Torna la rubrica MANTOVAGANDO su MCG – Mantova Chiama Garda e parla di dilemmi mantovani cui rispondere d’istinto.
Ecco i testi utilizzati per la pagina e di seguito l’immagine completa. Per chi volesse sfogliare MCG on line lo può fare al link seguente MCG Maggio 2023
5 dilemmi mantovani a cui rispondere d’istinto
Ci sono delle scelte difficili da fare e che prima o poi arrivano a mettere in difficoltà i mantovani. Potremmo definirli dilemmi ovvero quando hai di fronte due alternative e devi scegliere l’una o l’altra senza la scappatoia di poter dire che per te sono uguali. Provate a fare una prova in diretta, magari durante una cena: chiedete ad un mantovano se preferisce i tortelli o gli agnolini o quale preferisce tra il duomo e sant’Andrea. La risposta vi dirà che tipo di mantovano avete di fronte: uno del centro, un provinciale, uno snob… Eccovi i cinque dilemmi e le mie risposte di oggi (ma non si sa mai in futuro…)
Torna la rubrica MANTOVAGANDO su MCG – Mantova Chiama Garda e parla di luoghi cavallereschi in occasione della bella mostra su Pisanello allestita presso il Palazzo Ducale di Mantova.
Ecco i testi utilizzati per la pagina e di seguito l’immagine completa. Per chi volesse sfogliare MCG on line lo può fare al link seguente MCG Dicembre-Gennaio 2022
5 luoghi cavallereschi a Mantova e dintorni
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, questo l’incipit dell’Orlando Furioso che Ludovico Ariosto leggeva in anteprima a Isabella d’Este qui a Mantova. Solo per questo la città potrebbe essere definita cavalleresca ma in realtà c’è molto di più a caratterizzarla in tal senso. Basti pensare ai cavalieri della tavola rotonda che cercano il Graal (e il Graal è a Mantova dicono i Gonzaga) dipinti negli affreschi di Pisanello, ai cavalieri dell’Ordine del Redentore che hanno i Sacri Vasi nel medaglione o alle armature del Museo Diocesano e agli ex voto del Santuario di Santa Maria delle Grazie.
Un’altra doppia pagina uscita sull’ultimo numero di MCG Mantova Chiama Garda, dedicata ai 5 laghi di Mantova.
Ma come cinque? diranno quelli che non hanno mai letto il blog.
Mentre i 23 lettori che lo seguono risponderanno che con la geografia si può giocare e allora se un fiume come il Mincio può trasformarsi in tre laghi noi possiamo contare anche i bacini che non ci sono più e un lago che è tale solo per i suoi abitanti.
La doppia pagina è un formato grafico bellissimo che esalta le foto di Giovanna Caleffi. E’ la quarta uscita monografica sulla rivista bimestrale che viene distribuita in edicola insieme a La Voce di Mantova e che racconta vita e società delle tre province di Mantova, Brescia e Verona. Qui potete sfogliare il numero intero mentre di seguito trovate i link agli altri tre articoli monografici oppure il testo completo pubblicato in questo numero.
Buona lettura!
3. Le stranezze di Palazzo Ducale – leggete l’articolo 2. Insolito Palazzo Te – leggete l’articolo 1. Il cielo in una stanza: la Camera degli Sposi – leggete l’articolo
Un’altra doppia pagina uscita sull’ultimo numero di MCG Mantova Chiama Garda, dedicata alle stranezze di Palazzo Ducale.
Questo formato grafico è bellissimo perché consente anche di inserire foto a tutta larghezza senza ridurre i contenuti.
E’ la terza uscita monografica sulla rivista bimestrale che viene distribuita in edicola insieme a La Voce di Mantova e che racconta vita e società delle tre province di Mantova, Brescia e Verona. Qui potete sfogliare il numero intero mentre di seguito trovate gli altri due articoli monografici e il testo integrale di questo sulle stranezze di Palazzo Ducale.
Buona lettura! 2. Insolito Palazzo Te – leggete l’articolo 1. Il cielo in una stanza – leggete l’articolo
Qualcuno ha chiamato Palazzo Te anche il “Palazzo dei lucidi inganni” perché è un’architettura bizzarra uscita dal genio di Giulio Romano.
Sono tante le curiosità che colpiscono i turisti e i mantovani che ne varcano i cancelli: dal nome che è unico al mondo al bugnato onnipresente, dai cavalli dipinti sulle pareti al giardino segreto e alle peschiere, che sono la memoria dell’acqua che circondava la villa.
Ho provato a descrivere le particolarità di Palazzo Te in questo articolo uscito sull’ultimo numero di MCG (qui potete sfogliare tutta la rivista) ma il suggerimento, dopo averlo letto, è andare a verificare di persona. Continua a leggere →
La rubrica Mantovagando su Mantova Chiama Garda propone in un’altra veste gli articoli già pubblicati su questo blog sotto la Rubrica de “Le 5 cose da sapere su Mantova e sui Mantovani”. La novità è che in questo caso i testi sono corredati da foto e questo rende gli articoli più facili ed efficaci per i lettori. Mantovagando è stata anche una trasmissione radiofonica andata in onda su Radio Base (qui potete ascoltare i podcast). Di seguito potete leggere tutte le pagine uscite sul Magazine che trovate in versione integrale sul sito www.mantovachiamagarda.it.
Cosa ne dite di un safari incruento a Palazzo Te a caccia di animali gonzagheschi? E’ il tema della pagina Mantovagando sull’ultimo numero della rivista MCG (qui potete sfogliare tutto il numero). Qui trovate le uscite precedenti:
Mentre qui di seguito trovate immagini e testi.
