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~ Racconti, personaggi e curiosità su Mantova

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Archivi della categoria: Curiosità

Anniversari 2023: la regola francescana (e il presepe) compiono 800 anni, l’orologio di Bartolomeo Manfredi 550 anni, Internet 50 anni (e anch’io continuo ad invecchiare…)

01 domenica Gen 2023

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità

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anniversari del 2023

E’ una mia consuetudine pubblicare come primo post dell’anno gli anniversari che si ricordano nel 2023. Ecco allora un elenco sintetico e non esaustivo per non perdersi alcuni degli anniversari da festeggiare o ricordare nel 2023 (come sempre ho scelto solo gli anni tondi e ne aggiungerò altri nel corso dell’anno). Io realizzerò progetti sulla Regola francescana, sui 400 anni dalla pubblicazione delle opere di Shakespeare e sulla soppressione dell’ordine dei Gesuiti. E’ un gioco quello degli anniversari che piace tantissimo a noi italiani per questo anche a voi avete qualcosa da aggiungere? Buon divertimento.
(qui trovate gli anniversari del 2022, 2021, 2020, 2019, 2018, 2017, 2016, 2015.

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E’ l’ultimo dell’anno ma di quale anno? Il calendario gregoriano che fece sparire 10 giorni nel 1582 e tanti altri

31 sabato Dic 2022

Posted by mantovastoria in Curiosità

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Anni bisestili, Anno bisestile, calendario giuliano, calendario gregoriano, calendario perpetuo, calendario rivoluzionario francese, Giacomo Cecchin, Gregorio XIII, riforma gregoriana, Sergio Valzania

Ogni volta che arriviamo alla fine dell’anno mi ricordo che i calendari sono delle convenzioni. Per assurdo se uno volesse potrebbe festeggiare il capodanno quasi una volta al mese, in relazione allo stato, alla religione o semplicemente a come hai deciso di contare gli anni.

A Firenze ad esempio, all’epoca di Dante l’anno iniziava il 25 marzo, il giorno dell’Annunciazione. E pensiamo anche che il calendario che applichiamo in Europa è quello gregoriano che risale all’intervento del papa Gregorio XIII nel 1582.

Sergio Valzania: I venti personaggi che hanno fatto l’Italia

Ho ritrovato questa storia in un bel libro di Sergio Valzania dal titolo “I venti personaggi che hanno fatto l’Italia”. E’ davvero un testo interessante perché le scelte non sono scontate e anzi offrono la possibilità di essere discusse come accade per tutte le liste.

Uno di questi personaggi è proprio Ugo Boncompagni che sarà eletto papa il 13 maggio 1572 in un conclave che durerà solo 2 giorni. Gregorio XIII aveva già settant’anni eppure sarà un pontefice molto attivo. Ad esempio pubblicò il Martirologio romano, la riorganizzazione delle festività cattoliche alla base di tutti i calendari liturgici (in buona parte ancora in vigore) e fece costruire l’attuale Palazzo del Quirinale.

Gregorio XIII e la riforma del calendario: il trucco dei 10 giorni scomparsi

La sua riforma più importante però fu quella del calendario che si chiama gregoriano proprio per il suo autore. Questa riforma doveva correggere i problemi del calendario giuliano istituito da Giulio Cesare nel 46 A.C. che aveva inserito gli anni bisestili per recuperare il ritardo tra l’anno di 365 giorni e il calendario solare.

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Il bilancio di Mantovastoria: i post più letti del 2022

28 mercoledì Dic 2022

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità

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5 modi per distinguere un mantovano di Mantova centro, Alla scoperta della Mantova Romana, classifiche, Sant'Antoni dalla barba bianca

Come ogni anno rinnovo la tradizione di pubblicare la classifica dei post più letti del 2022. C’è una conferma e due new entry. Eccoli qui in sequenza:
1. 5 modi per distinguere un mantovano di Mantova Centro dagli altri mantovani
2. Sant’Antoni dalla barba bianca, fame catar quelo che me manca; (nel 2021 al primo posto)
3. Alla scoperta della Mantova Romana con Giacomo Cecchin

Qui potete leggere le classifiche degli anni passati: 2021, 2020, 2019, 2018, 2017 e 2016.

