Torniamo a raccontare la storia di Matilde di Canossa e dei viaggi nel Medioevo. Il Gruppo cultura Pietro Morelli vi invita a una conversazione con Giacomo Cecchin dal titolo
In viaggio con Matilde di Canossa – domenica 7 maggio 2023 ore 17.00 a Rivalta sul Mincio (Sala Ascari di Corte Mincio)
Ingresso libero e gratuito – per info e prenotazioni: Simona tel. 328 5783684 – e-mail giovannistorti67@gmail.com
Giacomo Cecchin racconterà di Matilde di Canossa e della sua vita avventurosa e in viaggio, del Medioevo e di reliquie, di battaglie, di armi speciali e di una birra che viene dal nord. Un pomeriggio alla scoperta di vita, morte e (forse) miracoli di una delle donne più fantasmagoriche di tutte.
Perché la morte e non la nascita di Matilde di Canossa? Il primo motivo è che non conosciamo il compleanno della grancontessa ma la data della sua dipartita. Il secondo è che Mantova non è una città che ama i Canossa e Matilde men che meno. E’ la grande rivalità tra vecchio mondo e nuovo mondo, tra campagna e città, tra nobili e nuovi ricchi, i mercanti.
Ecco perché quando muore Matilde Mantova si sente libera e dopo questo evento arriverà il libero comune, le guerre contro l’imperatore e alla fine i Bonacolsi e i Gonzaga.
Matilde bambina a Mantova
Matilde di Canossa nasce a Mantova nel 1046 secondo la maggior parte degli storici. E’ probabilmente lei che vediamo bambina in braccio alla balia nell’affresco che racconta la seconda scoperta della reliquia dei Sacri Vasi (lo troviamo nella cappella di San Longino, la terza grande sulla destra). Matilde cresce a Mantova di fianco al padre Bonifacio che viene ucciso quando lei ha solo 6 anni. Questa morte che avrebbe potuto interrompere il rapporto con la città la porterà a costruire la Rotonda di San Lorenzo, una chiesa circolare che, nelle forme, ricorda il Santo Sepolcro di Gerusalemme e scioglie idealmente il voto del padre che avrebbe voluto recarsi in Terra Santa come pellegrino.
E se la reliquia dei Sacri Vasi fosse stata scoperta a Rivalta sul Mincio? E’ una domanda che sembra senza senso eppure sarebbe piaciuta a mons. Brunelli. Don Roberto era convinto che fosse stata proprio la scoperta del Sangue di Cristo a Mantova a cambiare la storia della città. E ne sono convinto anch’io: per questo ho scelto l’804 come data fondamentale per Mantova.
Grazie alla reliquia più importante della cristianità a Mantova arriva un conte carolingio e con l’arrivo di un vescovo viene forse fondata la diocesi. Mantova che fino a quel momento era famosa solo per aver dato i natali a Virgilio diventa così importante che arriva un papa Leone III e porta un frammento della reliquia all’imperatore Carlo Magno.
La tradizione della reliquia: la più antica tra quelle conosciute
La reliquia dei Sacri Vasi viene fatta risalire all’arrivo a Mantova di Longino, il soldato che ferì Cristo crocifisso al costato. Questo legionario fu colpito dal sangue misto ad acqua di Gesù e guarì da una malattia agli occhi. Per questo si convertì e raccolse la terra del Calvario imbevuta del Sangue di Cristo e arrivò a Mantova spinto dalla voglia di predicare il Vangelo. Secondo la tradizione Longino fu martirizzato nella zona della chiesa del Gradaro e fece appena in tempo a nascondere la reliquia. Fino all’804 se ne persero le tracce e quando venne scoperta la notizia fu considerata così importante da essere citata nei documenti dell’impero carolingio.
