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Solo gli inglesi si permettono di giocare con i mostri sacri del teatro e della letteratura e questo Shakespeare in love è la dimostrazione che il meccanismo funziona.
La trasposizione da sceneggiatura (scritta da Tom Stoppard e Marc Norman) a commedia (adattamento di Lee Hall) non appare irrigidita e, anzi, in alcuni momenti guadagna in efficacia ed emozione.
Si è subito conquistati dal numero degli attori in scena (non siamo più abituati a cast di queste dimensioni, per non parlar del cane) e dai movimenti imposti dalla regia per dare vivacità al tutto: dai balli ai duelli, dagli “a parte” a dei tableaux vivant davvero riusciti.
La scenografia, essenziale ma evocativa, viene sfruttata a pieno e porta il pubblico al centro di un teatro elisabettiano, in un mondo parallelo a quello delle persone normali, eppure catalizzatore per Viola e per lo strozzino che alla fine è talmente conquistato dalla storia che vuole sapere come va a finire e finirà per salire sul palco.
Certo chi ha già visto il film non avrà molte sorprese ma le coreografie dei duelli, dei balli, delle prove e la scena del barcaiolo sono davvero riuscite. Senza dimenticare i cori che vedono partecipare tutto il cast e aggiungono suggestione alla storia.
Forse all’inizio la commedia fa un po’ fatica a prendere ritmo e a decollare ma nel secondo atto il ritmo accelera e alla fine gli applausi (che hanno punteggiato tutta la rappresentazione) sono generali.
Fa bene il Teatro Romano a inserire questo tipo di spettacoli nel Festival Shakespeariano. Il teatro è sempre stato gioco e divertimento anche se a volte i classici tengono lontano il pubblico. Qui invece il cambiamento del punto di vista è continuo: uno Shakespeare col blocco dello scrittore, un Marlowe che suggerisce, un produttore che conoscendo la magia del teatro sa che in ogni caso sarà un successo.
Molto belli i momenti in cui la troupe simula il dietro le quinte del Globe e gli spettatori si trovano a vedere le spalle degli attori e un palco su cui recitano di fronte ad un pubblico immaginario.Uno spettacolo ben fatto che fa intuire cosa abbia dovuto essere l’originale andato in scena nel West End a Londra e che, si intuisce dal trailer (che potete vedere qui) doveva avere una fortissima carica di energia.
Un’energia che ieri si è vista a tratti ma che, con il proseguo delle recite, non potrà che migliorare di volta in volta e rendere la messa in scena ancora più divertente e coinvolgente.
Spettacolo visto al Teatro Romano di Verona venerdì 27 luglio con l’eclissi di luna rossa

Per approfondire:
La commedia del West End
Il film Shakespeare in Love
Tom Stoppard, ovvero giocare con il Bardo
Tutto Shakespeare in 90 minuti