Cinque dilemmi che assillano i mantovani fin dalle origini

26 lunedì Dic 2022

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità, le 5 cose...

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Agnoli o Tortelli, Duomo o basilica di Sant'Andrea, Giacomo Cecchin, Grana Padano o Parmigiano Reggiano, I dilemmi che assillano i mantovani, I mantovani sono emiliani di cattivo umore, Mantovani, mantovani di Mantova centro, Mantovani e Festivaletteratura, Mantovani tutti tristi, Mincio o Po, Palazzo Ducale o Palazzo Te

Ci sono delle scelte difficili da fare e che, prima o poi, arrivano a mettere in difficoltà i mantovani. Sono un po’ come l'”Essere o non essere” di Amleto o per scendere un po’ di livello tipo la domanda degli Squallor: “Vuoi più bene alla mamma o al papà?”. Ecco potremmo definirli dilemmi ovvero quando hai di fronte due alternative e devi scegliere l’una o l’altra senza la via di uscita di dire che per te sono uguali.

Non sono uguali queste ipotesi perché basta fare una prova in diretta, magari in queste serate di festa. Provate a chiedere ad un mantovano se preferisce i tortelli o gli agnolini o qual è la chiesa che gli piace di più tra il duomo e sant’Andrea. Tutti vi daranno una risposta e questo vi farà intuire che tipo di mantovano avete di fronte: uno del centro, un provinciale, uno snob, un eclettico o…e aggiungete voi la categoria mancante. Forse potremmo trasformare le domande in una sorta di gioco di Proust (se non lo conoscete ne parlano qui) o di test per analizzare le scelte dei mantovani.

Ecco allora i cinque dilemmi che assillano un mantovano fin dalle origini e le mie risposte che forse cambieranno in futuro (ma oggi la penso così e lascio a voi in che categoria inserirmi).

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“I figli del Capitano Verne”: sabato 26 novembre alle 18.30 spettacolo+apericena alla Boaria Bassa di Castel D’Ario

03 giovedì Nov 2022

Posted by mantovastoria in Conferenze, Curiosità, Libri

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5 settimane in pallone, Agriturismo Boaria Bassa, Castel D'Ario, Elena Benazzi, Giacomo Cecchin, Giulio Verne, I figli del Capitano Verne, Il giro del mondo in 80 giorni, Jules Verne, Leggi e sogna, Michele Strogoff, Richard Elliot, Ventimila leghe sotto i mari, Viaggio al centro della terra

Se ve lo siete persi è il momento per recuperare, soprattutto quest’anno quando ricorrono i 150 anni della pubblicazione de Il Giro del Mondo in 80 giorni”.

Vi aspettiamo allo spettacolo dove si parla di Giulio Verne e dei suoi personaggi che si mettono in gara per conquistare il primo posto tra i romanzi scritti dal narratore. Lo abbiamo scritto io e Elena Benazzi (da cui è partita l’idea) e l’abbiamo intitolato:
I FIGLI DEL CAPITANO VERNE – Dove si racconta delle imprese dei figli e di un padre che viaggia in poltrona.
Sabato 26 novembre ore 18.30 all’Agriturismo Boaria Bassa di Castel d’Ario in via Don Doride Bertoldi, 18.

Il costo per spettacolo+apericena è di 20 euro. Obbligatoria la prenotazione allo: 0376664479 o 3485227814. 

Autori, regia e interpreti: Elena Benazzi e Giacomo Cecchin

Provate a guardare il trailer e poi ditemi se non vi viene voglia di prenotarvi

Ecco lo spettacolo in sintesi:
Lo scrittore di romanzi d’avventura e padre della moderna fantascienza Jules Verne si ritrova faccia a faccia con alcune delle sue creature letterarie: Samuel Fergusson di “Cinque settimane in pallone”, Otto Lidenbrock de “Viaggio al centro della terra”, Nemo di “Ventimila leghe sotto i mari”, Michele Strogoff e Passepartout de “Il giro del mondo in 80 giorni”, tornate a trovarlo per spingerlo a scegliere tra loro il  “figlio” prediletto. I ricordi dell’autore si intrecciano con le vite dei suoi personaggi, e tra testimonianze d’affetto, improbabili elementi scenografici assemblati al momento e  racconti di episodi avventurosi, si snoda il metaforico viaggio dell’autore ( e dell’eroe) tra aria, fuoco, acqua, terra, e una quinta dimensione, il tempo. E chi sceglierà papà Jules Verne? E’ difficile dirlo perchè basta mettersi nei suoi panni. Se i vostri figli venissero da voi a chiedervi di scegliere il migliore cosa fareste? Ebbene la stessa cosa farà lo scrittore.

