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Ci sono molti modi per capire se sei un mantovano vero, se abiti nel cuore di Mantova oppure nella periferia o addirittura fuori città. Il dialetto, l’accento, i modi di fare, come vivi la città: tutto parla e racconta di te.
Per uno nato “in periferia” il centro può arrivare fino a piazza dei Mille e al ristorante I Due Cavallini; per chi è del centro vero e sente suonare le campane di sant’Andrea la città finisce al Rio o poco oltre il Teatro Sociale.
Ma c’è un altro radar davvero infallibile per individuare la mantovanità: i «caldi dolci». Quelle specie di “polentine dolci” con uvetta e zucchero a velo che si trovano a Mantova solo nei giorni attorno al 2 novembre.
Prova a chiedere se conosce i caldi dolci a un mantovano della provincia, o ad uno della prima periferia, oppure a chi è appena arrivato in città: molto probabilmente otterrai uno sguardo interrogativo e nessuna risposta.
Perché i caldi dolci sono un vero test di mantovanità attiva.
E poi, visto che siamo in Italia e l’identità si misura in metri, non in chilometri, c’è un altro aspetto divertente. Chiedi: “dove compri i tuoi caldi dolci?” Se sei davvero del centro, ci sarà il negozio “giusto” e cambiarlo è quasi un sacrilegio.
Io, che non sono nato nel centro ma ho imparato ad amare i caldi dolci, permettimi di darti la mia personale classifica dei punti vendita:
- Pasticceria della Camera di Commercio (chiusa) – era la mia tappa fissa. Il pasticciere era una persona speciale: dopo aver fatto amicizia, mi teneva dei caldi dolci in freezer per “crisi d’astinenza”.
- Il Bignè d’Oro di corso Pradella (cambio gestione) – dopo la chiusura della prima, qui sono andato per un periodo. Peccato che abbiano passato la mano: sai com’è, anche la migliore ricetta non è la stessa se fatta da mani diverse. Un piccolo aneddoto: il titolare della pasticceria ha il mio numero di telefono e quando fa i caldi dolci per passione mi chiama per una fornitura personalizzata.
- Panificio Freddi – oggi è qui che acquisto i caldi dolci e non solo. Qui trovo “il pane di Mantova”, passione per un lavoro ben fatto, la tradizione che non dimentica il futuro. E se vai nei momenti di ressa ti diverti ad osservare la danza tra chi è alla cassa, gli scontrini che volano, i resti smistati: un piccolo spettacolo unico.
- La Tur dal Sucar – è stata l’indicazione di una signora incontrata nella mia edicola preferita. E siamo andati a fare la fila per acquistare i caldi dolci, e oggi li assaggeremo e sapremo se avremo individuato un altro luogo del cuore.
- La Deliziosa – è un’indicazione dell’amico Enrico Dallabella che ricorda la famiglia Dal Cerè e i memorabili i tempi in cui, negli anni del Mantova di Lori, Dal Cerè distribuiva gratuitamente i caldi dolci in tribuna centrale.
Giacomo Cecchin
Ricetta dei caldi dolci
Tratta da varie fonti tradizionali mantovane.
Ingredienti
- 250 g di farina di mais “fioretto” (o polenta fioretto)
- 1 litro di latte
- 1 dl di vino cotto (o mosto d’uva ridotto)
- 100 g di burro
- 100 g di zucchero
- 100 g di pinoli
- Uvetta (secondo gusto)
- Scorza di limone grattugiata
- 3-4 chiodi di garofano
- 1 cucchiaino di cannella in polvere
- Un pizzico di sale
Procedimento
- In una pentola versare il latte, il burro, lo zucchero, i pinoli, l’uvetta, la scorza del limone, la cannella, i chiodi di garofano e un pizzico di sale. Scaldare fino quasi a ebollizione.
- A caldo, lentamente e mescolando con una frusta, aggiungere la farina di mais “a pioggia”, evitando la formazione di grumi. Cuocere a fuoco basso per circa 25-30 minuti, mescolando spesso.
