Tag

, , , , , , ,

La rotta del ponte dei Mulin

A volte le storie vere sono più strane di quelle inventate. Ciò che accadde durante la disputa tra Gian Galeazzo di Visconti, duca di Milano, e Francesco I Gonzaga, capitano del popolo a Mantova è proprio una di queste. Siamo alla fine del 1300 e per motivazioni diplomatiche e di strategia il Milanese (il Visconti) vuole spodestare il Mantovano (Francesco I Gonzaga).

Ponte Visconteo a Valeggio sul Mincio


Tuttavia la città di Mantova è circondata completamente dall’acqua, un vero e proprio fossato naturale che la rendeva inespugnabile. Ma a Gian Galeazzo viene un idea: se non ci fossero i laghi Mantova sarebbe perduta e allora perchè non provare ad asciugarli?
Un progetto ambizioso che tuttavia inizia davvero con la costruzione di un ponte a cavallo del Mincio, nella zona di Valeggio sul Mincio nei pressi del paesino di Borghetto. Il ponte fortificato viene completato nel 1395 e tuttora viene chiamato Ponte Visconteo. la funzione del manufatto era proprio quella di deviare il corso del fiume Mincio, asciugare i laghi di Mantova e conquistare la città.
Ma l’acqua non ci stà e sfuggendo al controllo rompe il ponte dei Visconti e arriva con un’ondata di piena, un piccolo Tsunami fluviale, sul lago superiore dove rompe nel mezzo il ponte dei mulini.
Ancora in tempi recenti e prima che il ponte dei Mulini fosse bombardato dagli americani si poteva vedere un piccolo argine curvo detto la Rotta, costruito nel punto in cui il manifatto aveva ceduto sotto la spinta dello tsunami, che come tutte le cose che riguardano Mantova fu gentile e non provocò troppi danni.
Interessante come raccontò la storia Stefano Gionta,storico Mantovano del XVI secolo nel suo Fioretto delle croniche di Mantova, pubblicato a Verona nel 1570.
Ecco il testo dove Stefano Gionta parla dello tsunami:
“l Conte di virtù sdegnato con Francesco Gonzaga per la lega fatta co’ fiorentini, pensò di levargli lo Stato, e fece fare un ponte sopra il Mincio a Valeggio, e certi ordigni per rivolger l’acque di detto fiume a Villafranca, ed asciugare il lago di Mantova; ma la copia dell’acqua raccolta insieme ruppe i sostegni, e corse con tanta furia nel lago, che portò via un pezzo del ponte dei Mulini. Questa rovina che si vede sino ad ora, chiamasi la Rotta, che è tra li Mulini e i cosiddetti Folli”. Stefano Gionta – Il Fioretto delle Croniche di Mantova (1570)