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Carlo_V_Federico_IIOggi a sedici anni i ragazzi sono ancora a scuola e difficilmente hanno già le idee chiare sul loro futuro. Nel 1516 invece poteva capitare che a 16 anni uno fosse già re e un altro si stesse preparando a diventare marchese. E’ il caso di Carlo d’Asburgo, futuro imperatore, e di Federico Gonzaga, prima marchese e poi duca di Mantova.
Nascono entrambi nel 1500 e le loro vite proseguono parallele salvo poi incrociarsi per questioni politiche e di ambizione. Entrambi saranno a Mantova nel marzo del 1530, quando la nostra città diventa per alcuni giorni il centro del mondo, o meglio il suo ombelico (l’ombelico del mondo: vi ricorda qualcosa? Altrimenti provate a seguire questo link.) Ma andiamo con ordine.

Fiandra e profonda pianura padana, Gand e Mantova, città d’acqua entrambe nel 1500 diedero i natali a Carlo, figlio di Filippo e di Giovanna la Pazza e a Federico, primo maschio di Francesco II Gonzaga e Isabella d’Este.
Tra il 24 e il 25 febbraio nasce Carlo, a Gand. Il padre morirà presto e nel 1516 a soli sedici anni Carlo diventerà re e in seguito, grazie a una serie di improbabili coincidenze, riunirà nella sua persona un impero che non ne vedrà altri uguali.
Federico ha un’infanzia diversa, erede del marchesato lascia Mantova come ostaggio del papa Giulio II della Rovere e trascorrerà gli anni più formativi a Roma nel periodo in cui vi lavorano sia Raffaello che Michelangelo. Nel 1519 diventa Marchese di Mantova e comincerà la sua scalata al titolo di duca. Nel 1519 Carlo diventa Carlo V l’imperatore del Sacro Romano Impero sbaragliando gli altri due candidati: Francesco I di Francia che diventerà suo acerrimo nemico e Enrico VIII d’Inghilterra.
Entrambi campioni della chiesa cattolica: Carlo fronteggia la riforma luterana e combatte i principi che la sostengono. Durante il suo impero è stampato il primo indice dei libri proibiti. Federico sarà Capitano generale della Santa Romana Chiesa.
Entrambi campioni della Chiesa cattolica ma: Carlo V darà il via al sacco di Roma nel 1527, la giusta punizione per un papa disubbidiente e Federico aiuterà i Lanzichenecchi ad attraversare il Po (suo fratello Ferrante comanderà le truppe imperiali nell’assalto alla città eterna).
Non ci si deve stupire di questa doppiezza in un periodo storico in cui era vero tutto e il contrario di tutto ma soprattutto quello che rispettava i canoni della Chiesa e dell’Impero: i deboli principi italiani sono costretti a quella politica di continuo cambiamento delle alleanze per potersi presentare dalla parte giusta, quella del vincitore, quando sarà chiaro di chi sarà la vittoria.
Ma il vero legame tra i due personaggi ha come baricentro Mantova e soprattutto Palazzo te.
Nel 1530 Carlo V arriva a Bologna dove è incoronato imperatore del Sacro Romano Impero dal papa Clemente VII.
Federico II non partecipa per questioni di opportunità politica ma lo aspetta a Mantova.
L’imperatore arriva e dopo il soggiorno mantovano concede il titolo di Duca a Federico II (Federico sa che Carlo ha continuamente bisogno di soldi, i Fugger hanno finanziato la sua elezione e l’impero richiede enormi some di denaro).
Si reincontrano due anni dopo sempre a Mantova, con il Palazzo ormai arrivato alla sua veste definitiva e con la Sala dei Giganti a celebrare la gloria dell’imperatore.
Chissà se Mantova avrà ricordato a Carlo V la sua Gand, la città della sua infanzia. Sarà stato contento l’imperatore di tornare in questa Fiandra padana dove puo’ cacciare, mangiare e bere in assoluta libertà e darsi probabilmente anche ai piaceri della carne, salvo redimersi pentendosi con pellegrinaggio al Santuario della Madonna delle Grazie.
Da questo momento in poi le storie si dividono: Carlo V raggiungerà il massimo del suo potere e nel 1555 abdicherà a Bruxelles a favore di Filippo II, primogenito ed erede della corona spagnola e di quella dei Paesi Bassi. L’imperatore si ritirerà in convento a Yuste in Extremadura dove farà le prove generali del suo funerale prima del tempo per valutare l’effetto che fa (come direbbe Jannacci).
Federico invece morirà nel 1540, il fisico minato dalla lue che già aveva portato alla morte suo padre, lasciando in eredità al mantovano quelle terre del Monferrato, regione che tanti problemi creerà poi ai suoi successori.