E’ uno dei musei più suggestivi di Mantova eppure è anche uno dei meno conosciuti. Per questo ho deciso di organizzare due percorsi alla scoperta dei segreti di Palazzo D’Arco. Attraverseremo le stanze arredate di una dimora nobiliare che sembra bloccata tra le poesie di Guido Gozzano e i romanzi di Jane Austen. E visiteremo la Sala dello Zodiaco, un capolavoro rinascimentale pieno di storie, segreti e meraviglie.
Sabato 21 gennaio ore 14.45 Domenica 22 gennaio ore 10.30
Una nuova e bellissima mostra di Giancarlo Businelli presso la Galleria Arianna Sartori in via Cappello 17 a Mantova. Domani domenica 18 dicembre alle 16.00 io farò una breve introduzione insieme all’artista.
Cosa ne dite? Vi aspettiamo! Giacomo Cecchin
Rassegna stampa
– Servizio TG Telemantova – sabato 18 dicembre 2022
– La Voce di Mantova – venerdì 9 dicembre 2022
– La Voce di Mantova – domenica 18 dicembre
– La Gazzetta di Mantova – domenica 18 dicembre 2022
Per approfondire – il sito ufficiale di Giancarlo Businelli www.businelli.it
E’ da cinque anni (questo è il sesto) che partecipo con entusiasmo alla realizzazione di Fumana, un contenitore che parla di storie, pianura, personaggi e fumana appunto (la nebbia per i mantovani).
L’elemento che mi diverte di più è che la formula cambia ogni anno e non è mai uguale a sé stessa.
Nell’edizione 2022 è stato deciso di far riferimento ai CAMBIAMENTI, climatici, di stato, di prospettiva, di vista.
Questo è il mio evento in programma
DOMENICA 20 novembre 2022 – ore 8.00 Dalle sponde dei laghi alla Cascina La Goliarda Passeggiando tra terra ed acqua accompagnati da suoni e parole
Qui trovate anche il piccolo articolo scritto per l’edizione speciale de IL NOTTURNO.
Che cos’è questa Fumana? E’ il ciel con la sottana
La nebbia è femmina, ti accoglie e sconvolge. Ti vien voglia di attraversarla, di abbracciarla, di mangiarla come lo zucchero filato al luna park. La nebbia ti fa tornare bambino e per farlo tiri sempre fuori la frase rompighiaccio: “Non ci sono più le nebbie di una volta”. Chi lo sa dove sono finite le nebbie di una volta. Forse qualcuno ha finalmente spianato il passo del Turchino e ha aperto la finestra sulla pianura Padana, creando la corrente che si è portata via la nebbia. O forse, come i fantasmi, la nebbia è sempre dietro di te e quindi non la vedi. Oppure qualcuno ha creato un grande aspiranebbia senza pensare che dopo aver tolto il vapore, la polvere rimasta non la puoi mettere sotto il tappeto e ci servirebbe anche un grande aspirapolvere. Eppure la nebbia ancora c’è. Si alza quando meno te lo aspetti, si abbassa quando stai tornando a casa. Se volessimo farla sparire del tutto dovremmo ignorarla come capita al fantasma del racconto di Oscar Wilde: se non ci credi non la vedi. Però ci sono due modi di affrontare la nebbia: ci si può entrare o puoi osservarla dall’alto. Nel primo caso è un atto di coraggio. Cosa mi aspetta li dentro? Riuscirò a venirne fuori? E se fosse un’anticamera dell’inferno? La nebbia fa perdere la testa. È come avere la testa tra le nuvole senza staccare i piedi da terra. Ti senti un gigante. Il secondo modo è salire su un tetto, una torre o un campanile e guardarla dall’alto. Ti senti piccolo come quando da bambino aprivi un pacco di Natale e facevi fatica a trovare il regalo perché era nascosto tra i fili di paglia argentata. La città sotto di te scompare e ti sembra di volare con le nuvole sotto ai tuoi piedi. E invece ti accorgi che potresti avere nuvole sopra e nebbia sotto e tu saresti l’insalata o il salame nel panino. Poi torni a guardare verso il basso e dall’alto osservi i camini e i tetti che diventano trampolini per le piazze trasformate in piscine. Vedi le vie come fiumi burrosi o come rami di un albero di zucchero filato pieni di piccoli frutti luminosi. Oppure capovolgi il punto di vista e sotto i tuoi piedi hai la via lattea con le stelle che sembrano lampioni o i lampioni che sembrano stelle. E’ come un latteo firmamento con le luci dei fanali delle auto che girano e si incrociano come satelliti in orbita. La nebbia è femmina, ti accoglie e capovolge. E’ come per il vero amore: all’inizio è lo sguardo a farti innamorare ma poi l’involucro scompare e quel che rimane è un’anima e un cuore da amare. La vista non serve, serve sentire. E allora cos’è questa fumana? E’ il ciel con la sottana.
