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Il Rio
Il Ponte di Via Massari visto dalle Pescherie

Il rio per gli italiani è un piccolo fiumicello ma per i mantovani è il canale che taglia a metà la città, collegando il lago superiore al lago inferiore e offrendo alcuni tra gli scorci più pittoreschi di Mantova.

Purtroppo alcune scelte urbanistiche del primo dopoguerra hanno portato alla copertura di un tratto del Rio e hanno trasformato per sempre il rapporto tra i cittadini e questo corso d’acqua, nascondendolo alla vista e costringendo ad un percorso ad ostacoli che lo volesse seguire dall’inizio alla fine.

Una passeggiata alla riscoperta di questo fossato consente di raccontare storie, di riscoprire personaggi e di evidenziare una caratteristica di Mantova, quella di essere una città d’acqua, che molti anche tra i mantovani sembrano dimenticare.

Il Rio entra in città dal lago superiore e lo si può vedere dal primo ponte che lo attraversa all’altezza del convento di San Francesco.

Un legame forte tra il canale e i due conventi più importanti della città: quello dei francescani, tuttora esistente la cui chiesa alloggiava la cappella sepolcrale dei Gonzaga e quello dei domenicani, demolito nel secolo scorso e di cui rimane solo il campanile nei giardinetti che attualmente fiancheggiano il lungorio. I francescani e i domenicani costruiscono i loro conventi a ridosso della città, con una scelta forte a favore della predicazione e dell’apostolato. Nella chiesa di San Domenico erano sepolti oltre alla Beata Osanna Andreasi, la cui casa splendidamente conservata si trova poco distante da Via Massari, Giovanni de Medici detto dalle Bande Nere, morto a Mantova nel 1526.

E’ difficile passeggiare lungo il Rio. Il canale si infila tra file ininterrotte di case, palazzi e giardini. E’ più facile camminarci sopra se si pensa che il suo corso è stato completamente coperto e scorre sotto l’attuale corso della Libertà. Alcuni bassorilievi ricordano le immagini di una Mantova scomparsa sulla facciata dei palazzi che fiancheggiano il Teatro sociale.

E’ difficile passeggiare lungo il Rio  ma non impossibile. L’attuale Lungorio è il risultato della demolizione del convento di San Domenico ed è diventato ritrovo tradizionale per i mantovani in occasione del mercato contadino del sabato mattina. Dalle Pescherie di Giulio Romano si vede l’altro Lungorio, alberato e una volta invece di essere costruito a mo’ di terrazza leggermente declinante verso il canale. Era il posto amato dalle bugandere, le lavandaie che risciacquavano i panni nel Rio. Più avanti si vede il ponte di via Massari che unisce le due parti della città, con il suo aspetto medievale e le due arcate rette da un pilone a cuneo per evitare che eventuali detriti si arenino sul ponte. E’ l’ultimo passaggio che scavalca il Rio prima del ponte degli Arlotti, che prende il nome da una antica famiglia mantovana e apre alla vista di Porto Catena.

Mantova e l’acqua, Mantova e il Rio, Mantova e le storie e i personaggi che popolano questa zona della città. Come spesso accade la città dei Gonzaga nasconde i suoi lati migliori e invita turisti e cittadini a compiere uno sforzo per scoprirli, sicura che come sempre ne sarà valsa la pena.