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Processo alla sbrisolona: assolta con formula piena. La prima esperienza di Giudice tra Edoardo Raspelli e Stefano Scansani

15 sabato Ott 2022

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità

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Angelo Giovannini, Edoardo Raspelli, Festival della Sbrisolona, Giacomo Cecchin, Isabella Saladino, Processo alla sbrisolona, stefano scansani

Cosa può succedere quando processi la torta mantovana più famosa del mondo? Che ti diverti un sacco. E’ quello che mi è capitato sabato 15 ottobre alle 18.00 quando davanti alla Rotonda di San Lorenzo è andato in scena il processo più pazzo di Mantova.

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Intorno a Festivaletteratura e ai Mantovani

07 mercoledì Set 2022

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità, Libri

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Brigadoon, Chicca Gagliardo, Come sembrare mantovani in 5 semplici mosse durante il Festivaletteratura, festivaletteratura, Giacomo Cecchin, I mantovani e il Festivaletteratura, Magliette blu, mantovani di Mantova centro, Quelli che il Festival, Volontario al Festivaletteratura

Ecco un’altra edizione di Festivaletteratura ed eccomi qui ancora a pensare a quanto sia complesso il rapporto tra Mantova, il Festival e i Mantovani. Come mi diceva mia nonna “Non si può piacere a tutti” ed è così anche per il Festivaletteratura.

Io ci sono legato perché sono un lettore compulsivo e quindi se, durante l’anno, riconosco gli altri “pazienti” in biblioteca, durante il Festivaletteratura sembra abbiano aperto le porte e fatto uscire dalle “farmacie dell’anima” (che è la mia definizione di biblioteche) tutti i malati.

Quest’anno non ho seguito un calendario festivaliero ma fieristico (ero qui) ma ho provato a camminare per Mantova, andarci in bicicletta, fermarmi a parlare con le persone, gli autori e gli altri lettori.

E poi ho deciso di fare un post tipo quelli delle serie televisive americane quando sono a corto di fantasia e tutti raccontano di ricordi utilizzando scene già girate.

Il mio particolare punto di vista sul Festivaletteratura

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In viaggio con Matilde: il 24 luglio 1115 muore a Bondeno di Roncore

24 domenica Lug 2022

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità, Storia Locale

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Basilica di San Pietro, Cappella di Santa Maria, Castel Sant'Angelo, Chiesa abbaziale di San Benedetto in Polirone, Giacomo Cecchin, Gian Lorenzo Bernini, La Grancontessa, Matilde di Canossa, Papa Urbano VIII Barberini, San Benedetto in Polirone, Tomba di Matilde, Urbano VIII

Matilde di Canossa ha vissuto una vita sempre in viaggio: nata a Mantova, con un dominio che andava dal Mar Tirreno a Verona, la Grancontessa doveva spostarsi continuamente anche per far vedere che era viva (visto che all’epoca la presenza fisica in un luogo era l’unico modo di dimostrare la propria esistenza).

Quando si sposta Matilde si sposta nel Nord Europa e anche lì continuerà a viaggiare.

La morte di Matilde e la devozione a San Giacomo Maggiore

Matilde morirà a Bondeno di Roncore la vigilia della festa di San Giacomo Maggiore, santo dei pellegrini e dei viaggiatori cui aveva dedicato una cappella posta di fronte al proprio letto. La Grancontessa soffriva infatti di gotta e seguiva la messa senza muoversi dal suo giaciglio.

E’ bello pensare alla scelta di San Giacomo Maggiore da parte di una donna che è stata una delle più grandi viaggiatrici del Medioevo.

Aveva viaggiato così tanto in vita Matilde che il suo corpo continuò a viaggiare per successive traslazioni anche dopo la sua morte.

