FerdinandoCarloGonzagaNeversNel 1707 l’ultimo dei Gonzaga lascia Mantova: Ferdinando Carlo fugge a Venezia per poi morire avvelenato a Padova nel 1708. E’ una fine ingloriosa per la famiglia che ha dominato Mantova per oltre tre secoli.
Per chi volesse approfondire il tema segnalo un mio articolo pubblicato su La Reggia, la rivista della Società per il Palazzo Ducale di Mantova.
Un’ultima curiosità: l’ultimo duca di Mantova è quello che rimane al potere più a lungo tra tutti i suoi antenati: ben 42 anni. La dimostrazione che la qualità di un governante si misura dal valore delle cose che fa e non dal tempo di permanenza al comando.
Qui trovate l’articolo impaginato mentre a questo link potete leggere tutto il numero della Reggia e di seguito riportiamo il testo.L’Ultimo duca
Ferdinando Carlo Gonzaga di Nevers nasce il 31 gennaio 1652 a Revere (MN) e muore, forse avvelenato, a Padova il 5 luglio 1708. Queste due date racchiudono la parabola umana dell’ultimo duca di Mantova: il più longevo dei Gonzaga come permanenza al potere ma anche quello che ha lasciato la traccia minore contando i 16 della famiglia che lo hanno preceduto. In realtà se dovessimo inquadrare la vicenda di Ferdinando Carlo Gonzaga dovremmo far riferimento anche ad altri due anni: il 1550 e il 2002. Nel 1550 muore Francesco III Gonzaga, figlio del duca Federico II, per una malattia seguita ad un’accidentale caduta nel lago. Si riapre pertanto la successione al titolo di duca con la famiglia che spinge per far sì che Guglielmo, il secondogenito legittimato al titolo ma afflitto dalla maledizione della gobba gonzaghesca, rinunci al ducato a favore del ben più prestante fratello, il  terzogenito Ludovico. Ma il gobbo non cede e Ludovico finisce in Francia nei possedimenti della nonna Anna D’Alencon e da lui nascerà il ramo cadetto dei Gonzaga di Nevers che torneranno a Mantova nel 1627 alla morte del duca Vincenzo II Gonzaga.
Nel 2002 invece si gioca l’ultimo atto di una vicenda che ha visto Ferdinando Carlo, fuggire nel 1707 da Mantova a Venezia per poi morire a Padova nel 1708. Nel 1999 Gianfrancesco e Carlos dei Gonzaga di Vescovato infatti riportano a Mantova il teschio di Ferdinando Carlo Gonzaga che, dopo una sosta in Biblioteca Teresiana sarà sepolto nella Basilica di S. Barbara giovedì 17 gennaio 2002, giorno di S.Antonio Abate (come ricorda la lalapide.JPGpide apposta in loco).
La vita del decimo duca di Mantova non presenta episodi di rilievo, anzi si svolge all’insegna di un disinteresse pressoché totale per l’amministrazione del ducato e di una passione sfrenata (almeno questo dicono le fonti) per donne, gioco e cavalli, “occupazioni” che avevano già trovato molti praticanti tra i suoi antenati. Forse anche l’esempio dei genitori non l’aveva aiutato tra Carlo II, il padre donnaiolo impenitente, e la madre austriaca Isabella Clara, buona amministratrice ma protagonista di una tresca con un cortigiano.
Ma lungi dal ripercorrere interamente la vita del duca vorremmo concentrarci sui suoi ultimi anni quando dopo la morte della prima moglie Anna Isabella Gonzaga arriva la resa dei conti e deve fuggire dalla città che lo ha visto al potere per ben 42 anni.
Anna Isabella muore il 19 novembre 1703 e Ferdinando Carlo dopo un solo anno si risposa l’8 novembre del 1704 con una principessa di sangue francese Susanna Enrichetta d’Elbeuf. Ma anche questo matrimonio rimarrà senza prole, come se una maledizione si fosse accanita sul duca che ebbe in realtà numerosi figli naturali ma nessuno legittimo. In questo momento la vita di Ferdinando Carlo sembra  accelerare: con una politica ondivaga il Gonzaga si aliena le simpatie dell’imperatore di cui è feudatario e non riesce ad ottenere il sostegno di Luigi XIV di Francia, il re sole che lo considerava inaffidabile. Il dado è tratto e la decisione è presa: il 21 gennaio 1707 il duca di Mantova timoroso della punizione imperiale fugge a Venezia e non tornerà più nella sua città, almeno da vivo. Certo Ferdinando Carlo non parte senza qualche “souvenir” da Mantova: gli inventari a questo punto sono fondamentali. Sappiamo che i soldi non gli mancano e nemmeno i cavalli (299 secondo i documenti quelli che possiede) ma anche i quadri lo seguono e si legge: “Quadri di buona mano e di buoni pittori … in numero di 242; Quadri … non tanto buoni in numero 659”. Il Palazzo ducale già svuotato dalla vendita del 1627 e dal sacco del 1630 subisce un ulteriore colpo con la fuga di Ferdinando Carlo.
Il duca si rifugia a Venezia dove aveva acquistato un palazzo e dove si recava spesso da Mantova per divertirsi lontano dagli sguardi della corte. Da qui poi si sposta a Padova dove morirà il 5 luglio 1708, nello stesso palazzo in cui, corsi e ricorsi storici, il 30 novembre  1831 sarebbe nato lo scrittore e patriota italiano Ippolito Nievo. E’ di pochi giorni prima, il 30 giugno del 1708, l’atto con cui Giuseppe I d’Asburgo dichiarava il duca di Mantova decaduto dall’investitura  a causa del reato di fellonia, ossia ribellione e tradimento verso l’Impero.
Ferdinando Carlo viene sepolto nell’Oratorio della chiesa di San Francesco a Padova, mentre le sue viscere, seguono un percorso diverso come accadeva per i papi, e sono sepolte nella chiesa padovana di S.Sofia dove ancora rimane una lapide a testimonianza del fatto. Nel 1926 in occasione di lavori di restauro alla chiesa di San Francesco a Padova sarà Carlos Lodovico Gonzaga, del ramo cadetto dei Gonzaga di Vescovato, che asporterà il teschio dal sepolcro e lo conserverà a lungo in un cofanetto, riscoperto poi da un suo omonimo discendente che lo riporterà a Mantova nel 1999.
Si chiude così la storia del duca Ferdinando Carlo Gonzaga di Nevers, che non lasciò memoria di gesta o comportamenti degni della storia della sua famiglia. Chi volesse vedere il suo volto può far riferimento al ritratto conservato all’interno di Palazzo d’Arco: Ferdinando Carlo ci osserva con uno sguardo da “après moi le déluge! (dopo di me il diluvio n.d.r) che non lascia dubbi sull’autostima dell’ultimo duca di Mantova e rende ancora più eclatante la differenza tra la sua enorme ambizione e la pochezza dei risultati raggiunti.