18 agosto ore 18.30 – Cinema Mignon

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In viaggio con Matilde: il 24 luglio 1115 muore a Bondeno di Roncore

24 domenica Lug 2022

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Basilica di San Pietro, Cappella di Santa Maria, Castel Sant'Angelo, Chiesa abbaziale di San Benedetto in Polirone, Giacomo Cecchin, Gian Lorenzo Bernini, La Grancontessa, Matilde di Canossa, Papa Urbano VIII Barberini, San Benedetto in Polirone, Tomba di Matilde, Urbano VIII

Matilde di Canossa ha vissuto una vita sempre in viaggio: nata a Mantova, con un dominio che andava dal Mar Tirreno a Verona, la Grancontessa doveva spostarsi continuamente anche per far vedere che era viva (visto che all’epoca la presenza fisica in un luogo era l’unico modo di dimostrare la propria esistenza).

Quando si sposta Matilde si sposta nel Nord Europa e anche lì continuerà a viaggiare.

La morte di Matilde e la devozione a San Giacomo Maggiore

Matilde morirà a Bondeno di Roncore la vigilia della festa di San Giacomo Maggiore, santo dei pellegrini e dei viaggiatori cui aveva dedicato una cappella posta di fronte al proprio letto. La Grancontessa soffriva infatti di gotta e seguiva la messa senza muoversi dal suo giaciglio.

E’ bello pensare alla scelta di San Giacomo Maggiore da parte di una donna che è stata una delle più grandi viaggiatrici del Medioevo.

Aveva viaggiato così tanto in vita Matilde che il suo corpo continuò a viaggiare per successive traslazioni anche dopo la sua morte.

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Quando il Mincio mormorava – venerdì 15 luglio ore 21.00 a Marengo

07 giovedì Lug 2022

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Comune di Marmirolo, Generale Giuseppe Govone, Giacomo Cecchin, Giuseppe Govone, Marco Scardigli, Marengo, Marengovive, Paola Mor

Torniamo a raccontare la storia del Generale Giuseppe Govone, uno dei generali più valorosi di tutto il Risorgimento italiano. Il titolo della conversazione-spettacolo è

Quando il Mincio mormorava – venerdì 15 luglio 2022 ore 21.00 a Marengo nel giardino della Ghiacciaia

Giacomo Cecchin racconterà l’avventurosa storia risorgimentale del generale Giuseppe Govone che ha combattuto sulle rive del Mincio tra il 1848 e il 1866.
Sarà un racconto a più voci sul Risorgimento italiano: quando il Mincio mormorava, i Savoia balbettavano e i generali discutevano senza combattere. La storia del Generale Giuseppe Govone sullo sfondo di tre guerre di indipendenza, del Risorgimento italiano e della carica dei 600 per non parlar del fatto che alla fine si capirà anche perché il Lugana è meglio del Custoza (almeno per me).

La partecipazione è libera.

L’iniziativa è inserita nell’ambito della manifestazione MARENGOVIVE

Per approfondire su Giuseppe Govone:
– Govone chi? una conversazione con Marco Scardigli su un protagonista del Risorgimento
– Ricordati del generale Govone: un bellissimo libro risorgimentale

I mantovani di Mantova Centro? Quelli che sentono suonare le campane di Sant’Andrea

05 martedì Lug 2022

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Giacomo Cecchin, i Mantovani di Mantova Centro, il campanile di Sant'Andrea, La periferia di Mantova, Le campane di Sant'Andrea, Mantova, Mantova centro, Palazzo Te è fuori città

Nelle città italiane, e Mantova in questo non è un’eccezione, una delle frasi che si sente dire più spesso è “Andiamo a fare un giro in centro”. Ma se nelle città grandi è facile capire chi abita in centro e chi no a Mantova diventa difficile visto e considerate le dimensioni del comune e il numero di abitanti. Dovremmo dire che tutti i mantovani abitano in centro ma in realtà la geografia è un punto di vista e da noi a complicare le cose ci si mette anche l’acqua ovvero i tre laghi (ma sono davvero laghi e sono davvero tre?) e il Rio. Andiamo però con ordine e vediamo chi sono davvero i mantovani, quanti sono e soprattutto come si distinguono i mantovani di Mantova Centro.