- Far raffreddare il composto fino a poterlo trattare con le mani. Formare piccole palline o dischetti appiattiti e allungati.
- Disporre su una teglia e infornare a 180 °C per circa 10 minuti (o fino a leggera doratura superficiale) per asciugare e dare consistenza.
- Servire caldi — come suggerisce il nome: si gustano meglio appena fatti o riscaldati.
Buon appetito!
Altri dolci italiani ed europei tipici per i giorni dei morti
Oltre ai “caldi dolci” mantovani, anche in Italia e in altri paesi europei si ritrova la tradizione di preparare dolci speciali nei giorni del 1 e 2 novembre, in memoria dei defunti e per la celebrazione del ricordo.
- In Emilia-Romagna c’è la Piada dei Morti, focaccia dolce con uvetta, mandorle, noci e pinoli, preparata il giorno della commemorazione dei defunti.
- In Lombardia e in altre zone nord italiane troviamo il Pan dei Morti, dolce a base di biscotti sbriciolati, cacao, frutta secca, spezie, uvetta, che ricorda i sapori autunnali.
- In Sicilia, le Ossa di Morti o “ossa i mortu” sono biscotti a forma di ossa, speziati, preparati per la commemorazione dei defunti.
- In altri paesi europei esiste, ad esempio, la tradizione della Torta dell’Anima (soul cake) che veniva data in certi Paesi per la festività dei defunti: un piccolo dolce speziato che richiama questa atmosfera.
Questi dolci comuni-diversi raccontano come la memoria, la stagione e il cibo si intreccino in tante tradizioni: un assaggio che parla della storia, del territorio e delle persone.
Title: Caldi Dolci: Are You Truly from Mantua? A Sweet Indicator of Local Identity
This article explores the cultural significance of Caldi Dolci, traditional Mantuan sweets prepared around All Souls’ Day (November 2). Through an affectionate and humorous reflection, the author shows how knowing and appreciating these rustic, polenta-based treats can serve as an “active indicator” of being a true Mantuan — distinguishing city dwellers from those of the outskirts or newcomers. The piece also recalls personal memories of local pastry shops and their versions of the dessert, emphasizing the deep link between food, memory, and place. The article concludes with a recipe for Caldi Dolci and a brief overview of other Italian and European confections traditionally made to honor the dead.
Titre : Caldi Dolci : êtes-vous vraiment de Mantoue ? Un doux indicateur d’identité locale
Cet article met en lumière la valeur culturelle des Caldi Dolci, pâtisseries traditionnelles de Mantoue préparées autour de la fête des morts (le 2 novembre). À travers un ton à la fois affectueux et ironique, l’auteur montre comment la connaissance et l’appréciation de ces douceurs à base de polenta et de raisins secs deviennent un véritable marqueur d’appartenance mantouane, distinguant les habitants du centre-ville de ceux de la périphérie ou des nouveaux arrivants. Le texte évoque également des souvenirs personnels liés aux pâtisseries locales et à leurs recettes uniques, soulignant le lien profond entre nourriture, mémoire et identité. L’article se conclut par la recette des Caldi Dolci et une brève présentation d’autres douceurs italiennes et européennes typiques de la commémoration des défunts.
Ecco alcuni link per approfondire
- I Caldi Dolci senza glutine https://stellasenzaglutine.com/2013/11/02/i-miei-caldi-dolci-senza-glutine/
- “Lombardia: Caldi dolci” su *GialloZafferano – ricetta e spiegazione tradizionale. GialloZafferano Blog
- “I Caldi Dolci: Un viaggio del gusto nei sapori mantovani” su *Pane al Pane Mantova – storia e contesto locale. Pane al Pane
- “Caldi Dolci, tradizione mantovana che rivive per le ricorrenze dei Santi e dei Defunti” su *MantovaUno – articolo giornalistico con dettagli della produzione. Mantovauno.it
- Voce “Caldi dolci” su *Wikipedia – dati, storia e varianti. Wikipedia
Passo ricetta a Gabri. Ciaoooo