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In questi giorni danteschi ho parlato con Paolo Bertelli della Voce di Mantova e ne è uscita questa intervista. La trovate su La Voce di Mantova di venerdì 26 marzo 2021 a pagina 18 ma per i lettori pigri ve la riporto di seguito.

A Mantova con Dante Alighieri come guida
Tra curiosità ed evidenze sui passi del poeta

Nell’anno del settecentenario dalla morte di Dante Alighieri facciamoci questa domanda: il sommo poeta passò per Mantova? Probabilmente sì. Anche se di documenti certi non ne abbiamo lo stesso Dante ne fa cenno nella sua Quaestio de acqua et terra dove parla di un’idea nata durante una disputa a Mantova. E poi come possiamo pensare che Dante non passi per la città che ha dato i natali a Virgilio, suo modello di scrittura e sua guida nel viaggio attraverso Inferno e Purgatorio? Ne parliamo con Giacomo Cecchin, giornalista e guida turistica, che ha provato a immaginarsi un percorso nella Mantova degli inizi del 1300 con Dante come guida.

D. Cosa ne dici: Dante è passato per Mantova?
R. Secondo me sì: mi colpisce soprattutto la descrizione del Mincio nel XX canto dell’Inferno. E’ troppo precisa per pensare che il poeta fiorentino non sia passato di qui. Tra l’altro lavorando per i Della Scala probabilmente potrebbe essere arrivato a Mantova anche con incarichi diplomatici.

D. Come ti è venuta questa idea di immaginare un Dante guida turistica a Mantova?
R. Ho provato a fare uno scambio di ruoli immaginando che il poeta toscano cambiasse di posto con Virgilio. A parte le battute ho cominciato a ragionare su che cosa avrebbe visto Dante, com’era Mantova all’epoca. La città non era grande e quindi i luoghi che avrebbe visto sono facilmente identificabili.

D. Da dove si parte in questo percorso Dantesco? 
R. Direi dal campanile della cattedrale di San Pietro che è la parte più antica dell’edificio. La torre romanica risale sicuramente a un periodo precedente al XIII secolo e Dante sarebbe sicuramente passato per il centro della città antica. 

D. All’epoca c’erano i Bonacolsi: cosa vede nell’attuale piazza Sordello?
R. E’ vero, Dante non conosce i Gonzaga ma i Bonacolsi che governano Mantova fino al 1328 (e il poeta muore nel settembre del 1321). Piazza Sordello non esisteva nelle dimensioni attuali: qui c’era un quartiere che sarà poi demolito dai Gonzaga per aprire un palcoscenico davanti al Palazzo del Capitano e alla Magna Domus che c’erano già. Chissà se Dante incontrò il Passerino e se questi aveva letto il verso dove si parlava dell’inganno del suo antenato Pinamonte Bonacolsi ai danni dei Casaloldi? Sarebbe bello se fosse successo ma soprattutto come avrà reagito il poeta, lui guelfo, vedendo svettare i merli ghibellini a coda di rondine sulle facciate dei palazzi mantovani.

D. Quanti abitanti aveva Mantova e quale potrebbe essere stata la tappa successiva?
R. Mantova, secondo alcuni storici, aveva circa 20.000 abitanti. Dante secondo me sarebbe andato in piazza Broletto dove avrebbe visto la statua di Virgilio (che risale al 1227) sulla facciata del Palazzo del Podestà. Anche piazza delle Erbe con il Palazzo della Ragione era lì, anche se mancava la torre dell’orologio che risale al XV secolo. C’era anche la Basilica di Sant’Andrea, quella romanica voluta dai Canossa e non l’attuale chiesa rinascimentale. Mancava anche il campanile gotico che risale al 1413.

D. Forse questa è una delle zone rimaste più vicine a quella che Dante avrebbe potuto vedere agli inizi del 1300?
R. E’ proprio così. Dante vede anche la Rotonda di San Lorenzo e chissà se c’è entrato. Nella Commedia il poeta parlando del trisavolo Cacciaguida dice che era un cavaliere e che morì durante una crociata. Come pensare allora che Dante non sia entrato in una chiesa circolare che ricordava nella forma il Santo Sepolcro.

D. E il Rio: cosa c’era oltre il canale che divide in due Mantova?
R. C’era il suburbio, una zona con molti spazi verdi e ancora tutta da urbanizzare. Soprattutto però vorrei ricordare il convento di San Francesco. Quando morirà Dante sarà seppellito a Ravenna nella chiesa dei francescani e, secondo alcuni studiosi, il poeta fu addirittura un terziario francescano. Dante probabilmente se avesse dovuto scegliere una chiesa avrebbe optato per San Francesco vista la sua ammirazione per il santo di Assisi.

D. Un’ultima curiosità dantesca legata a Mantova?
R. Nel 1313 proprio nella nostra città Francesco da Barberino, giurista e letterato, cita l’inferno in una glossa apposta alla sua opera i “Documenti d’Amore”. Eccola qui “…hunc Dante Aligheri in quodam suo opere quod dicitur comedia et de infernalibus inter coetera multa tractat”. L’Inferno circolava già in val padana prima del 1313 e lo sappiamo da un appunto preso a Mantova.

Paolo Bertelli intervista Giacomo Cecchin