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A volte la vita è una questione di serendipity*, di apparenti casualità e coincidenze che però si rivelano ricche di stimoli e scoperte.

E’ quello che è accaduto con la visita di Robert Kay a Mantova, un americano venuto in Italia per ripercorrere i passi di suo padre John Kay, un capitano dell’intelligence americana arrivato in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ho ricevuto un’e-mail da Robert perché mi ha visto nel filmato su Mantova realizzato da un suo amico Dennis Callan lo scorso anno (lo potete vedere qui A Mantova con Dennis Callan: dove si scopre che gli hawaiani dicono davvero MAHALO quando sono felici). Entrambi abitano alle Hawaii e siccome si conoscono Dennis gli ha dato il mio riferimento.

Robert Kay mi ha scritto e mi ha inviato un documento molto interessante sulla Mantova nei giorni della Liberazione. Suo padre John Kay era incaricato di entrare nelle città liberate per fare una sorta di report della situazione. Ecco i due documenti stilati dal capitano Kay a San Benedetto Po e a Mantova.

I PRELIMINARY REPORT DI MANTOVA E SAN BENEDETTO PO

Sono informazioni in presa diretta che rivelano particolari molto interessanti sulle due località Robert Kay ha l’intenzione di scrivere un libro sulla vita di suo padre ed è venuto a Mantova e San Benedetto Po proprio per vedere di persona i luoghi che hanno visto il passaggio del capitano Kay.

A San Benedetto Po abbiamo incontrato il sindaco Roberto Lasagna e Vanessa Morandi, assessore alla cultura che ci hanno accolto nell’ufficio del sindaco, probabilmente quello dove il 23 aprile del 1945 viene ucciso il segretario fascista del comune da un cecchino, mentre veniva interrogato dal capitano Kay. Prima eravamo passati a Felonica al Museo della Seconda Guerra Mondiale (https://www.museofelonica.it/) accolti dal direttore Simone Guidorzi.

A Mantova invece siamo stati accolti nell’Archivio Comunale (grazie al lavoro di Paola Somenzi) dall’assessore Alessandra Riccadonna, da Claudia Bonora, presidente dell’Istituto mantovano di Storia contemporanea e alcuni storici locali.

IL VIAGGIO DI ROBERT KAY SULLA STAMPA E IN TELEVISIONE

Ecco gli articoli e i servizi televisivi che hanno raccontato del viaggio di Robert Kay sulle tracce del padre.

Gazzetta di Mantova

La Voce di Mantova

L’Alto Adige

Le due testate online
Mantova Uno Storia del capitano John che prima fu Hans e Giovanni
L’Altra MantovaViaggio della memoria sulle tracce del capitano John Kay

I servizi sulle televisioni locali

Telemantova – TG https://www.youtube.com/watch?v=Nh8AWY7o9Bw

TG3 Lombardia – TG https://www.youtube.com/watch?v=VNrHmlnOF58

Una galleria di foto del viaggio del capitano John Kay

Il testo dell’articolo di Gilberto Scuderi – Gazzetta di Mantova

Robert Kay è passato per Mantova. Lo abbiamo incontrato mentre era in Archivio storico comunale, al Centro Baratta, a caccia di documenti. Su un tavolo c’erano giornali, fotografie, avvisi, proclami e altre carte di quando la guerra era agli sgoccioli, ultimissimi giorni, già vinta dagli Alleati con i tedeschi in fuga verso nord.

Robert è di San Francisco ma vive a Honolulu, nelle Hawaii. È figlio di John Kay, il capitano dell’esercito degli Stati Uniti che sbarcò a Salerno, andò ad Anzio e poi su fino a Mantova, girando infine a destra per Villafranca e oltre.

Intorno al tavolo di documenti, con Kay c’erano gli storici Carlo Benfatti, Giacomo Cecchin e Renato Zavattini, l’assessore Alessandra Riccadonna, il responsabile dell’archivio Andrea Barbieri e l’archivista Paola Fila che ha curato l’incontro insieme a Cecchin.  

Robert vuole scrivere un libro sulla vita di suo padre partendo da appunti raccolti in un diario che suo padre gli ha lasciato. Un report del capitano John Kay, compilato con macchina da scrivere a Mantova il 25 aprile 1945 su un foglio prestampato, restituisce la situazione della città «con riferimento – ha detto Cecchin – agli edifici e ai ponti, ai rifornimenti alimentari e all’energia e a tante altre cose.

Ad esempio, registra la presenza dei partigiani che in città sono oltre 300, appartenenti alle brigate socialiste, comuniste e liberali. Parla del vescovo Menna definendolo fascista e odiato dalla popolazione e registra anche le cinque case chiuse presenti con 20 ragazze».  

Benfatti ha ricordato Manlio Andreani, giornalista della Gazzetta scomparso qualche anno fa, che nel 1945 vide gli americani entrare a Mantova. Robert Kay possiede un archivio digitalizzato di documenti e fotografie che verserà a una biblioteca americana.

Il capitano John non parlava volentieri della propria esperienza di guerra. Sulla scorta del diario del padre, Robert cerca di saperne di più. Ha lavorato in un ufficio stampa aziendale e ha già scritto alcuni libri di viaggio. Attendiamo il prossimo, che sarà di storia, con pagine dedicate a Mantova.

* Il termine serendipità indica l’occasione di fare scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. Il termine fu coniato in inglese (serendipity) da Horace Walpole nel XVIII secolo e rientra pertanto nel novero delle parole d’autore. La serendipità viene spesso concettualizzata dagli studiosi come un tipo particolare di fortuna, che emerge da una combinazione di ricerca, contingenza e conoscenza pregressa. Sebbene dunque il concetto di serendipità sia indissolubilmente legato a quello di incertezza, la serendipità richiede una buona sintesi di preparazione e apertura verso il nuovo attraverso meccanismi di dubbio generativo.
Per approfondire https://it.wikipedia.org/wiki/Serendipit%C3%A0