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I mantovani di Mantova Centro? Quelli che sentono suonare le campane di Sant’Andrea

05 martedì Lug 2022

Posted by mantovastoria in Articoli, Curiosità, Storia Locale

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Giacomo Cecchin, i Mantovani di Mantova Centro, il campanile di Sant'Andrea, La periferia di Mantova, Le campane di Sant'Andrea, Mantova, Mantova centro, Palazzo Te è fuori città

Nelle città italiane, e Mantova in questo non è un’eccezione, una delle frasi che si sente dire più spesso è “Andiamo a fare un giro in centro”. Ma se nelle città grandi è facile capire chi abita in centro e chi no a Mantova diventa difficile visto e considerate le dimensioni del comune e il numero di abitanti. Dovremmo dire che tutti i mantovani abitano in centro ma in realtà la geografia è un punto di vista e da noi a complicare le cose ci si mette anche l’acqua ovvero i tre laghi (ma sono davvero laghi e sono davvero tre?) e il Rio. Andiamo però con ordine e vediamo chi sono davvero i mantovani, quanti sono e soprattutto come si distinguono i mantovani di Mantova Centro.

Chi sono i mantovani?

Chi sono i mantovani? E’ difficile definirli non solo per noi che ci abitiamo ma soprattutto per chi viene da fuori. Facciamo un sondaggio non scientifico sui turisti che arrivano a Mantova: il 30 per cento dice che i mantovani sono emiliani, il 30 per cento dice che i mantovani sono lombardi, il 30 per cento dice invece che sono veneti. L’ultimo 10 per cento non si sbilancia e in questo è molto mantovano. Questa fetta di terra (se la guardate dall’alto sembra proprio una fetta di Grana Padano, se le guardi da nord, e di Parmigiano Reggiano, se la guardi da sud) si infila tra Veneto ed Emilia e costituisce l’estremo vertice di una Lombardia che gravita sull’asse Brescia-Bergamo-Milano.

Siamo la Terra di Mezzo

Siamo proprio una terra di confine, una Terra di Mezzo che ha preso il meglio e il peggio di tutte le genti confinanti e degli eserciti che l’hanno attraversata e che ha vissuto circa 4 secoli di pace sotto i Gonzaga. Dal 1328 al 1707 i mantovani hanno vissuto separati dal mondo e non se ne sono avuti a male: prima e dopo invece sono stati terra di conquista e di guerra, tanto che il Mincio, insieme all’Adda, è il fiume dove più si è combattuto in Italia. Il Mincio mormorava prima del Piave e non è un caso che le tre guerre di Indipendenza avessero uno schema fisso: si attraversa il Mincio e poi si vede come va. I fiumi, l’acqua, come si diceva prima è un confine e marca differenze.

I Mantovani sono un patchwork, un cocktail

Ma torniamo alla domanda: chi sono davvero i mantovani. Sono un patchwork, sono a macchia di leopardo. Se penso al sottoscritto ad esempio posso dire che sono nato a Mantova (questo dice la carta di identità) ma se solo risalgo ai miei genitori, il papà è nato a Castellucchio (sempre provincia di Mantova ma tra il 1859 e il 1866 per andare in centro serviva il passaporto) e la mamma a Coltaro di Sissa (PR) e se andiamo ai nonni abbiamo un quarto di mantovanità (mia nonna Grazia nata a Viadana – MN), un quarto di Emilia (mio nonno Agide nato a Parma) e 2/4 di Veneto (mio nonno Giacomo nato a Villaverla Vicentina (VC) e mia nonna Rina nata a Illasi (VR)). E’ per questo che posso dire che sono un mantovano perfetto perché nato a Mantova ma con origini nelle tre regioni che fronteggiano questa fettaccia di terra.
E’ per questo che il mitico parlamento del Nord che aveva sede a Villa Riva Berni nel comune di Bagnolo San Vito, ai tempi della Lega ruggente di Umberto Bossi, in zona non ha mai suscitato entusiasmi. L’unica provincia italiana che produce sia il Grana Padano che il Parmigiano Reggiano e che festeggia l’Unità d’Italia sia nel 1861 (sinistra Mincio) che nel 1866 (destra Mincio) ne ha viste troppe per farsi conquistare da una sorta di appello alla purezza delle origini.

