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Mi fa sempre piacere parlare della mia passione per Mantova e del mio libro Mantova, 5 cose che so di lei. Ho accettato volentieri l’invito di Francesco Raffanini, giornalista de La Cronaca di Mantova, a rispondere ad alcune domande.
Ecco il risultato!
(forse l’unico appunto è che non mi definirei studioso ma studente, mi piace di più)

Mantova da ammirare – Intervista allo studioso Giacomo Cecchin
di Francesco Raffanini

“Alzando gli occhi si fanno scoperte
Chiunque può diventare guida di sé stesso: bastano pazienza passione e voglia di conoscere”

Ogni città nasconde i propri segreti custodendoli nei secoli. Eppure, molti di questi segreti sono esposti alla vista di tutti, sulla facciata di un palazzo o in un vicolo stretto e dimenticato.
Il problema? Nessuno che alzi gli occhi, nessuno che abbia la curiosità di prendere una via alternativa alle solite “vasche” cittadine. È così che si creano i cosiddetti “segreti”, pane quotidiano per acuti osservatori.

A Mantova, uno dei più curiosi è Giacomo Cecchin, guida turistica, giornalista e storico per passione. Scrive sul suo blog (www.mantovastoria.it) e su alcuni periodici. Inoltre, è autore e conduttore della trasmissione “Mantova Segreta”, in onda su Telemantova da diversi anni. A tutte queste attività si aggiunge quella di scrittore, consacrata dal libro “Mantova. 5 cose che so di lei” (Sometti, 2021).

UNICUM

Un’opera che costituisce quasi un unicum nel panorama delle guide mantovane. Infatti, si tratta di una “guida insolita ai segreti della città” – come recita il sottotitolo – rivolta soprattutto ai cittadini virgiliani, con l’auspicio che possano conoscere meglio la loro città. Il libro è organizzato in capitoletti, ciascuno dei quali riporta cinque curiosità su un aspetto particolare di Mantova. È divertente sfogliare le pagine, passando dalle cinque discese a rotta di collo da percorrere in bicicletta (provare per credere), ai cinque spettri da cercare in giro per la città. Ironia, conoscenza, curiosità: ingredienti perfetti per avventurarsi nella Mantova che non t’aspetti.

PASSIONE

D. Cecchin, da dove nasce la sua passione per la storia mantovana?
R. “Come spesso accade, è una passione nata in tenera età. Sono grato ai miei genitori, che furono i primi a portarmi in giro per la città, quando ero bambino. Grazie a loro ho imparato ad essere curioso e ad apprezzare i tesori di Mantova. Poi devo ringraziare anche il mio maestro delle scuole elementari, Tristano Zacchia, che mi diede altri stimoli sul piano culturale. Infatti, lui amava raccontare la Storia attraverso le storie dei singoli personaggi. È un approccio che mi ha sempre intrigato e che ancora oggi, da guida turistica, cerco di trasmettere. Dunque, la passione di una vita, divenuta in seguito lavoro, dopo anni di studio e di ricerca”.

D. Il suo è uno sguardo alternativo sulla città. Infatti, spesso si sofferma sulla Mantova segreta. Perché?
R. “È vero, avrei potuto scrivere una guida turistica convenzionale, soffermandomi sui percorsi più battuti, come Palazzo Ducale e Palazzo Te. Ma il punto è che esistono già molte guide di questo genere. Quello che, invece, mancava era la personalizzazione, ovvero uno sguardo soggettivo su alcuni dettagli. “Per fare un esempio, nel mio libro non troverete la descrizione di tutte le stanze della Reggia dei Gonzaga. Piuttosto, conoscerete quelli che secondo me sono i balconi più belli di Mantova. A chi piace, questo approccio è irresistibile, perché coinvolge il lettore e lo invoglia a passeggiare per la città come se fosse un esploratore in una terra sconosciuta. “Io, prima di tutto, voglio concentrarmi sul mio punto di vista, mettendomi sullo stesso piano di un qualunque osservatore”.

SEGRETI

D. Crede che ci siano ancora dei segreti da scoprire a Mantova?
R. “Certo, restano molti segreti di diversi generi. Alcuni possono essere svelati attraverso lo studio e la consultazione degli archivi e delle biblioteche. Altri, invece, sono sotto gli occhi di tutti, quindi è sufficiente alzare lo sguardo per accorgersene. “Faccio un esempio. Molti mantovani non sanno che in vicolo Carbone (una traversa di via Calvi) campeggia ancora l’insegna liberty “Cinematografo”, che ricorda il vecchio cinema Bios”.

D. Proprio per conoscere i lati più nascosti, come questo, della città, lei all’inizio del libro invita i cittadini a passeggiare per le vie urbane…
R. “Sì, credo sia importante per i mantovani camminare anche in quei vicoli che di solito si evitano, perché troppo nascosti o apparentemente anonimi. Passeggiare, allora, diventa un modo per conoscere meglio la propria città e per diventarne ambasciatori. Lo dico contro i miei interessi di guida turistica: le guide possono essere anche i cittadini comuni, anzi, ben venga che una persona si interessi alla storia del luogo dove vive. “Il mio invito, pertanto, è rivolto anzitutto ai mantovani, perché spesso si conoscono più le altre città della propria. Dovremmo cercare di sentirci un po’ più virgiliani (pensando proprio a Virgilio, che guida Dante alla scoperta dei regni ultraterreni, n.d.r.)”.

DIVULGAZIONE

D. Lei si occupa di storia ma anche di divulgazione. Da conoscitore di Mantova, che opinione ha della cultura locale dei giorni nostri?
R. “Premetto che sono un ottimista di natura, per cui non dirò mai che si stava meglio quando si stava peggio. Anche perché non lo credo. Infatti, ritengo che la città sia ancora frizzante e che offra molti spunti. “Poi bisognerebbe chiedersi cosa si intenda per “cultura”. Per me, cultura è tutto ciò che è interessante e funzionale a trasmettere entusiasmo nelle persone. Più gente è interessata alle iniziative, più movimento c’è in città. Detto ciò, è innegabile che Mantova sia in calo a livello economico, ma penso che non siamo gli unici a soffrire”.

D. Quale zona consiglierebbe a un mantovano per avvicinarsi alla “Mantova segreta”?
R. “Consiglio il quartiere di Fiera Catena, che mi piace ribattezzare il “quartiere latino” di Mantova. Infatti, ospita molti centri culturali (tra cui la Biblioteca Baratta), scuole, chiese antiche (quella di Santa Maria del Gradaro, su tutte) e, per non farsi mancare nulla, dei deliziosi ristorantini. Non dimentichiamo che c’è anche Porto Catena, importante collegamento col Mare Adriatico. Per come la vedo io, è il quartiere più frizzante della città. Con i suoi immancabili segreti”.

Quando si ha la possibilità di sentire parlare Giacomo Cecchin, assale una improvvisa curiosità di andare in giro per Mantova, un po’ come facevano i nobili parigini nella Belle Époque, per sperimentare il turismo nella propria città. Sei passato migliaia di volte per Piazza Martiri di Belfiore, eppure ora apprendi che, fino a qualche decennio fa, lì c’erano il Rio (prima di essere tombato) e la chiesa di San Domenico (di cui resta solo il campanile). Hai passato tanti pomeriggi d’infanzia a giocare in piazza Virgiliana, per scoprire poi che un tempo quello era uno dei porti cittadini. La città ha un vissuto, è come un essere umano avanti negli anni. A rinfrescare i ricordi dei tempi che furono, ci pensa Giacomo Cecchin.
(Venerdì 28 luglio 2023 – La Nuova Cronaca di Mantova)