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12 marzo 1048, 804, 804 la scoperta della reliquia, Canossa, Carlo Magno, i 10 giorni che cambiarono la storia di Mantova, Leone III, Leone IX, Matilde di Canossa, sabato 12 marzo 1048

E se la reliquia dei Sacri Vasi fosse stata scoperta a Rivalta sul Mincio? E’ una domanda che sembra senza senso eppure sarebbe piaciuta a mons. Brunelli. Don Roberto era convinto che fosse stata proprio la scoperta del Sangue di Cristo a Mantova a cambiare la storia della città. E ne sono convinto anch’io: per questo ho scelto l’804 come data fondamentale per Mantova.
Grazie alla reliquia più importante della cristianità a Mantova arriva un conte carolingio e con l’arrivo di un vescovo viene forse fondata la diocesi. Mantova che fino a quel momento era famosa solo per aver dato i natali a Virgilio diventa così importante che arriva un papa Leone III e porta un frammento della reliquia all’imperatore Carlo Magno.
La tradizione della reliquia: la più antica tra quelle conosciute
La reliquia dei Sacri Vasi viene fatta risalire all’arrivo a Mantova di Longino, il soldato che ferì Cristo crocifisso al costato. Questo legionario fu colpito dal sangue misto ad acqua di Gesù e guarì da una malattia agli occhi. Per questo si convertì e raccolse la terra del Calvario imbevuta del Sangue di Cristo e arrivò a Mantova spinto dalla voglia di predicare il Vangelo. Secondo la tradizione Longino fu martirizzato nella zona della chiesa del Gradaro e fece appena in tempo a nascondere la reliquia. Fino all’804 se ne persero le tracce e quando venne scoperta la notizia fu considerata così importante da essere citata nei documenti dell’impero carolingio.
La reliquia perduta e ritrovata il 12 marzo del 1048
Se volessimo un giorno preciso per continuare il gioco delle date dovremmo però andare al 12 marzo del 1048. In quel sabato infatti a Mantova si riscopre la reliquia che era stata perduta ma non dimenticata. I mantovani infatti ricordavano che la reliquia fosse nella loro città ma non sapevano dove fosse celata. Durante il X secolo si decise infatti di nascondere la reliquia per sottrarla ad un possibile furto da parte degli Ungari, i barbari terribili che imperversavano per l’Europa. La nascosero così bene che si dimenticarono il luogo (un po’ come succede quando si parte per le vacanze e la moglie dice al marito dove ha nascosto gli ori salvo poi scoprire al ritorno che tutte e due hanno dimenticato il nascondiglio).
Di questo secondo ritrovamento (la seconda inventio) si trova un’immagine nella basilica di Sant’Andrea, nella cappella di San Longino. Qui tra i personaggi che assistono alla riscoperta troviamo anche una Matilde di Canossa in braccio alla balia (la futura Grancontessa aveva solo 2 anni).
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