La reliquia perduta e ritrovata il 12 marzo del 1048
Se volessimo un giorno preciso per continuare il gioco delle date dovremmo però andare al 12 marzo del 1048. In quel sabato infatti a Mantova si riscopre la reliquia che era stata perduta ma non dimenticata. I mantovani infatti ricordavano che la reliquia fosse nella loro città ma non sapevano dove fosse celata. Durante il X secolo si decise infatti di nascondere la reliquia per sottrarla ad un possibile furto da parte degli Ungari, i barbari terribili che imperversavano per l’Europa. La nascosero così bene che si dimenticarono il luogo (un po’ come succede quando si parte per le vacanze e la moglie dice al marito dove ha nascosto gli ori salvo poi scoprire al ritorno che tutte e due hanno dimenticato il nascondiglio).
Di questo secondo ritrovamento (la seconda inventio) si trova un’immagine nella basilica di Sant’Andrea, nella cappella di San Longino. Qui tra i personaggi che assistono alla riscoperta troviamo anche una Matilde di Canossa in braccio alla balia (la futura Grancontessa aveva solo 2 anni).
Come scrivevano le donne nel Medioevo e nel Rinascimento? E soprattutto chi scriveva. a chi e su quali temi? Una bellissima mostra organizzata all’Archivio di Stato di Mantova dal direttore Luisa Onesta Tamassia presenta uno spaccato della scrittura al femminile: dagli atti siglati da Matilde di Canossa alle mogli dei Gonzaga che scrivono ai mariti lontani, dalle figlie di Barbara di Brandeburgo che fanno i compiti per compiacere la madre alla stessa marchesa che scrive al figli Federico in occasione della morte della nuora. Senza dimenticare la corrispondenza tra Isabella d’Este e Lucrezia Borgia, le due cognate all’opposto non solo per carattere ma anche per calligrafia.
Un argomento nuovo e poco frequentato quello della scrittura al femminile: ecco perché abbiamo deciso di raccontarvi questa mostra.
Mantova Segreta vi fa scoprire lettere, storie e calligrafie delle donne con documenti presi dall’Archivio di Stato di Mantova in compagnia del direttore Luisa Onesta Tamassia.
Mantova Segreta alla scoperta della scrittura al femminile
L’idea per questa puntata nasce proprio con l’obiettivo di raccontare i documenti dell’Archivio di Stato che offrono sempre spunti interessanti e a volte autentiche sorprese.
Una conversazione-racconto su Matilde di Canossa, sui suoi viaggi e sulle sue battaglie e poi un percorso di visita a San Benedetto in Polirone, il monastero che fu dimora temporanea per la Gran Contessa dopo la morte.
E’ una iniziativa che si inserisce nel progetto MARENGO VIVE promosso da Anna Zorzella e Catia Manfredini. Per info e prenotazioni: Catia 3491364992
MARENGO, DOVE TUTTO EBBE INIZIO: MATILDE DI CANOSSA Domenica 13 novembre ore 16.00 – Ingresso libero Sala Civica di Marengo – via Bacchelli, 12
E’ una conversazione-racconto su Matilde di Canossa partendo dal matrimonio dei suoi genitori a Marengo, dalla nascita a Mantova e dalla sua vita in viaggio con il piccolo racconto della birra trappista che porta sull’etichetta un chiaro riferimento alla Gran Contessa.
ORA ET LABORA, COME SI VIVEVA IN UN MONASTERO BENEDETTINO Domenica 27 novembre ore 15.00 – visita a pagamento Monastero del Polirone – San Benedetto PO
Una visita al monastero del Polirone che con una storia millenaria è la Cluny italiana e ha visto passare papi, imperatori e anche Martin Lutero. Un modo di rivivere la giornata del monaco benedettino e la vita di un’abbazia medioevale per scoprire che alcune delle regole potrebbero funzionare ancora oggi e rendere migliore la nostra vita.
Matilde di Canossa ha vissuto una vita sempre in viaggio: nata a Mantova, con un dominio che andava dal Mar Tirreno a Verona, la Grancontessa doveva spostarsi continuamente anche per far vedere che era viva (visto che all’epoca la presenza fisica in un luogo era l’unico modo di dimostrare la propria esistenza).
Quando si sposta Matilde si sposta nel Nord Europa e anche lì continuerà a viaggiare.
