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Hausmusik, OCM, Orchestra da Camera di Mantova, Palazzo Boldrini, Palazzo Cantoni Marca, Trame sonore
Una belissima iniziativa il festival Trame Sonore che porta a Mantova il meglio della musica da camera. Quest’anno ho avuto la fortuna di partecipare al concerto che si è tenuto al piano nobile di Palazzo Cantoni Marca (prima Palazzo Boldrini) nell’ambito del programma Hausmusik.
Una splendida esperienza grazie all’ospitalità dei padroni di casa Paolo Fedeli e Lavinia Nardelli e alla bellezza degli ambienti.
Eccovi il programma del concerto e di seguito una breve nota storica sul Palazzo.
HAUSMUSIK: SALOTTI
Palazzo Cantoni Marca – Giovedì 31 maggio – ore 18.45
Ian Talich violino
Alfredo Zamarra viola
Miriam Prandi violoncello
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L. v. Beethoven (1770-1827) Trio in do minore op. 9 n. 3
Palazzo Cantoni Marca (già Boldrini) – via Giovanni Chiassi, 42 – XV° secolo
E’ una delle poche facciate di palazzi mantovani rimaste con la pietra a vista e questo ne denota chiaramente l’origine ancora medievale insieme ai merli ciechi che coronano l’edificio. Oggi è più conosciuto come Palazzo Cantoni, famiglia che lo ha abitato per almeno due secoli, ma le sue origini sono da far risalire ai Boldrini che lo hanno costruito alla fine del quattrocento su una delle vie più importanti della città della terza cerchia, oltre il Rio e nei pressi della chiesa di San Barnaba.
E’ interessante il racconto che nel 1467 il cronista mantovano Andrea Schivenoglia riporta sulle origini della ricchezza della famiglia Boldrini ad opera del capostipite, un messo ministeriale di Sermide chiamato Giovanni: “el ghe achapitò ali mane uno che fuzìa de Lonbardia con uno stivalo pien de duchati. Questo Zohan amazò questo homo, poi vene a star a Mantoa e faxia arte de lana, sì che romaxe richo de duchati forse dexemilia. Per questo modo questi fece la soa richeza”.
Il motivo dei merli ciechi si ritrova spesso a Mantova (basti pensare al Palazzo del Podestà) e, pur già molto diffuso nel territorio, viene fatto risalire a Luca Fancelli, architetto fiorentino che operava in città al servizio del marchese Ludovico II Gonzaga. Oltre alla merlatura cieca, inframmezzata agli stemmi dei Boldrini (uno scudo con tre monete doro su nastro trasversale forse a ricordare i denari trovati nello stivale) nel palazzo di via Chiassi sono tipicamente fancelliani anche la spartizione simmetrica delle finestre, il portone centrale ad arco, gli alti camini e le incorniciature in cotto delle aperture inferiori a bocca di lupo. Anche l’interno conserva tracce di affreschi interessanti.
(Notizie ricavate in parte dal testo “Luca Fancelli a Mantova” di Mariarosa Palvarini Gobio Casali e Carlo Parmigiani – ed. Publi Paolini – 2017)
Qui troverete invece un post sulle altre facciate con i merli ciechi a Mantova.