Era tempo che volevo presentare il mio libro in Piazza Canossa a pochi metri dalla casa editrice SOMETTI che lo ha pubblicato. Allora ho pensato non solo di raccontare “Mantova, 5 cose che so di lei” ma anche di farvi vedere la piazza attraverso una cinquina dedicata a questo piccolo gioiello. Eccovi il programma.
Piazza Canossa in un giro di clessidra – ore 15.00 e ore 16.30
Come si può organizzare una visita guida alla piazza più piccola e più elegante di Mantova? Basta sapere dove e cosa guardare tra angoli cinematografici, una facciata parlante, un passaggio segreto e tante altre curiosità. Un percorso da fare tutto d’un fiato in un’ora con sorpresa finale. (durata 1 ora)
Presentazione del libro in piazza Canossa – ore 18.00
Cosa si può raccontare ancora di un libro uscito il 25 luglio del 2021, più di un anno fa? Noi, io e Nicola Sometti, siamo convinti che si possa ancora parlarne e soprattutto rispondere a domande, dubbi o curiosità sulla città più insolita del mondo: Mantova. Per prenotazioni e iscrizioni tel. 0376322430 e-mail info@sometti.it
Nel frattempo eccovi tutte le tappe della tournée che si sono tenute fino a questo momento.
Quando mi ricapita di entrare nella storia della Millenaria… Questa settimana racconterò storie di cucina e territorio durante pranzi e cene organizzati come se fossero racconti.
Ci sarà la pasta, il formaggio, la carne, il pesce e naturalmente il vino. Tutti prodotti che fanno parte della storia di un territorio di confine come la Provincia di Mantova. In cucina (e non solo) la diversità è ricchezza.
Per chi volesse partecipare questo è il sito della Millenaria https://www.fieramillenaria.it/millenaria-2022 . Qui invece un mio articolo sui Tortelli di Zucca pubblicato sullo Speciale Millenaria de La Voce di Mantova.
Io sono un mantovano di provincia e quando da piccolo venivo a Mantova in autobus mi sembrava di entrare in un altro mondo. E’ vero che la città è piccola però quando arrivi a Mantova capisci che c’è una categoria di mantovani diversa da tutti gli altri e riconoscibile senza alcun dubbio: parlo dei Mantovani di Mantova Centro.
Gli altri italiani potrebbero sorridere di questa cosa ma basta fare degli esperimenti sul campo per capire che è proprio così. Non parliamo poi degli americani che sorridono indulgenti ogni qualvolta incontrano un italiano che gli chiede di portarli in centro. In Italia però il centro città è un must anche se Mantova si svuota e spesso viene malinconia a vedere quanto si è perso in termini di negozi, cinema, bar e ristoranti.
Ecco 5 modi per distinguere un Mantovano di Mantova Centro dagli altri mantovani per chi vuole provare a riconoscerli.
E’ da quattro anni (questo il quinto) che partecipo con entusiasmo alla realizzazione di Fumana, un contenitore che parla di storie, pianura, personaggi e fumana appunto (la nebbia per i mantovani).
L’elemento che mi diverte di più è che la formula cambia ogni anno e non è mai uguale a sé stessa.
