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Gli Arazzi raffaelleschi del Palazzo Ducale di Mantova sono tra gli oggetti più preziosi contenuti nella reggia gonzaghesca. Eppure sono anche tra i meno osservati dai turisti (ne parlavo già qui in un altro post dedicato agli arazzi) posti come sono al termine del lungo percorso di visita. E’ vero che oggi apprezziamo di più tele ed affreschi rispetto alle statue o agli arazzi e questo sembra dimostrato dalle presenze alle mostre. Oggi vorrei invitarvi a riscoprire almeno 5 storie che raccontano delle vicende degli arazzi, di come sono arrivati a Mantova e di come se ne sono andati per poi ritornare (definitivamente) a Palazzo Ducale.Il Cardinale Ercole Gonzaga – è il secondo figlio maschio di Francesco II Gonzaga e di Isabella d’Este e, come da tradizione di famiglia, viene avviato alla carriera ecclesiastica. Diventerà cardinale il 5 maggio del 1527, poco prima del Sacco di Roma. Sarà proprio Ercole nel 1536 a commissionare gli arazzi attualmente conservati a Palazzo Ducale. Si trattava di una delle serie che furono ricavate dai cartoni di Raffaello e che raccontavano episodi degli Atti degli Apostoli con al centro le figure di Pietro e Paolo. Il Cardinale Ercole lasciò gli Arazzi in eredità al duca Guglielmo Gonzaga che li espose nel 1565 nella Basilica Palatina di Santa Barbara. Furono invece gli austriaci a esporli all’interno dell’omonimo appartamento in Palazzo Ducale.
In Vaticano e a Urbino – Gli Arazzi di Mantova sono una delle serie ricavate dai cartoni dipinti da Raffaello. La prima serie è quella esposta attualmente nei musei vaticani. Fu il papa Leone X (al secolo Giovanni de’ Medici, figlio del Magnifico) a commissionare i cartoni all’Urbinate e a far realizzare la serie di arazzi in Fiandra. Gli episodi rappresentati erano una celebrazione di Pietro (il primo papa) e di Paolo nella loro attività di conversione degli ebrei e dei gentili. La loro collocazione era nella Cappella Sistina, al di sotto degli affreschi del quattrocento con le storie di Cristo e dell’Antico Testamento. Un’altra serie, sempre realizzata a partire dai cartoni di Raffaello, è invece conservata all’interno del Palazzo Ducale di Urbino ma gli arazzi sono 7 e mancano, rispetto a Mantova, le scene della Conversione di Paolo e della Lapidazione di Stefano.
Mantova-Vienna: andata e ritorno – Gli Arazzi non sono sempre rimati all’interno del Palazzo Ducale di Mantova. Come dicevamo il duca Guglielmo li aveva esposti nella Basilica Palatina di Santa Barbara nel 1565 e lì rimasero fino a quando gli austriaci (a Mantova dal 1707) li spostarono in Palazzo Ducale nel 1792, in un appartamento appositamente allestito da Paolo Pozzo. Gli arazzi lasciarono Palazzo ducale poco prima dell’arrivo degli italiani a Mantova nel 1866. Erano allo Schonbrunn per una mostra e li rimasero fino al 1919 quando nel trattato di pace che chiuse la prima guerra mondiale fu sancita la restituzione all’Italia e il ritorno al Palazzo Ducale di Mantova. Oggi sono uno dei tesori del Palazzo ma forse poco osservati visto che l’appartamento è l’ultimo che si vede dopo un itinerario molto lungo.
I Cartoni al Victoria and Albert Museum – i cartoni di Raffaello utilizzati per la realizzazione degli arazzi sono oggi conservati al Victoria and Albert Museum di Londra. In un grande salone in leggera penombra sono appesi i 7 rimasti ed è una delle visite più suggestive da fare a Londra. Tre le principali curiosità da ricordare: è una rarità che siano arrivati fino a noi dei cartoni che erano strumenti di lavoro e subivano l’usura dei diversi utilizzi. In questo caso probabilmente fu il fatto che fossero stati dipinti da Raffaello a salvarli e, questa la seconda curiosità, che fossero colorati. Sembrano infatti dei dipinti che lasciano un attimo perplesso chi ricorda gli arazzi originali: la terza curiosità è infatti che le immagini sono specchiate rispetto agli arazzi, in altre parole quello che si vede a sinistra nei cartoni è posto a destra.
Parentesi cinematografica con Terence Hill – è una storia che non è tanto legata agli arazzi ma alla struttura dell’appartamento che prevede 4 stanze in infilata con le porte in sequenza perfetta. Questo particolare fu utilizzato nel film dal titolo Don Camillo, girato tra Mantova e Pomponesco da Terence Hill che ne era regista e attore nel ruolo di don Camillo. Quando il parroco deve andare a giustificarsi davanti al vescovo arriva in città e il palazzo vescovile è in realtà il Palazzo ducale di Mantova. Qui don Camillo passa per il giardino pensile, entra nella Sala dei Fiumi e viene accolto dal segretario del vescovo che ha la scrivania nella stanza dello Zodiaco. Poi da lì attraversa tutte e quattro le porte dando l’idea di una lunghezza interminabile. Il vescovo ha il suo studio nell’ultima stanza degli arazzi dove oggi si trovano La Guarigione dello Storpio, il Sacrificio di Listri e la morte di Anania.
Qui trovate altri approfondimenti sugli arazzi di Palazzo Ducale.
– Gli Arazzi di Palazzo Ducale: 5 particolari da non perdere
– 5 stranezze da non perdere a Palazzo ducale tra nani, arazzi e giardini pensili
Giacomo Cecchin