
In una città come Mantova anche le case hanno un nome soprattutto quelle che appartengono agli artisti o ad altri personaggi che hanno lasciato il segno. Se osserviamo la pianta della città vediamo che alcune sono collocate in prossimità del percorso che collega Palazzo ducale a Palazzo Te (l’asse privato del Principe) mentre altre seguono logiche commerciali o di vicinanza alla corte. Particolare è la posizione della casa della Beata Osanna Andreasi che si trova in una zona fortemente caratterizzata da una presenza domenicana. Visitare queste case (quando siano aperte al pubblico come nel caso di Casa Andreasi o di quella del Mantegna) o osservarne le facciate è un modo di approfondire la conoscenza di chi le ha costruite e commissionate. Eccovi allora 5 suggerimenti per un tour cittadino di case da scoprire o riscoprire.
Casa di Giovan Battista Bertani – l’architetto mantovano Bertani (Mantova 1516-1576) è cresciuto all’ombra di Giulio Romano e ne segue le orme come poliedrico prefetto delle fabbriche ducali, architetto (sua la Basilica di Santa Barbara con lo splendido campanile), pittore (basti pensare alle tele realizzate su suo disegno sempre per la basilica palatina) ed eretico pentito. I suoi committenti sono Ercole Gonzaga e il duca Guglielmo. Ma è la facciata “parlante” della sua casa che sorprende. Costruita tra il 1554 e il 1556 dallo stesso architetto su un edificio preesistente colpisce la presenza di due colonne ioniche speculari e allo stesso tempo inverse. Infatti la colonna di sinistra (per chi guarda la casa) è una tradizionale lesena, quella di destra invece è proposta in sezione con tutti i dettagli, le misure e i nomi corretti dei vari elementi con se si trattasse di una vera e propria lezione di architettura. Via Trieste, n. 8.
Casa di Andrea Mantegna – il pittore Andrea Mantegna (1431 Isola di Carturo-1506 Mantova) arriva a Mantova nella seconda metà del quattrocento come pittore di corte per il marchese Ludovico II Gonzaga. Sarà proprio quest’ultimo a donargli un terreno su cui l’artista costruirà la sua casa a partire dal 1476. L’esterno si presenta con un facciata a pietra a vista che non lascia intuire la vera sorpresa dell’edificio: un cortile circolare davvero unico. Non si sa se il progetto debba essere attribuito a Leon Battista Alberti o allo stesso Mantegna che ripropone nel cortile la struttura dell’occhio della camera degli Sposi inserito in un quadrato. La casa, che Mantegna fu costretto a lasciare prima della morte è in una zona fondamentale per lo sviluppo della città con la chiesa di San Sebastiano dell’Alberti e il palazzo omonimo costruito da Francesco II Gonzaga. Da qui partirà il corteo per portare alla chiesa della Vittoria la famosa Madonna della Vittoria attualmente a Louvre. Via Giovanni Acerbi, 47
Casa di Giulio Romano – un’altra casa d’artista quella di Giulio Romano (1499?Roma – 1546 Mantova) che arriva a Mantova nel 1524 e diventa da subito il “dittatore” artistico della città. Nelle sue memorie Cellini che passa per Mantova all’epoca di Giulio dirà che vive come un principe. Dalla realizzazione di Palazzo Te alle modifiche a Palazzo ducale per arrivare agli interventi urbanistici in città Giulio Romano oggi sarebbe una vera archistar. La sua casa ne conferma la ricchezza con una splendida facciata mossa e ritmata che riprende gli elementi della sua architettura. Ancora oggi è dimora privata e pertanto non visitabile ma sicuramente merita una sosta per ammirarne la facciata (modificata nel ‘700) con il suo Mercurio a decorazione dell’entrata. Scrive Vasari “Fabbricò Giulio per sè una casa in Mantova dirimpetto a San Barnaba, alla quale fece di fuori una facciata fantastica, tutta lavorata di stucchi coloriti, e dentro la fece tutta dipignere e lavorare similmente di stucchi, accomodandovi molte anticaglie condotte da Roma, ed avute dal duca, al quale ne diede molte delle sue”. Via Carlo Poma 18
Casa della Beata Osanna Andreasi – un gioiello nascosto e spesso sconosciuto anche agli stessi mantovani. Dopo la morte di Osanna Andreasi (1449 Carbonarola – 1505 Mantova) e la sua beatificazione nel 1515 la casa fu mantenuta intatta (se non per le decorazioni pittoriche e la realizzazione di un salone unico unendo piano terra ed ammezzato che nobilitasse la dimora). Da non perdere la cappella e la cella dove secondo la tradizione morì la beata oltre alle stanze affrescate dell’ultimo piano dove è allestito un piccolo museo. Splendido è il giardino retrostante con un loggiato a separare la parte ornamentale dalla zona riservata a orti e frutteto. Molto interessante anche la facciata tipicamente quattrocentesca e con il ritmo delle finestre che riprende gli stilemi di Luca Fancelli. Oggi la casa è visitabile ed è la sede dell’Associazione Monumenti domenicani e della Fraternita. Via Frattini, 9.
Casa del Mercante – posta in un punto cruciale del tessuto urbanistico cittadino la casa di Boniforte da Concorezzo attira da sempre gli sguardi dei passanti. Obiettivo raggiunto pertanto per questo mercante milanese che costruisce nel 1455 la sua casa bottega e fa realizzare una splendida facciata in stile gotico fiorito con decorazioni in terracotta (che oggi han perso i colori originali). Boniforte sceglie bene la posizione e compie un’operazione di marketing importante. La casa è di fianco a Piazza Erbe dove si svolgeva il mercato e di fronte ai portici del monastero benedettino di S.Andrea (un “ipercoop” medievale realizzata per ricavare fondi dagli affitti e dare servizi ai pellegrini) e il mercante decide di dotarla di un’insegna pubblicitaria medievale: sotto il portico un’architrave scolpita presenta i prodotti in vendita nella bottega come cucchiai, coltelli, speroni e altro ancora. Due scritte ai lati del portico (in latino e in volgare) ricordano la fondazione: (ZO) HANBONIFORT DA CONCHOREZO AFAT FAR QUESTA OPERA DELANO 1455 – IOHANESBONIFORT DE CONCORESIO HOC OPUS FIERI FECIT SUB ANNO DOMINI 1455.Piazza Erbe 26.
Giacomo Cecchin
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