Chi sono i mantovani?

Chi sono i mantovani? E’ difficile definirli non solo per noi che ci abitiamo ma soprattutto per chi viene da fuori. Facciamo un sondaggio non scientifico sui turisti che arrivano a Mantova: il 30 per cento dice che i mantovani sono emiliani, il 30 per cento dice che i mantovani sono lombardi, il 30 per cento dice invece che sono veneti. L’ultimo 10 per cento non si sbilancia e in questo è molto mantovano. Questa fetta di terra (se la guardate dall’alto sembra proprio una fetta di Grana Padano, se le guardi da nord, e di Parmigiano Reggiano, se la guardi da sud) si infila tra Veneto ed Emilia e costituisce l’estremo vertice di una Lombardia che gravita sull’asse Brescia-Bergamo-Milano.

Siamo la Terra di Mezzo

Siamo proprio una terra di confine, una Terra di Mezzo che ha preso il meglio e il peggio di tutte le genti confinanti e degli eserciti che l’hanno attraversata e che ha vissuto circa 4 secoli di pace sotto i Gonzaga. Dal 1328 al 1707 i mantovani hanno vissuto separati dal mondo e non se ne sono avuti a male: prima e dopo invece sono stati terra di conquista e di guerra, tanto che il Mincio, insieme all’Adda, è il fiume dove più si è combattuto in Italia. Il Mincio mormorava prima del Piave e non è un caso che le tre guerre di Indipendenza avessero uno schema fisso: si attraversa il Mincio e poi si vede come va. I fiumi, l’acqua, come si diceva prima è un confine e marca differenze.

I Mantovani sono un patchwork, un cocktail

Ma torniamo alla domanda: chi sono davvero i mantovani. Sono un patchwork, sono a macchia di leopardo. Se penso al sottoscritto ad esempio posso dire che sono nato a Mantova (questo dice la carta di identità) ma se solo risalgo ai miei genitori, il papà è nato a Castellucchio (sempre provincia di Mantova ma tra il 1859 e il 1866 per andare in centro serviva il passaporto) e la mamma a Coltaro di Sissa (PR) e se andiamo ai nonni abbiamo un quarto di mantovanità (mia nonna Grazia nata a Viadana – MN), un quarto di Emilia (mio nonno Agide nato a Parma) e 2/4 di Veneto (mio nonno Giacomo nato a Villaverla Vicentina (VC) e mia nonna Rina nata a Illasi (VR)). E’ per questo che posso dire che sono un mantovano perfetto perché nato a Mantova ma con origini nelle tre regioni che fronteggiano questa fettaccia di terra.
E’ per questo che il mitico parlamento del Nord che aveva sede a Villa Riva Berni nel comune di Bagnolo San Vito, ai tempi della Lega ruggente di Umberto Bossi, in zona non ha mai suscitato entusiasmi. L’unica provincia italiana che produce sia il Grana Padano che il Parmigiano Reggiano e che festeggia l’Unità d’Italia sia nel 1861 (sinistra Mincio) che nel 1866 (destra Mincio) ne ha viste troppe per farsi conquistare da una sorta di appello alla purezza delle origini.

I Mantovani sono emiliani di cattivo umore?

E questa mescolanza di tratti ha contribuito a dare ai mantovani un carattere difficilmente inquadrabile. Non siamo emiliani, non siamo veneti e nemmeno lombardi. Potremmo dire di essere emiliani di cattivo umore. O almeno così sembra se recitiamo la filastrocca che dice:
<<Venesiani gran signori,
Padovani gran dottori
Vicentini magna gatti
Veronesi tutti matti
Bergamaschi brusa Cristi
Mantovani tutti tristi.>>

In realtà noi mantovani non siamo tristi ma riservati e abbiamo un’autoironia che molti ci invidiano: almeno quelli di provincia. Sì perché dobbiamo fare una distinzione tra Mantova e Provincia, un po’ come succede con Parigi e la Francia. E dobbiamo fare una distinzione anche nel comune di Mantova tra i mantovani di Mantova Centro e quelli che abitano in periferia.

Ma quanti sono i Mantovani?

