Tag

, , ,

Mantova assediata dagli imperialiVi siete mai chiesti se sia possibile uccidere una città? In alcuni casi questo è successo ma c’è stata anche una rinascita: pensiamo a Milano dopo la sua distruzione da parte dell’imperatore Federico Barbarossa nel 1162 oppure a Roma dopo il sacco del 1527 da parte dei Lanzichenecchi dell’imperatore Carlo V. A volte invece le città non si risvegliano più, anzi si addormentano in attesa di qualcosa che le possa risollevare. Questo è il caso di Mantova (1630), Ferrara (1597), Urbino (1625) e Piacenza (1547).
Per Mantova l’anno della morte è quello del Sacco del 1630 quando in pochi mesi la città passa da circa 30.000 abitanti a 10.000 e ritornerà a questi livelli demografici solo agli inizi del novecento. La capitale gonzaghesca inizia un lento declino che la porta ad essere definita anche come “la bella addormentata”.Ferrara muore invece nel 1597 quando con la morte dell’ultimo duca legittimo Alfonso II d’Este la città torna al Papa e allo Stato Pontificio e gli estensi si spostano a Modena, che diventa la nuova capitale. Anche qui con la cosiddetta “devoluzione” la città emiliana si addormenta in attesa di tempi migliori.
Urbino subisce la stessa sorte nel 1625 quando finisce la dinastia dei Della Rovere e arrivano i legati pontifici. Oggi la città ha meno abitanti di allora e condivide la sorte delle altre due capitali rinascimentali, Mantova e Ferrara, splendide da visitare e difficili da vivere a meno che non ci sia nati e ci si sappia accontentare.
Da ultimo arriviamo a Piacenza la cui sorte invece è dovuta ad un omicidio a sangue freddo, quello del duca Pier Luigi Farnese, figlio del papa Paolo III.
Storia confidenziale della letteratura italiana - IV volume - copertinaEcco come descrive la storia Giampaolo Dossena nel suo quarto volume della Storia confidenziale della letteratura italiana:
“Piacenza 10 settembre 1547 – A Piacenza il 10 settembre 1547 viene assassinato il duca Pier Luigi Farnese, a opera di nobili locali (Landi, Pallavicino, Anguissola). Il cadavere è buttato da una finestra della cittadella nel fossato che la circonda. La cittadella è quella di cui si vede ancora al giorno d’oggi una torre tonda angolare, nella piazza omonima. La congiura non ha successo: a Pier Luigi succede il figlio Ottavio e la dinastia resterà in sella fino a Settecento inoltrato, ma l’assassinio del duca ha alcune conseguenze. … La seconda conseguenza dell’assassinio di Pier Luigi Farnese riguarda la città di Piacenza. Nel 1547 viene uccisa la città di Piacenza come nel 1597 e nel 1625 verranno uccise le città di Ferrara e Urbino. Vediamo.
Il papa Paolo III Farnese aveva costituito nel 1545 per il proprio figlio Pier Luigi un ducato: il ducato di Piacenza e Parma. Piacenza era la capitale. Assassinato Pier Luigi nel giorno 10 settembre 1547 da cui siamo partiti, la capitale viene trasferita a Parma, e Piacenza non diventa la sorella povera bensì la figlia della serva. Per esempio, senza biblioteca.
Nel 1962 nascerà a Piacenza una rivista chiamata “Quaderni piacentini” che prenderà nome da Piacenza per antìfrasi.”Piacenza” per i “Quaderni piacentini” è come “Littérature” per i surrealisti. Nel 1972, riferendomi ai Demonî di Dostoevskij, scrivevo:
“Una rivista così disperatamente, demoniacamente déracinée (l’espressione più completa, lucida e patogena della crisi non solo culturale della sinistra italiana) non sarà un caso che sia nata in una delle cttadine italiane dove, se anche uno volesse metter radici, riuscirebbe solo a spezzarsi i denti”.
Sono passati 22 anni dal 1972, anzi 427 anni dal 1547. Non c’è da cambiare una virgola”. Citazione tratta da pag. 149 Storia confidenziale della Letteratura italiana – Giampaolo Dossena – Rizzoli – prima edizione 1994