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Mantova città d’acqua: una volta lo era senza tema di smentite. Oggi invece il rapporto con i laghi deve essere ricostruito e anche il Rio avrebbe bisogno di qualcosa di più per essere restituito alla città. Ma Mantova era una città con molti porti e uno in particolare, Porto Catena, è stato il porto interno più importante d’Italia almeno fino agli anni sessanta. Perché allora non ripercorrere la storia dei porti mantovani? Eccone almeno 5 da non dimenticare…

Porto del Portazzolo – si trovava a valle dell’imboccatura del Rio, ben visibile nella mappa di Gabriele Bertazzolo. Il ricordo della sua esistenza ritorna nel nome di Via Portazzolo che si infila tra Piazza d’Arco e piazza San Giovanni dove c’era il monastero benedettino detto delle carrette. Chissà se fu qui che sbarcò San Bernardino da Siena quando, dimenticato dai compagni al Santuario delle Grazie, arrivò in città navigando sul suo mantello?

Porto dello Zeppetto – in realtà i porti erano due il cosiddetto Zeppetto di sopra e quello di sotto. Si trattava di due porti posti a monte e a valle dell’imbocco del ponte dei Mulini, il ponte diga voluto da Alberto Pitentino e che provocò l’innalzamento di livello e l’allargamento del lago Superiore. Dall’altra parte rimane ancora il porto della Cittadella con una darsena che era a servizio della fortezza e rimane nel nome del paese di Porto Mantovano.

Porto dell’Ancona – è uno dei due ponti cittadini ricavati in insenature naturali. Il porto dell’Ancona o di S.Agnese sfruttava una depressione naturale riempita dall’acqua del lago di Mezzo. L’area fu interrata dai francesi nel 1797 che ne ricavarono la piazza oggi chiamata Virgiliana (e che nel 1787 era detta dell’Argine per la vicinanza all’argine che la separava dal lago). Il porto si vede benissimo nella mappa del Bertazzolo che evidenzia anche il varco tra le mura di cinta che ne consentiva l’accesso.

Porto della Torre nuova – era nei pressi della Torre nuova chiamata anche torre di S.Alò (S.Eligio in dialetto mantovano). La sua posizione era all’altezza dell’attuale piazza Arche e serviva l’area di Palazzo ducale. Oggi nulla rimane se non la torre che faceva parte della cinta muraria della città. Anche questo punto di approdo è molto evidente nella mappa di Gabriele Bertazzolo.

Porto Catena –  è l’unico porto ancora in uso anche se oggi serve solo la navigazione da diporto e non quella commerciale. Il porto è stato ricavato in una insenatura naturale che si trovava alla foce del Rio e prende il nome da una catena amovibile che chiudeva l’accesso al porto sia in ingresso sia in uscita. In ingresso la catena impediva di assaltare l’arsenale costruito da Vincenzo Gonzaga nei pressi del porto. In uscita per evitare che qualcuno potesse evadere il dazio. Il porto era molto più grande in origine ma fu ridotto in relazione alla riduzione della movimentazione delle merci e anche per il continuo ingresso di detriti dal Rio con necessaria escavazione del sito.

Giacomo Cecchin

#Mantova2016

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