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Ci sono alcuni punti nelle città dove bisognerebbe mettere una stella con la direzione in cui guardare. A Mantova io la vedrei bene ,, una stella, dietro la Rotonda di San Lorenzo, quasi all’inizio di via Bertani.

Qui se guardate verso la facciata della Basilica di Sant’Andrea potete fare un viaggio nel tempo in una Mantova che si rivela un palinsesto, una stratificazione che nei secoli ha creato un’unicità irripetibile.

Si parte dall’epoca di Matilde di Canossa e si arriva al tardo barocco della cupola di Sant’Andrea e a Mozart. Se non vi siete mai fermati ad osservare questo scorcio, andatelo a cercare la prossima volta che passate di lì: non riuscirete più a passare senza fermarvi almeno un momento.
Eccovi allora i 5 particolari per fare un viaggio del tempo in verticale.

La Rotonda di San Lorenzo – la prima cosa che si vede è anche la più antica. La costruzione della Rotonda la si fa risalire al 1083 e a Matilde di Canossa. E’ la chiesa più antica di Mantova, a pianta circolare e con elementi tipicamente romanici come le piccole finestre e le scale che salgono al matroneo ricavate nei muri perimetrali. Forse non tutti sanno che dal 1580 al 1911 circa la Rotonda scompare nascosta dalle case che sarebbero entrate a far parte del Ghetto ebraico. La Rotonda è il primo livello di questo viaggio nel tempo in verticale.
Personaggio da ricordare: Matilde di Canossa che costruisce la Rotonda nel 1083, viene scacciata da Mantova e la rivede solo nel 1114.

Il Palazzo della Ragione – se si sposta lo sguardo a destra si vede la mole del Palazzo della Ragione. Siamo nel 1250 e questo è uno dei due palazzi comunali costruiti in quegli anni: l’altro è il Palazzo del Podestà che nel 1227 divide lo slargo occupato dal mercato del bestiame creando Piazza Erbe e Piazza Broletto. Da questo lato vediamo lo scalone coperto che conduce al piano nobile dove troviamo l’immenso salone con resti di affreschi che presentano navi e cavalieri.
Personaggio da ricordare: Dante Alighieri che probabilmente è a Mantova nel 1320 e avrebbe sicuramente visto le nuove piazze comunali

Il campanile di Sant’Andrea – è l’unico frammento che ci rimane della Basilica nella sua forma gotica che aveva sostituito quella romanica edificata al tempo dei Canossa. La data è il 1413 e il campanile svetta nelle sue forme slanciate e con la cuspide che chiude la torre. E’ staccato dalla nuova facciata di Sant’Andrea, tanto che è stato ricavato un passaggio che conduce a Piazza Alberti dove se ne può vedere la base. Una curiosità è quella dell’angolo del timpano della facciata albertiana che entra in una delle finestre: sembra un incidente di percorso.
Personaggio da ricordare: Leon Battista Alberti che arriva a Mantova per la dieta del 1459 e vede sicuramente campanile e basilica precedente (di cui praticamente non sappiamo nulla.

La facciata della Basilica albertiana e la Torre dell’Orologio – è una novità che dobbiamo ai bombardamenti della seconda guerra mondiale il fatto di poter vedere il lato della facciata di Sant’Andrea. Prima infatti era coperto dal palazzo della Cervetta, distrutto dalle bombe alleate e ricostruito più indietro. Per la facciata siamo al 1472 con Leon Battista Alberti che è già morto quando si posa la prima pietra. La Torre dell’Orologio è di quegli anni e la dobbiamo a Luca Fancelli, architetto di Ludovico II Gonzaga che edificherà la facciata di Sant’Andrea sul progetto di Alberti.
Personaggio da ricordare: Andrea Mantegna che vede la costruzione della torre dell’orologio e anche di Sant’Andrea dove si farà seppellire per primo nel 1506

La cupola della Basilica di Sant’Andrea – è il cupolone che tutti i mantovani vedono quando arrivano a Mantova e sembra il baricentro della città come quello di San Pietro per i romani. E’ l’ultimo tassello della fabbrica di Sant’Andrea e con la sua mole barocca è abbastanza incongrua rispetto al corpo rinascimentale della chiesa. La cupola fu disegnata dall’architetto messinese Filippo Juvarra che lavorò molto a Torino ed è alta un’ottantina di metri. Nei giorni di sole quando si entra nella basilica dai finestroni della cupola entra una cascata di luce che illumina lo spazio centrale del transetto. In cima è posta una palla dorata con un’immagine dei sacri vasi.
Personaggio da ricordare: Wolfgang Amadeus Mozart che è uno dei primi viaggiatori illustri a vedere la nuova cupola quando viene a Mantova nel 1770.

Giacomo Cecchin