I Mantovani sono emiliani di cattivo umore?

E questa mescolanza di tratti ha contribuito a dare ai mantovani un carattere difficilmente inquadrabile. Non siamo emiliani, non siamo veneti e nemmeno lombardi. Potremmo dire di essere emiliani di cattivo umore. O almeno così sembra se recitiamo la filastrocca che dice:
<<Venesiani gran signori,
Padovani gran dottori
Vicentini magna gatti
Veronesi tutti matti
Bergamaschi brusa Cristi
Mantovani tutti tristi.>>

In realtà noi mantovani non siamo tristi ma riservati e abbiamo un’autoironia che molti ci invidiano: almeno quelli di provincia. Sì perché dobbiamo fare una distinzione tra Mantova e Provincia, un po’ come succede con Parigi e la Francia. E dobbiamo fare una distinzione anche nel comune di Mantova tra i mantovani di Mantova Centro e quelli che abitano in periferia.

Ma quanti sono i Mantovani?

Ma quanti sono i mantovani. Quelli di città nel 2011 erano 46.000 circa mentre quelli della provincia erano invece 362000. Dopo la grande crescita del centro città che dai 30.000 abitanti degli inizi del 1900 era arrivata a sfiorare i 70.000 oggi siamo in continua decrescita a favore dei comuni della cintura. Un progetto denominato la Grande Mantova che vorrebbe unire il capoluogo ai comuni limitrofi viene continuamente rilanciato ma mai attuato forse proprio per la differenza-diffidenza che divide i mantovani di città da quelli di provincia. E’ un po’ la storia di noi italiani. Se dobbiamo combattere un nemico comune ci uniamo ed esaltiamo la nostra unicità (basta vedere la guerra santa per non perdere la sede della Camera di Commercio a favore di Cremona e Pavia) mentre all’interno sono botte da orbi. E non può essere altrimenti in una provincia che vede i comuni dell’Oltre Po gravitare sull’Emilia, quelli delle colline moreniche sul Bresciano e quelli del destra Mincio su Verona (e lo si sente anche nel dialetto).

I Mantovani di Mantova Centro e la periferia

E non può essere altrimenti in una Mantova che definisce i mantovani di Mantova Centro come quelli che sentono suonare le campane della basilica di Sant’Andrea. A Mantova per andare in periferia basta attraversare uno dei ponti sul Rio e la zona di Fiera-Catena viene considerata piena periferia (anche se per me è una delle più vivaci della città). Non parliamo poi di quello che i mantovani di Mantova Centro pensano di quello che si può trovare attraversando il ponte di San Giorgio. “Ma davvero esiste qualcosa al di là del ponte? Dite che c’è un posto chiamato Lunetta? Magari qualche volta andremo a vedere ma forse è più vicina la Luna di Lunetta”. Naturalmente sto estremizzando ma non troppo.
Pensate che anche Palazzo Te, che è raggiungibile da piazza Sordello con una agevole passeggiata, per i mantovani di Mantova centro è fuori città forse perché ricordano ancora quando c’erano le mura della città e la villa di Giulio Romano era sull’isola del Tejeto. Non ci credete? Vi aspettiamo a Mantova, Mantova centro però, perché in periferia non si sa mai.

L’estro del lato destro: i naturalisti!

04 sabato Giu 2022

Posted by mantovastoria in Curiosità, Storia Locale

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Conoscete le storie e la gente dell’Oltrepò? Eccovi un’intervista doppia a due “naturalisti”: sono Giulio Benatti ed Erica Frignani.

Le ho intervistate insieme a Graziano Menegazzo per un progetto dal titolo “L’ESTRO DEL LATO DESTRO“, sottotitolo “un PO di storie”, coordinato dall’ottima Valeria Longhi.

Abbiamo girato 5 interviste doppie su incarico del Consorzio Oltrepò e per questo siamo andati a caccia di storie e di persone disposte a mettersi in gioco in un’intervista doppia, leggera e divertente, che vi racconta un luogo, il lato destro del fiume Po, che è tutto da scoprire.
La quinta intervista doppia è intitolata I NATURALISTI e vede protagonisti Giulio Benatti e Erica Frignani.
Non perdetevi le loro risposte!

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