La morte di Matilde e la devozione a San Giacomo Maggiore
Matilde morirà a Bondeno di Roncore la vigilia della festa di San Giacomo Maggiore, santo dei pellegrini e dei viaggiatori cui aveva dedicato una cappella posta di fronte al proprio letto. La Grancontessa soffriva infatti di gotta e seguiva la messa senza muoversi dal suo giaciglio.
E’ bello pensare alla scelta di San Giacomo Maggiore da parte di una donna che è stata una delle più grandi viaggiatrici del Medioevo.
Aveva viaggiato così tanto in vita Matilde che il suo corpo continuò a viaggiare per successive traslazioni anche dopo la sua morte.
Lo sapevate che Matilde di Canossa è nata a Mantova? E che i mantovani odiavano i Canossa tanto che preferirono l’imperatore alla Gran Contessa?
Nella cinquina numero 17 del libro Mantova, 5 cose che so di lei proponiamo un percorso a tappe sulle tracce di Matilde di Canossa: dall’affresco che probabilmente la ritrae a due anni in sant’Andrea mentre assiste alla scoperta della reliquia dei Sacri Vasi, alla Rotonda di San Lorenzo fino all’abbazia del Polirone.
Una curiosità che vi regaliamo è che la Gran Contessa ha viaggiato così tanto in vita che il suo corpo lo fece anche dopo la sepoltura. Infatti prima di arrivare nella Basilica di San Pietro a Roma Matilde fu sepolta al Polirone nella cappella di Santa Maria prima e davanti alla sagrestia poi, quindi fu traslata a Castel Sant’Angelo fino a quando non fu pronto il monumento funebre creato per lei da Bernini.
Mantova ha poche tracce del periodo canossiano ma Matilde è uno dei personaggi più interessanti da seguire tra la città e la provincia.
La Rotonda di San Lorenzo è la chiesa più amata dai Mantovani e la più frequentata dai turisti. E’ una chiesa (non un battistero) con una storia millenaria che offre tantissimi spunti per raccontare le vicende e i personaggi che hanno calcato le vie e le piazze di Mantova: da Matilde di Canossa a suo padre, dal duca Guglielmo a Charles Dickens per finire con Padre Celestino Battaglia che pochi conoscono ma che è fondamentale per capire come oggi possiamo ancora godere della Rotonda. Io vi propongo le mie 5 date fondamentali nella storia della Rotonda di San Lorenzo come le trovate sulla pagina Mantovagando dell’ultimo numero della rivista MCG (qui potete sfogliare tutto il numero). Continua a leggere →
A volte le grandi storie si trovano anche sugli scaffali del supermercato: basta avere la lista giusta e sapere dove cercare (in questo caso io l’ho trovata al Teatro delle Birre di Mantova, un pub da frequentare).
E’ il caso di una birra trappista legata a Matilde di Canossa.
Stiamo parlando dell’Orval che ha un’etichetta molto particolare: all’interno di una losanga si vede un pesce con un anello in bocca. Ebbene quell’anello è la fede nuziale di Matilde di Canossa.
Ma cosa c’entra Matilde con una birra?
Dove si trova Orval?
E perché il pesce ha un anello in bocca?
Proviamo a rispondere a queste domande raccontandovi una storia del nord dal titolo “Una birra per Matilde di Canossa” in questo frammento di Mantova Segreta.
Quanti mantovani sono entrati almeno una volta nell’Archivio di Stato di Mantova? Ebbene è uno dei luoghi più incredibili da visitare in città perché conserva la memoria storica di Mantova negli ambienti dell’antico Collegio dei Gesuiti. E’ qui che si possono scoprire storie tra le più interessanti, intrighi tra i più segreti e anche capire come, e non stiamo scherzando, un reclamo di un cliente nei confronti di un artigiano apra squarci inediti su Palazzo Te, il marchese Federico II e l’archistar Giulio Romano.
Giacomo Cecchin porta Mantova Segreta all’interno dell’Archivio di Stato di Mantova in compagnia del direttore Luisa Onesta Tamassia. Si parte dalla Cripta… Qui potete vedere l’intera puntata mentre a questo link potete invece guardare tutte le puntate già andate in onda.
Di seguito trovate invece l’incipit della puntata e l’elenco di quelle già pubblicate su questo sito. Continua a leggere →