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Il fatto che il 25 luglio sia la festa di San Giacomo Maggiore ha fatto dimenticare a molti l’altro santo che proteggeva i pellegrini e si festeggiava lo stesso giorno, tra l’altro uno dei più importanti nel Medio Evo tanto da essere rappresentato su molti muri esterni delle chiese (e capirete poi il perché).
Si tratta di San Cristoforo, il cui nome era Reprobo e che prese il nuovo nome quando si convertì e fu battezzato per aver tentato di trasportare il bambin Gesù da una parte all’altra del fiume dove faceva da traghettatore.
La legenda aurea racconta di questo gigante Cananeo che aiutava i pellegrini facendoli attraversare un fiume difficile da guadare. Reprobo lo faceva su consiglio di un eremita a cui aveva confidato di voler servire il padrone più potente del mondo. Un giorno arrivò un bambino (in realtà Gesù nelle vesti di fanciullo) e Reprobo lo caricò in spalla: il bimbo divenne progressivamente sempre più pesante, tanto da far quasi soccombere il traghettatore che si convertì e divenne pertanto nel vero senso della parola “portatore di Cristo”, ossia Cristoforo. Il santo subì il martirio per decapitazione e in alcune immagini il bastone che utilizza per guadare il fiume fiorisce oppure viene piantato e si trasforma in una palma, simbolo del martirio.
Il santo divenne pertanto patrono dei pellegrini e dei viaggiatori in genere ma soprattutto era invocato contro la morte improvvisa, quella che trovandoti nelle “peccata mortali” ti avrebbe condotto direttamente all’inferno.
Per questo l’immagine di San Cristoforo era dipinta fuori dalle chiese in modo da poter essere osservata mentre si lasciava il luogo sacro o guardata a distanza, magari dai contadini che lavoravano nei campi (di queste immagini se ne trovano molte in Alto Adige e in Austria dove la devozione era molto diffusa).
Ecco i versi che esortavano a guardare quotidianamente il gigante raffigurato all’uscita delle chiese:
“Christofori faciem die quacumque tueris
illa nempe die morte mala non morieris”
(Se il volto di Cristoforo mirerai
quel giorno una cattiva morte non farai)
Da qui nasce anche la consuetudine delle medagliette di San Cristoforo o della benedizione delle auto per proteggere gli automobilisti. Tutto finì il 14 febbraio del 1969 quando papa Paolo VI con il motu proprio, “Paschalis mysteri”, espulse San Cristoforo dal culto della chiesa universale per i dubbi sulla storicità del santo.
Eppure la devozione per San Cristoforo è ancora molto sentita soprattutto in alcuni Paesi.

Le due immagini sono nell’ordine di Tiziano e di Lorenzo Lotto.