La vista più famosa di Mantova è il profilo che si presenta a chi imbocca il ponte di San Giorgio in direzione della città. Non per niente questa skyline portà Aldous Huxley a dire che Mantova era la più romantica città del mondo. Eppure forse non ve ne siete mai accorti ma anche in centro a Mantova non mancano viste mozzafiato, basta saperle cercare, passeggiare con calma e non perdere il gusto della meraviglia. Perché una città va esplorata, si deve camminare senza una meta, sempre pronti a cambiare il punto di vista e con un taccuino per non dimenticarsi le scoperte. Eccovi allora per i più pigri 5 vicoli o vie da cui sbucare per godersi delle viste incredibili e inedite di Mantova.

Vicolo San Longino – uno dei piccoli vicoli che fronteggiano S.Andrea e collegano via Verdi a via Cappello. Provate a imboccare via Cappello dai portici di corso Umberto e quando arrivate al primo angolo sulla destra giratevi di scatto. Vi apparirà una vista della facciata di S.Andrea assolutamente da non perdere, incorniciata dai due lati leggermente curvi del vicoletto. E’ come se questa piccola via diventasse un cannocchiale prospettico e la chiesa che appare sullo sfondo una magia del Rinascimento, soprattutto quando è illuminata dal sole. La vista che si gode da questo punto conferma ancora di più il genio dell’architetto Leon Battista Alberti: la Basilica infatti non è colossale ma marca solo la sua maggiore importanza rispetto al contesto senza schiacciare le casette e i palazzi. Quale architetto oggi sarebbe in grado di fare altrettanto?

Vicolo Bonacolsi – per godere di questa vista mozzafiato occorre arrivare a vicolo Bonacolsi da via S.Agnese. la vista cambia mano a mano che ci si avvicina a piazza Sordello. All’inizio infatti colpisce il cavalcavia medievale e, se si alzano gli occhi, la mole della casa torre coronata da merli guelfi e che oggi fa parte di Palazzo Castiglioni (un tempo Bonacolsi). Proseguendo dopo il passaggio aereo si inizia a intravedere la facciata merlata del Palazzo del Capitano e il vicolo si stringe ancora come se volesse aiutarci a concentrare la vista sui palazzi gonzagheschi. In alto a destra l’angolo di Palazzo Castiglioni è ingentilito da un balconcino angolare in ferro battuto, spesso coronato di fiori. Quando si sbuca sulla piazza l’effetto meraviglia è garantito (anche ai mantovani più refrattari e imbruttiti!).

Via Governolo – è una delle vie del vecchio ghetto e quella che fiancheggia la casa del Rabbino. Provate ad imboccarla da via Bertani verso la piazzetta Bertazzolo. Ad un certo punto alzate gli occhi e vedrete apparire due torri in infilata. Il giorno migliore per vivere questa esperienza è quando il cielo è di un blu Lombardia, senza nuvole, e i mattoni sono illuminati dal sole. La prima che si vede sulla sinistra è la torre dei Gambulini, quella dell’Archivio di Stato, mentre quella a destra è la torre dello Zuccaro. E’ un punto di vista che ci ricorda che Mantova era proprio una Manhattan padana come ripete spesso Philippe Daverio, un’isola il cui profilo assomigliava ad un elettrocardiogramma.

Via Calvi – per godere di questa vista occorre sbucare da via marmorini in direzione di via Calvi. Appena girate l’angolo sullo sfondo appare il portale di Palazzo Sordi. E’ uno di quegli edifici mantovani che non potendo avere come nel caso di Palazzo Canossa o Palazzo d’Arco una piazza davanti sfruttano l’apertura della via. In tal caso infatti il portone di ingresso del palazzo non è posto in posizione centrale sulla facciata. Il portale infatti è in asse con via Calvi e dal punto di vista che vi abbiamo suggerito si coglie il balcone e l’innalzamento della facciata che marca il salone delle feste.

Via Rubens – provate ad arrivare su via Rubens partendo da piazza Sordello e imboccando via Tazzoli. Stando sul marciapiede opposto alla torre dello Zuccaro giratevi appena arrivate all’imbocco della via sulla sinistra. Innanzitutto colpiscono i due edifici posti simmetricamente ai lati. Sembrano marcare un ingresso ed in effetti questo era una delle porte del Palazzo Ducale di Mantova. Ma la vista mozzafiato è quella che vedete in fondo con piazza Paradiso, la discesa verso piazza Santa Barbara e in alto invece quella specie di altana con loggia che prelude al campanile della chiesa palatina. Negli anni post terremoto evitavo di proposito di fare questo percorso per non vedere la lanterna capitozzata. Ma oggi che il profilo è stato riportato alla forma originale è davvero una vista da non perdere.

Giacomo Cecchin

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