Tag

, , , , , , , , ,

Quando oggi si parla di pittura spesso si cade in due pregiudizi: il primo che non ci siano più gli artisti capaci di dipingere come una volta e il secondo che l’arte per essere autentica deve essere libera dai vincoli imposti dai committenti.
Ebbene non è così, ci sono stati pittori che hanno incarnato gli ideali della pittura italiana, riuscendo ad esprimere uno stile e una creatività che sono stati stimolati, invece che diminuiti, dal lavoro al servizio della decorazione delle chiese.
E’ il caso del pittore Bepi Modolo, nato a Mareno di Piave (TV) nel 1913 e morto a Creazzo di Vicenza nel 1987. Il “pitor” come lo chiamavano è stato un artista completo che è passato dalle tele agli affreschi e alle vetrate recuperando pertanto quel repertorio di espressioni artistiche che nella storia sono state appannaggio di maestri come ad esempio il senese Duccio di Buoninsegna.
L’ho scoperto grazie ad un catalogo che mi è arrivato come graditissimo dono da uno dei figli che ho conosciuto per caso ma che mi ha conquistato con il racconto della vita e dell’arte del padre*.
Il titolo è “La pittura di Bepi Modolo, una vita dedicata all’arte” edito nel 2013 in occasione del centenario dalla nascita e della mostra a lui dedicata.
E’ un volume splendido che racconta dell’arte e della vita di questo pittore che non conoscevo ma che è stato una bellissima scoperta.
E Bepi Modolo dimostra che ci sono ancora artisti in grado di padroneggiare le varie tecniche pittoriche: sono stato particolarmente colpito dalla sua attività di frescante e dalle vetrate e dalla sua capacità di innovare il racconto evangelico e biblico anche alla luce del Concilio Vaticano II, rimanendo fedele alla tradizione. E’ uno stile, quello del pittore veneto, sintetico ma potente e assolutamente personale.
E’ straordinario vedere come studia la composizione in bozzetti e disegni che anticipano il risultato finale e come riesce a dare vita, mistero e bellezza ai dipinti che decorano tuttora molte chiese d’Italia.
Basta guardare come delinea le figure dei quattro evangelisti nel formato tradizionale delle vele che si trovano tra gli archi che reggono la cupola nella chiesa di San Ulderico a Creazzo di Vicenza. Li potete vedere nella copertina e sul retro del catalogo. Gli evangelisti sono delineati con volumi potenti e l’artista ha la capacità di rendere moderne e scultoree le figure di Giovanni, Matteo, Luca e Marco, accompagnate dai loro attributi tra cui spicca un’aquila particolarmente ispirata.
Bepi Modolo non si è limitato alla pittura sacra ma anche ai dipinti da cavalletto con ritratti, scene familiari e paesaggi che ci fanno entrare nel mondo del pittore.
Che dire: viene voglia di mettersi in macchina e andarle a vedere dal vivo.
Sono d’accordo con la citazione di Paolo VI e del Concilio Vaticano II che viene riportata nel catalogo: il papa definisce gli artisti “custodi della bellezza”.
La pittura di Bepi Modolo è pura bellezza.
* l’incontro con il figlio di Bepi Modolo mi ha ricordato un altro incontro che mi ha particolarmente colpito con un artista e suo figlio. Fu all’inizio del 2000 quando, per ragioni lavorative, conobbi sia il dott. Francesco Dal Prato che suo padre, il pittore Alessandro Dal Prato. Fu un’occasione straordinaria e davvero emozionante. Anche Alessandro Dal Prato sperimentava generi diversi come l’affresco e le incisioni e soprattutto ebbe una grande capacità didattica e di insegnamento (fu sua l’idea di aprire a Guidizzolo (MN) l’Istituto d’arte, tutt’ora attivo).

Giacomo Cecchin