Non tutti i casi vengono per nuocere potremmo dire. Guglielmo infatti è un duca per caso visto che è il secondogenito e per di più gobbo. Però questo ragazzino di 12 anni non cede il suo diritto alla successione, come invece voleva la famiglia preferendogli il più aitante Ludovico.
Guglielmo Poi nel 1549 la sua vita ha una accelerazione: accoglie a Mantova Filippo II di Spagna a gennaio, si sposa a ottobre e il 9 dicembre ci sarà la fatale caduta nel lago che lo porterà alla morte nel febbraio del 1550. Il suo ducato si ricorda per una riduzione delle spese e per gli ultimi grandi cantieri di Giulio Romano (morto nel 1546). E’ il momento di Guglielmo, duca per caso, ma ne parleremo nella prossima puntata.
Mantovastoria prosegue la pubblicazione di una serie di ritratti dei Gonzaga dal capostipite della dinastia Luigi e fino a Ferdinando Carlo, l’ultimo che chiuse la porta su un dominio durato 4 secoli. Dopo l’ultima puntata sarà possibile scaricare una piccola pubblicazione su vita, morte, e in qualche caso miracoli, dei Corradi da Gonzaga.
Il secondogenito va al potere
Ha solo 12 anni Gugliermo quando suo fratello primogenito Francesco III muore senza figli. Nella tradizione di famiglia il secondo maschio di casa avrebbe dovuto essere avviato alla carriera ecclesiastica ed è così anche per lui. Tra l’altro ha ereditato la gobba di famiglia e quindi potremmo dire che non ha il fisico per fare il duca ma sicuramente non gli difetta il temperamento. La famiglia vorrebbe infatti che lasciasse il posto al terzo maschio di casa, l’aitante Ludovico. Guglielmo però non cede e nel 1550 diventa il terzo duca di Mantova, sotto tutela di madre e zii finché non avesse raggiunto la maggiore età.
Il progetto di Palazzo Ducale
E’ proprio Guglielmo a completare la riforma intrapresa dallo zio cardinale Ercole che avrebbe trasformato il ducato di Mantova in un vero e proprio stato assoluto. Guglielmo si dedica non solo alla riorganizzazione dell’amministrazione ma anche a quella del Palazzo Ducale che trasforma in un complesso unico collegando i vari corpi di fabbrica staccati con corridoi aerei, piazze e giardini. Sarà lui a volere il giardino pensile che si apre di fronte alla Galleria dei Fiumi e a far costruire la basilica di Santa Barbara, destinata a diventare il mausoleo di famiglia.
La basilica palatina di santa Barbara
La gotica chiesa di Santa Croce in Corte Vecchia non era adatta ai sogni di Guglielmo. il duca voleva una vera e propria basilica palatina che sarebbe stata il fulcro del nuovo complesso unificato di Palazzo Ducale. Guglielmo chiede quindi all’architetto Giovan Battista Bertani di costruire questa chiesa e il risultato è Santa Barbara, un edificio innovativo e tradizionale al tempo stesso: ha due cupole quadrate, un’abside sopraelevata, una qualità acustica fuori del comune con un organo Antegnati e un campanile che si chiude con una piccola edicola circolare. Il duca ottiene per la sua chiesa di corte anche il privilegio di escluderla dalla diocesi e sottoporla direttamente alla Santa Sede. Straordinaria la posizione dell’altare per un celebrante che guarda i fedeli come accadeva solo a Roma, nella basilica di San Pietro.
Un duca colto, compositore e ottimo amministratore
Guglielmo è un amante del bello e anche un ottimo amministratore. Questo gli consente di dare l’avvio ai grandi lavori di sistemazione del Palazzo Ducale senza mettere in difficoltà le risorse finanziarie del ducato. E’ anche un uomo colto e scrive musica per la sua basilica di Santa Barbara, lo sappiamo anche perché tra le note di spesa ci sono quelle relative a carta da musica fatta venire direttamente da Venezia. Si pensi anche ai grandi teleri celebrativi che il duca commissiona a Jacopo Tintoretto e che arredano le sale dell’appartamento grande di Castello raccontano le gesta dei marchesi e dei duchi di Mantova. Guglielmo lascerà al suo primogenito Vincenzo un milione di ducati, una cifra enorme per l’epoca, che il figlio dilapiderà in soli trent’anni portando Mantova al massimo livello della sua storia.
il primo duca del Monferrato
Guglielmo è un cacciatore di titoli e punta ad accrescere ulteriormente il prestigio della famiglia. il duca sfrutta il rapporto con suo cognato l’imperatore per ottenere il titolo di duca per il Monferrato rimasto al rango di marchesato. Guglielmo vorrebbe diventare anche Granduca come i Medici in Toscana ma in questo caso il suo obiettivo rimane un sogno non realizzato.
Per approfondire – Guglielmo Gonzaga nel dizionario biografico della Treccani
I precedenti ritratti pubblicati
1. Luigi, il capostipite e il late bloomer
2. Guido, il panchinaro che aspetta il suo turno
3. Ludovico I, un fratricida per bene
4. Francesco I Gonzaga e il mal della pietra
5. Gianfrancesco, ovvero quanto costa un marchesato?
6. Ludovico II, il primo della classe
7. Federico I, il marchese che inventò il crowdfunding
8. Francesco II, il marito di Isabella d’Este
9. Federico II, lo storytelling che fa diventare duca
10 . Francesco III, il duca che rimase un ragazzino
Giacomo Cecchin