Ma quanti sono i mantovani. Quelli di città nel 2011 erano 46.000 circa mentre quelli della provincia erano invece 362000. Dopo la grande crescita del centro città che dai 30.000 abitanti degli inizi del 1900 era arrivata a sfiorare i 70.000 oggi siamo in continua decrescita a favore dei comuni della cintura. Un progetto denominato la Grande Mantova che vorrebbe unire il capoluogo ai comuni limitrofi viene continuamente rilanciato ma mai attuato forse proprio per la differenza-diffidenza che divide i mantovani di città da quelli di provincia. E’ un po’ la storia di noi italiani. Se dobbiamo combattere un nemico comune ci uniamo ed esaltiamo la nostra unicità (basta vedere la guerra santa per non perdere la sede della Camera di Commercio a favore di Cremona e Pavia) mentre all’interno sono botte da orbi. E non può essere altrimenti in una provincia che vede i comuni dell’Oltre Po gravitare sull’Emilia, quelli delle colline moreniche sul Bresciano e quelli del destra Mincio su Verona (e lo si sente anche nel dialetto).

I Mantovani di Mantova Centro e la periferia

E non può essere altrimenti in una Mantova che definisce i mantovani di Mantova Centro come quelli che sentono suonare le campane della basilica di Sant’Andrea. A Mantova per andare in periferia basta attraversare uno dei ponti sul Rio e la zona di Fiera-Catena viene considerata piena periferia (anche se per me è una delle più vivaci della città). Non parliamo poi di quello che i mantovani di Mantova Centro pensano di quello che si può trovare attraversando il ponte di San Giorgio. “Ma davvero esiste qualcosa al di là del ponte? Dite che c’è un posto chiamato Lunetta? Magari qualche volta andremo a vedere ma forse è più vicina la Luna di Lunetta”. Naturalmente sto estremizzando ma non troppo.
Pensate che anche Palazzo Te, che è raggiungibile da piazza Sordello con una agevole passeggiata, per i mantovani di Mantova centro è fuori città forse perché ricordano ancora quando c’erano le mura della città e la villa di Giulio Romano era sull’isola del Tejeto. Non ci credete? Vi aspettiamo a Mantova, Mantova centro però, perché in periferia non si sa mai.

L’estro del lato destro: i naturalisti!

04 sabato Giu 2022

Posted by mantovastoria in Curiosità, Storia Locale

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Conoscete le storie e la gente dell’Oltrepò? Eccovi un’intervista doppia a due “naturalisti”: sono Giulio Benatti ed Erica Frignani.

Le ho intervistate insieme a Graziano Menegazzo per un progetto dal titolo “L’ESTRO DEL LATO DESTRO“, sottotitolo “un PO di storie”, coordinato dall’ottima Valeria Longhi.

Abbiamo girato 5 interviste doppie su incarico del Consorzio Oltrepò e per questo siamo andati a caccia di storie e di persone disposte a mettersi in gioco in un’intervista doppia, leggera e divertente, che vi racconta un luogo, il lato destro del fiume Po, che è tutto da scoprire.
La quinta intervista doppia è intitolata I NATURALISTI e vede protagonisti Giulio Benatti e Erica Frignani.
Non perdetevi le loro risposte!

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La Gloriosa Sventura: il docufilm sulla battaglia di Curtatone e Montanara – venerdì 27 maggio ore 21.30 sagrato del Santuario delle Grazie

22 domenica Mag 2022

Posted by mantovastoria in Conferenze, Storia Locale

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Perché hanno combattuto a Curtatone e Montanara lunedì 29 maggio 1848? Chi erano gli eserciti in campo? Come andò a finire la battaglia? Quanti erano gli studenti universitari toscani che combatterono valorosamente per difendere il ponte sull’Osone?

Venerdì 27 maggio 2022 ore 21.30 – La Gloriosa Sventura

Venite a scoprirlo insieme a noi Venerdì 27 maggio 2022 alle ore 21.30 sul sagrato del Santuario delle Grazie: ci sarà la prima proiezione del docufilm dal titolo “La Gloriosa Sventura” prodotto dal Comune di Curtatone e realizzato da Roberto Baldassari, Giacomo Cecchin e Graziano Menegazzo.

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