Matera ha vinto il titolo di capitale europea della cultura 2019. Mantova è stata esclusa già alla prima selezione (era il 15 novembre 2013). E oggi? cosa pensiamo di fare per il 2019? Perchè non pensare che se i progetti presentati nel dossier di candidatura erano davvero buoni non possano essere realizzati in ogni caso?
Provate a ragionare su cos’era Mantova nel 1519 e su cosa potremmo celebrare nel 2019.Come Mantova 1519?! E’ un refuso – penserà il lettore – è Mantova 2019. No, non è un refuso, la data è scritta in maniera corretta e, nel giorno in cui si compie la prima selezione tra le città candidate a capitale europea della cultura, noi vogliamo ricordare proprio la Mantova del 1519. Una Mantova antica che era già capitale europea della cultura, senza la necessità di un’attribuzione del titolo da parte di una giuria.
Mantova nel 1519 vede l’avvicendarsi al potere tra il marchese Francesco II e il figlio Federico II, dall’”artigiano” Andrea Mantegna si passa all’”imprenditore” Giulio Romano. Si chiude definitivamente il Medioevo e si apre la strada alla modernità.
La storia accelera e non solo a Mantova. Nel 1519 Carlo V è eletto a soli diciannove anni imperatore e la riforma luterana prende il volo. Nel 1519 muore Leonardo e con lui l’uomo vitruviano, misura del mondo, illusione che si spezza definitivamente con il sacco di Roma del 1527. Pensiamo a come questo si noti a Mantova nella differenza che corre tra l’eterno presente della Camera degli Sposi di Mantegna e il crollo vorticoso che rompe qualsiasi equilibrio della Sala dei Giganti di Giulio.
Per questo abbiamo titolato 1519, un anno fondamentale per Mantova, e che rafforza la candidatura celebrativa del 2019.
Sono convinto tuttavia che non possiamo aspettare il 2019 perché Mantova torni ad essere capitale della cultura. Occorre partire qui e ora, con progetti da realizzare nel 2014 e negli anni successivi. Progetti forti che coinvolgano i cittadini e le imprese facendo sì che la cultura diventi davvero una cosa viva e non uno sterile ritornello.
Se non partiamo da qui rischiamo che, anche se dovessimo vincere la gara, nel 2019 i turisti trovino una Mantova-Museo, e i mantovani continuino a vivere in una città-Brigadoon, che si sveglia per il Festivaletteratura e poi si riaddormenta in attesa di tempi migliori. Ricordiamoci cos’era Mantova nel 1519: abbiamo cinque anni per lavorare e tornare ad esserlo.
Editoriale pubblicato sulla prima pagina de “La Voce di Mantova di venerdì 15 novembre 2014