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La facciata dell'Albergo Reale

Questo è un post sperimentale.
E’ la pubblicazione ora per ora degli articoli che hanno accompagnato la giornata FAI d’autunno con l’apertura di Palazzo Barbetta.
Io ero volontario FAI e questa è la storia di quella giornata. Andiamo a incominciare…

Domenica 18 ottobre 2015, Mantova, Esterno giorno.

Oggi si tiene la FAI Marathon 2015 e io sarò impegnato come “concierge” per un giorno a Palazzo Barbetta che una volta era l’Albergo Reale di Mantova. Qui di seguito pubblico in sequenza i post che oggi saranno pubblicati sulla pagina Facebook di Fai Giovani Mantova. Se siete a Mantova oggi fate un salto e in caso contrario godetevi la lettura e naturalmente venite in un’altra occasione.

Iniziamo con quello delle 9.11 …

Vicolo Albergo

Ore 9.11 “Presi alloggio nell’albergo reale (del marchese di Canossa), il più suntuoso che abbia mai visto in vita mia; però è una pazzia del proprietario, che sarà molto presto costretto a lasciarlo”.
Così scrive Francisco de Miranda nel dicembre 1785 del suo soggiorno a Mantova all’Albergo Reale. L’albergo ha chiuso infatti ma oggi l’edificio si apre alle visite durante la Fai Marathon. Perchè non venite a dare un’occhiata e a scoprire l’ultimo passaggio segreto rimasto a Mantova (vedi foto)? Palazzo Barbetta in via Cavour di fronte al vicolo S.Anna.

Il simbolo dei Marchesi di Canossa

Ore 10.05 Albergo Reale – la storia inizia nel 1782 quando Carlo, marchese di Canossa, acquista la casa della Regia zecca, posta nella contrada del Leopardo e altre case dalla Camera arciducale di Mantova per costruirvi un grande albergo di lusso, come voluto dall’imperatore Giuseppe II.
Oggi #FAIMARATHON2015 un albergo, molte storie ma soprattutto una grande passione #FAILATUAPARTE e sostieni il FAI e la cultura

Ore 11.39 #FAIMARATHON2015 – A Mantova riapre per un giorno l’Albergo Reale. Vieni ad ascoltare la sua storia. #FAILACOSAGIUSTA
1784 l’Albergo reale è terminato uno dei primi ospiti lo descrive in termini entusiastici durante un soggiorno del dicembre 1785.
“Presi alloggio nell’albergo reale (del marchese di Canossa), il più suntuoso che abbia mai visto in vita mia; però è una pazzia del proprietario, che sarà molto presto costretto a lasciarlo”.
Francisco de Miranda, dicembre 1785

Charles Dickens

Ore 12.30 #FAIMARATHON2015 L’Albergo reale era una novità importante per Mantova che fino a quel momento aveva nel Leon d’oro l’alloggio “migliore” della città. Il viaggiatore francese De La Roque di passaggio in città nel 1782 riporta questa notazione nel suo carnet de voyage: “Mantova è una sosta molto cattiva: il Leon d’Oro, che passa per il miglior albergo della città è soltanto pessimo, in tutto il significato dell’espressione”. Anche Dickens scenderà nella stessa locanda nel 1844 e le cose non saranno migliorate.
Vivi l’esperienza della storia. FAI X 3 con la #FAImarathon, #FAIlatuaparte #FAIlacosagiusta ma soprattutto contribuisci a diffondere il passaparola: la cultura si sente e soprattutto si FAI!

L'Albergo reale visto dall'alto

Ore 14.50 #FAIMARATHON2015 L’Albergo reale presenta una facciata in cotto a vista si presenta dotato di una massiccia solidità che lo distingue da ogni altra creazione del neoclassicismo mantovano.
L’architetto artefice dell’albergo è Giambattista Marconi, insegnante di architettura dell’accademia teresiana di Mantova.
L’artista impegnato nella decorazione del palazzo è Francesco
Tartaglini.
Mantova sta vivendo una stagione di rinascita dopo il coma sonnacchioso che l’ha colpita con la caduta dei Gonzaga. Ma durerà poco. Stay tuned: il post delle 15.35 spiegherà com’è finita.

Austria Felix

Ore 15.35 Nel 1821 l’Albergo reale chiude dopo poco più di 35 anni di attività. Sarà Bonifacio di Canossa a prendere questa decisione vendendo l’edificio all’imperatore che lo trasformerà in pretura e Tribunale civile e criminale.
Spiace dirlo ma i tempi cambiano e a Mantova il tribunale lavorerà di brutto con i patrioti risorgimentali che si battono per l’indipendenza.
Volete conoscerne qualcuno? Stay tuned: il post delle 16.05 parlerà di loro e della Guantanamo mantovana.

Le carceri dei martiri di Belfiore

Ore 16.05 #FAIMARATHON2015 Dopo la chiusura dell’Albergo Reale a Mantova si sente solo il suono degli stivali dei soldati austriaci e il tintinnare delle manette. Il Castello di San Giorgio diventa una “guantanamo dell’epoca”. Solo se eri un terrorista pericoloso finivi nelle carceri di Mantova. Non è più Austria Felix ma Rapax e arriveranno le forche di Belfiore a dimostrarlo.
E quando Mantova diventa italiana? Cosa succede all’Albergo Reale? E perchè oggi lo chiamano Barbetta?
Stay Tuned: il post delle 17.01 ve lo spiegherà!

Lavori davanti all'Albergo Reale

Ore 17.01 Nel ‘900 l’Albergo reale viene acquistato dalla famiglia Barbetta, diqui il nome attuale, ma sarà nel 1956/1957 che Girolamo Landoni lo acquisterà per trasformarlo in un condominio con appartamenti di pregio. E d’altra parte tra un condominio e un albergo cambiano solo i nomi: arriva il portinaio e sparisce il concierge, arrivano gli inquilini e scompaiono gli ospiti.
Oggi tuttavia l’Albergo ha riaperto per un giorno con la #FAIMARATHON2015 e avete ancora una mezz’ora per poterlo vedere. Vi aspettiamo! #FAILACOSAGIUSTA

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Ore 17.30 #FAIMARATHON2015 L’Albergo reale torna a chiudere i battenti. Oggi abbiamo esaurito le camere con tutti i visitatori che hanno partecipato all’iniziativa. Ma vi lasciamo con un’ultima curiosità: l’unico passaggio segreto rimasto a Mantova. Provate a percorrere vicolo Albergo scendendo da Piazza Canossa verso via Cavour. Sulla sinistra vedrete ad un certo punto che al bugnato si sostituisce il legno di uno sportello mimetizzato nella decorazione.
Una via di fuga? Un ingresso segreto? Molto più prosaicamente lo sportello che consentiva di far scendere ghiaccio e neve nella ghiacciaia dell’Albergo che così poteva conservare i cibi o offrire una granita estiva agli ospiti in visita alla grande Fiera di Mantova.
Oggi noi abbiamo fatto la nostra parte. Domani ci aspettiamo che tu faccia la tua:#FAILATUAPARTE aderisci al FAI, #FAILACOSAGIUSTA sostieni la cultura, #FAIDELTUOPAESEUNCAPOLAVORO : la cultura si sente e soprattutto si fa!