Gli affreschi di Palazzo Te sono pieni di animali che escono dalle pareti, occhieggiano dai soffitti o giocano a nascondino sui camini. Ce ne sono di tutti i tipi e, se dimentichiamo per un attimo i famosi cavalli dei Gonzaga, è possibile organizzare una sorta di caccia incruenta per individuarli. In particolare se ci limitassimo agli animali che affollano gli stemmi e le imprese dei Gonzaga ce ne sono almeno 5 da osservare:
cani, tortore, ramarri, leoni e aquile. E li troviamo proprio nella Camera delle Imprese dove la fanno da padroni ma poi alcuni di loro si ribellano e si disperdono per tutto il Palazzo. Continua a leggere →
Torna MCG e torna la mia rubrica Mantovagando che stavolta vi racconta le torri che si possono vedere nel profilo di Mantova. Qui potete sfogliare l’intera rivista mentre di seguito trovate il testo completo e le immagini della pagina.
“Mantova era una Manhattan padana, circondata dall’acqua e piena di torri a dimostrazione della potenza delle famiglie dominanti. La vista del profilo della città doveva essere simile al tracciato di un elettrocardiogramma. Oggi molte torri non esistono più e quelle rimaste sono, in alcuni casi, più basse di prima a causa di crolli, fulmini o semplicemente per decisioni politiche. Ma soprattutto, in attesa della riapertura della torre della Gabbia, manca un belvedere, una torre che come quella degli Asinelli per Bologna consenta di staccarsi dalla pianura e di godersi dall’alto la vista del centro storico più bello del mondo. Continua a leggere →
Sono tra quelli che, prima di partire, non legge guide turistiche sui luoghi dove andrà. Di solito preferisco che a farlo siano gli altri componenti del gruppo mentre io mi dedico ai romanzi o altri testi letterari. Questo consente di vedere le cose senza averle già viste (con un’attenzione molto più forte ai dettagli e anche mantenendo la sorpresa) ma con lo spirito giusto ovvero quello del luogo che si respira nelle storie lì ambientate. Per Mantova questa indicazione è ancora più valida perché altrimenti si resta imprigionati dal dualismo Palazzo ducale e Palazzo Te e si rischia di perdere di vista i particolari più interessanti. Ecco allora 5 libri da leggere (o parti di essi) prima di venire a Mantova tra storie del mondo piccolo, matrimoni e segreti di stato.
Delitto di Stato (1972) di Maria Bellonci – è uno dei tre racconti contenuti in Tu vipera gentile (gli altri sono Soccorso a Dorotea e quello che fornisce il titolo al volume). Racconta una storia mantovana ambientata nel ‘600 in una Mantova che sta raggiungendo il vertice della sua storia prima della fragorosa caduta del Sacco del 1630. Una vicenda che mette insieme rigorosa ricerca storica e invenzione sfruttando il corpo mummificato di Passerino Bonacolsi come motore del tutto. Si tratta di una scelta dovuta anche al fatto che Delitto di Stato fu un famoso sceneggiato televisivo interamente girato a Mantova. Un libro per capire la famiglia Gonzaga, i suoi vizi e le sue virtù.
Mondo Piccolo (1948) di Giovannino Guareschi – so che direte subito che i racconti del primo libro di Don Camillo e del sindaco Peppone non sono ambientati a Mantova ma sull’altra sponda del Po. Eppure è come se lo fossero perché la Bassa non è tanto un luogo definito ma una categoria dello spirito e Guareschi restituisce tutto il sapore e l’atmosfera dei posti che stanno vicino al grande fiume, il Po, che come dice Giovannino “inizia a Piacenza e fa benissimo!. Partite dai tre racconti Noi del Boscaccio e poi immergetevi nel mondo della pianura: è il modo migliore per avvicinarsi all’umore di Mantova e dei mantovani.
Un matrimonio mantovano (1972) di Giovanni Nuvoletti – non so quanti di voi abbiano letto questo delizioso piccolo libro del conte Nuvoletti ma glielo consiglio vivamente. Una storia d’amore in una società agricola ancora lontana dai grandi cambiamenti che la sconvolgeranno. Una specie di “I Promessi Sposi” mantovano, come ha scritto qualcuno, ma scritta in modo leggero e preciso e che, visto il successo, avrà un seguito dal titolo Adulterio mantovano. Un libro che parla di piccole cose come se fossero grandi e tratta temi importanti in modo lieve.
Quel che vide il Màt Cùssi (1992) di Fausto Coen – è un piccolo romanzo su grandi temi come la cultura ebraica e la Shoah. E’ un modo per entrare nel mondo degli ebrei mantovani, una comunità tra le più importanti in Italia (non dimentichiamo che a Mantova esiste una delle biblioteche in lingua ebraica più significative del mondo fuori da Israele) e che come tutte le altre ha subito i colpi dello sterminio durante la Seconda Guerra mondiale. Una storia ambientata nelle zone del ghetto mantovano e al cimitero ebraico in una Mantova che non ha avuto un Giardino dei Finzi-Contini e un Giorgio Bassani a raccontare questo particolare aspetto culturale.
Canto XX Divina Commedia (XIV secolo) di Dante Alighieri – è la migliore descrizione di Mantova e del suo territorio che si possa trovare. Provate a seguire il Mincio che esce dal Garda come l’acqua che tracima da una vasca da bagno e scende prima correndo (anche se parlare di corsa per il fiume mantovano è un po’ azzardato) poi rallentando fino a buttarsi nel Po. Una vista a volo d’uccello e una sintesi della storia di Mantova assolutamente da non perdere: la dimostrazione, anche in assenza di documenti, che Dante sia passato da Mantova e che l’abbia amata profondamente.