Nell’edizione 2021 è stato deciso di far riferimento allo SCORRERE LENTO. Ecco cosa trovate scritto nel sito di FUMANA: “L’idea è raccontarlo con un evento collettivo, dalle forte connotazioni personali. Come? Dimenticando i luoghi comuni, sostituendoli con gli oggetti in comune”.
Questo è il mio evento in programma
Caminàda par infumanaras – domenica 5 dicembre ore 10.00
Piazza Pallone- questo cortile di Palazzo Ducale nelle notti nebbiose acquisisce un’ulteriore aura spettrale. Gli alberi con i rami che creano giochi di luce tra i lampioni e i busti che appaiono come sentinelle nel buio.
Ma a rendere unica l’esperienza è la tradizione che vuole che lo spettro di Agnese Visconti e del suo amante, giustiziati in questa piazza, tornino ogni tanto sul luogo del delitto.
Palazzo Te – Quando c’è la nebbia si rinnova la sensazione di un luogo magico con il palazzo, un tempo circondato dalle acque, che appare come per magia e a volte scompare quasi per il volere di un dio capriccioso.
Piazza Alberti – quando c’è la nebbia non perdetevi l’esperienza di entrare in piazza Alberti dal passaggio segreto che la unisce alla facciata di Sant’Andrea. Da quel lato le colonne ancora in piedi del chiostro del monastero benedettino demolito dai Gonzaga danno l’idea di poter fare un viaggio nel tempo.
Piazza Virgiliana- con la nebbia piazza Virgiliana sembra uno di quei giardini del nord Europa (Parigi? Bruxelles? Londra?) dove non vedresti male i tre moschettieri o Cyrano, qualche duello o Sherlock Holmes e John Watson alla ricerca di un indizio.
Lungo Rio- in quale altra città al mondo capita di vedere un campanile che si è perso una chiesa? A Mantova sul Lungorio. La torre di San Domenico la potremmo definire «un campanile distratto» e ricorda la presenza di uno dei conventi più grandi della città, demolito per esigenze di traffico all’inizio del novecento.
E’ da tre anni (questo il quarto) che partecipo con entusiasmo alla realizzazione di Fumana, un contenitore che parla di storie, pianura, personaggi e fumana appunto (la nebbia per i mantovani).
L’elemento che mi diverte di più è che la formula cambia ogni anno e non è mai uguale a sé stessa.
Nell’edizione 2020 è stato deciso di far riferimento al tempo presente, ponendo l’accento su uno degli aspetti più evidenti del periodo: l’isolamento.
Ecco cosa trovate scritto nel sito di FUMANA: “L’idea è raccontarlo con un evento collettivo, dalle forte connotazioni personali. Come? Dimenticando i luoghi comuni, sostituendoli con gli oggetti in comune”. Continua a leggere →
Nel 2019 prima della mostra su Giulio Romano ero stato coinvolto in un video da Graziano Menegazzo su incarico della società E-valuations (www.e-valuations.org).
Oggi quel video è stato pubblicato e lo voglio condividere con voi.
E’ una mia passeggiata in giro per Mantova alla scoperta delle tracce lasciate da Giulio Romano (non tutte ovviamente) lette secondo una logica imprenditoriale: la creatività, il saper vendere con un biglietto da visita tridimensionale, il sapersi occupare di un progetto globale come il rinnovamento della città, il saper essere scenografo e “cineasta”. Continua a leggere →
Cosa si fa in questi tempi di isolamento forzato? Non so voi ma io sto tornando al piacere della conversazione e questo mi ha portato a pensare a questa idea che vi propongo.
Ho pensato che se una conversazione è interessante e stimolante per le persone che vi partecipano può diventarlo anche per gli altri.
Ecco allora “10 minuti con…”, un nuovo format che parte con un dialogo con Guido Silvestri (in arte SILVER) il papà di Lupo Alberto, di Enrico la Talpa e di tutti gli altri personaggi della Fattoria Mckenzie. Continua a leggere →