
Le regole dei blog vorrebbero che tutti gli articoli pubblicati seguissero una logica coerente. Cosa ci fa allora la recensione di un libro sulla Prima Guerra Mondiale, dedicato al fronte di Ypres?
La risposta sta nel fatto che si tratta di uno splendido libro e che l’autore Michele Spagnolo ha utilizzato un approccio alla conoscenza del territorio che è analogo al mio: camminarci dentro e continuare a guardare il paesaggio di oggi con gli occhi di ieri e viceversa.
Tra l’altro la scelta di questo testo per una lettura di fine 2021 nasce dal caso (come spesso mi capita). Ho l’abitudine infatti di passare in biblioteca almeno una volta alla settimana e di scegliere tra le novità i libri che mi attirano. Sentieri di fango mi ha colpito per il titolo e per la copertina e mi è bastato sfogliarlo per capire che dovevo assolutamente leggerlo.
Ecco quindi una breve recensione in quattro punti del perché ho deciso di parlare del libro di Michele Spagnolo.
1. IL CAMMINO
E’ un libro che nasce da quasi mille chilometri fatti a piedi nei dintorni di Ypres, in Fiandra. Michele Spagnolo ha camminato per il saliente nelle pianure fiamminghe dal 2014 al 2018. Quattro anni che corrispondono alla durata della Prima Guerra Mondiale e si concludono con le celebrazioni della fine della guerra che vedono l’autore a Ypres l’11 novembre del 2018. Senza il cammino questo libro non avrebbe potuto essere scritto perché non avrebbe raccontato davvero i luoghi e non avrebbe potuto registrare il passaggio delle stagioni, gli incontri casuali e la descrizione delle notti passate all’addiaccio in compagnia dei fantasmi dei soldati.
2. IL RACCONTO
Il libro fa rivivere la storia del fronte in questa parte d’Europa senza essere didascalico, anzi. E’ un continuo andirivieni tra gli avvenimenti bellici e il presente e il racconto è fatto dal punto di vista di tutti gli eserciti coinvolti: da una parte inglesi, francesi, neozelandesi, australiani, canadesi e tanti altri e dall’altra i tedeschi. Questo continuo passaggio da una parte e dall’altra da un ritmo ipnotico al libro e sembra seguire il continuo spostarsi del fronte, anche per pochi metri ma a fronte della morte di centinaia di migliaia di soldati. Ancora oggi si trovano reperti risalenti alla Prima Guerra Mondiale e tra questi molti sono proiettili e bombe inesplose: è il cosiddetto “iron harvest”. Una nota commovente è quella della visita ad un cimitero di guerra dove sono sepolti 80 italiani, prigionieri di guerra dei tedeschi e portati in Fiandra per lavorare.
3. LE TESTIMONIANZE E LA BIBLIOGRAFIA
E’ uno degli elementi che mi ha fatto apprezzare di più il libro. Le testimonianze di chi ha combattuto consentono di mettersi nei panni di soldati che partiti volontari e carichi di entusiasmo si trovano precipitati in un inferno senza precedenti. Si va dagli scrittori e poeti ai contadini e ai pastori in un mix che ha cambiato per sempre le nazioni in guerra. Il capitolo più efficace sotto questo profilo è per me il 12 intitolato CROCEVIA dove Michele Spagnolo segue le storie di tre soldati poeti. Eccone un passaggio: “Ivor, Francis ed Ellis scrivevano poesie. Francis ed Ellis erano nati nel 1887, Ivor solamente tre anni dopo. Tutti loro venivano dall’allora Gran Bretagna anche se ognuno da luoghi diversi. Le loro parabole vitali, i loro cammini, finiranno per incrociarsi, intrecciandosi misteriosamente durante i giorni della battaglia di Passindale” pag. 195. E’ commovente pensare alla vita di questi tre poeti segnata dalla guerra: due morti durante il conflitto e il terzo dopo la fine delle ostilità ferito ma reso pazzo dal dolore. Il libro è pieno di riferimenti bibliografici che sono altrettanti spunti per approfondire i temi affrontati nel testo. Mi ha colpito il fatto che alcuni autori sono anche tra i miei preferiti (Robert Macfarlane, W.G. Sebald e altri ancora) a dimostrazione di una affinità che sento forte con Michele Spagnolo.
4. UNA CURIOSITA’
Michele Spagnolo è un fotografo eppure il libro ha pochissime fotografie che servono a ritmare il passaggio da un capitolo all’altro. L’autore scrive che all’inizio questo doveva essere un progetto fotografico e che poi si è trasformato in un libro testuale. Secondo me questa scelta ha reso secondo ancora più efficace il racconto perché ti fa vedere con gli occhi dell’autore questi luoghi facendoti venire voglia di andare a verificare di persona. Sono convinto che a volte sono proprio le parole ad essere più efficaci delle immagini perché attraverso il ritmo della lettura ti impongono un focus e una concentrazione assoluti. Poi le foto ci sono e le trovate sul sito di Michele Spagnolo.
Non so se leggerete Sentieri di Fango ma ne vale davvero la pena.
Ecco alcuni link per chi volesse approfondire:
– Il sito di Michele Spagnolo – http://www.mspagnolophotography.it/
– Il libro sul sito delle edizioni ARES
– Il museo sulla Prima Guerra Mondiale a Ypres
– La cerimonia del saluto ai caduti – https://lastpost.be/
Su questo blog sulla Prima Guerra Mondiale:
– lunedì 11 novembre 1918: anche l’Europa fa la pace ma Wilfred Owen non la vedrà
– La pace è difficile, la guerra è facile: a 100 anni dalla Conferenza di pace di Parigi, 18 gennaio 1919
– Storie mantovane della prima guerra mondiale
– Vittorio Veneto o Caporetto? a 100 anni dalla fine della Grande Guerra è tempo di approfondire