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Un’immagine del profilo di Mantova realizzata da Giovanna Caleffi. Ebbene sì! E’ forse l’immagine più scontata della città eppure è ancora quella che emoziona di più i mantovani e i turisti che arrivano dal ponte di San Giorgio.
Anche perché si tratta di un profilo pressoché immutato almeno da metà settecento, quando fu costruita la cupola della Basilica di S.Andrea.
L’acqua immobile, su cui la canoa scivola leggera, rispecchia la skyline di Mantova creando un’immagine che ricorda quella di un’onda sonora, del ritmo di un elettrocardiogramma che trova i suoi picchi nelle torri e nei campanili.
Proprio dall’acqua e dalle torri nasce la definizione di “Manhattan padana” ad opera di Philippe Daverio. Mantova era un’isola su circondata dal Mincio che allargandosi forma i laghi, e coronata di torri (veri e propri grattacieli) che dimostravano la ricchezza delle famiglie cittadine ed erano un segnale di sfida e di potenza.
Dal ponte di San Giorgio (sulla destra) si arriva al profilo del castello (liberato dalla presenza della Palazzina della Paleologa) e al campanile di Santa Barbara (simbolo del superamento del terremoto del 2012 con la sua rinnovata lanterna) che copre in parte il massiccio campanile del Duomo. Si prosegue poi con il cupolone di Sant’Andrea, la torre della gabbia, quella degli Zuccaro e quella dei Gambulini.
Sedersi sul pontile del campo canoa di Sparafucile regala una sensazione unica al mondo e consente di leggere la storia di Mantova nel suo profilo, esperienza che in Italia regala solo Venezia (oppure Lucca, anche se le mura in questo caso uniformano il tutto).

Le immagini di questo articolo sono di:
1. Foto di Giovanna Caleffi
2. Olio su tela di Giancarlo Businelli
3. Particolare di un quadro di Francesco Borgani

Il testo è di Giacomo Cecchin