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Contrada del Nicchio, Contrada della Lupa, Contrade, Duccio Balestracci, Imperiale Contrada della Giraffa, Laterza, Palio dell'Assunta, Palio della Madonna di Provenzano, Palio di Siena
Tutti hanno delle passioni ma non tutti riescono a capire da dove provengano.
E’ quello che mi succede con la passione per il Palio di Siena: non sono senese, non vado a cavallo, non scommetto eppure due volte all’anno io sono in Piazza del Campo a Siena con i contradaioli. Per me il Palio è così serio che non ho ancora deciso se ho una contrada del cuore anche se sono stato ospite della Imperiale Contrada della Giraffa e ho conosciuto un fotografo appassionato di palio* che mi ha fatto innamorare della Lupa.
Ebbene per chi volesse approfondire il Palio posso suggerire tre cose:
1) Partire presto per Siena e vivere il Palio in piazza. Il silenzio durante l’estrazione dell’ordine di partenza delle contrade è un’esperienza mistica.
2) Guardare il Palio in televisione, ma senza audio durante la parata storica e riaccendendolo solo in occasione dell’estrazione e per la corsa. Qui potete scoprire se vi si accende qualcosa oppure no e magari l’anno prossimo passare al punto 1).
3) Leggere il libro del contradaiolo del Nicchio e storico senese Duccio Balestracci dal titolo “Il palio di Siena. Una festa italiana” edito da Laterza.
Il libro racconta della storia del Palio,delle contrade, del glossario indispensabile per parlare di quella che non è una corsa di cavalli ma una celebrazione dello spirito tutto italiano che ci fa dire “Vincere è bello, ma far perdere il nemico lo è ancora di più”. Ecco il Palio è una lezione in diretta sulla politica italiana fatta di trasformismo e tradimenti, fatta di mors tua, vita mea, di mercenari e di professionisti.
Ci sono due cose che differenziano il Palio dalla politica italiana e lo rendono assolutamente unico:
1) Le regole ci sono e vanno rispettate;
2) La vittoria è chiara e non si discute, così come la sconfitta ma questo non impedisce di tornare in gara per vincere la prossima volta.
Vediamo chi premierà la sorte in questo Palio dell’Assunta del 2019.
— ULTIMA ORA —
Il Palio dell’Assunta è stato vinto dalla Selva con un cavallo scosso che ha bruciato sul traguardo la contrada del Bruco. Qui trovate la cronaca della corsa e un link al video di come si è svolto il Palio (dal sito del Corriere On-line). In fondo l’articolo uscito sul supplemento fiorentino del Corriere della Sera.
Per approfondire:
– la pagina dedicata al libro dal sito di Laterza
– Alcuni interventi di Duccio Balestracci nelle vesti di contradaiolo sul suo libro e sul suo vissuto
– Il Drappellone disegnato da Milo Manara
Su questo blog:
– Il Palio di Siena si corre oggi ma c’era prima Ferrara o Verona e anche Mantova
– I cavalli mantovani correvano al Palio: da Palazzo Te a Siena per il palio della Madonna di Provenzano
– Mantova e Siena: due città, una storia parallela
* il fotografo si chiama Paolo Barni e le sue foto del Palio raccontano più di 1000 parole.
Qui trovate un estratto dall’introduzione al libro di Duccio Balestracci dal titolo “Il Palio: istruzioni per l’uso” e una recensione del libro uscita su La Lettura del Corriere della Sera – domenica 11 agosto 2019.
Dall’introduzione del libro
“Due volte all’anno – il 2 luglio e il 16 agosto – Siena si ferma. Perfino l’indicazione corrente dello scorrere del calendario conosce due locuzioni contrastanti e correlate, “prima del Palio” e “dopo il Palio”. Per questi appuntamenti (ai quali talvolta se ne aggiunge un terzo per motivazioni di straordinarietà e la cui data viene decisa per l’occasione) si mobilita la popolazione della contrada per la quale diviene prioritario ciò che si svolge sull’anello di piazza del Campo ricoperto di tufo. Qui, volta per volta, dieci delle diciassette contrade della città disputano il Palio con cavalli assegnati a sorte, ma con fantini di fiducia della contrada stessa. Il Palio, che si corre al tramonto del 2 e del 16, è preceduto, nei tre giorni antecedenti, da una tratta (assegnazione dei cavalli) e da sei prove che si svolgono al mattino e a fine pomeriggio. La penultima è detta Prova Generale e l’ultima, per disputarsi la mattina del Palio, quando non è opportuno stancare più di tanto il cavallo, viene designata come Provaccia, una denominazione che rispecchia lo scarso impegno richiesto. Il punto di partenza della corsa (la mossa e, di conseguenza, quella di arrivo, segnalato da un bandierino di metallo su un’asta) è collocato in corrispondenza dell’accesso alla piazza denominato Costarella dei Barbieri (Costarella e basta, per i senesi) dove è montato il palco dei giudici. I cavalli, che si dispongono in un ordine tenuto segreto fino all’ultimo momento, partono all’abbassamento del canape (contemporaneamente viene fatto cadere anche il canape posteriore che era servito per farli allineare nell’ordine di chiamata) e si lanciano in tre giri della pista, con una durata complessiva che oscilla fra poco più di un minuto e un po’ meno di un minuto e mezzo. Il percorso, estremamente irregolare, è scandito da due curve a gomito molto difficoltose: quella, in discesa, detta di San Martino (per la vicinanza dell’omonima chiesa) e l’altra, in salita, detta del Casato, per essere in corrispondenza della via che ha questa denominazione. Tutto qui”.