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Il Lungo Rio

Il Rio per i mantovani e per i turisti è una presenza intermittente che sbuca quando meno te lo aspetti e offre vedute suggestive e particolari di Mantova. E’ un corso d’acqua che ha perso la sua funzione di collegamento tra il lago superiore e il lago inferiore anche se un recente progetto punta a far tornare le persone a navigare sulle sue acque. La copertura del Rio ha fatto perdere ai mantovani anche la percezione dei ponti che lo attraversano che invece sono tuttora presenti e molto caratteristici. E voi li sapreste citare tutti?

Ponte di San Francesco – è quello che si trova vicino al convento e alla chiesa di San Francesco da cui prende il nome. Da una parte si nota il muraglione che marca il confine del recinto conventuale e si osserva forse l’unico punto dove si raggiunge la riva del Rio (vi si arriva da vicolo Stabili l’antico vicolo della sguazzatoia). Dall’altra parte invece c’è la eclettica casa costruita agli inizi del ‘900 dall’architetto Aldo Andreani in un fantasioso stile liberty-medievale.

Ponte di San Giacomo e Ponte di San Silvestro – la copertura del Rio li ha unificati. Il ponte di San Giacomo prendeva il nome dalla chiesa omonima e si trovava nei pressi dell’attuale Teatro Sociale. Due curiosità: la cancellata che chiude l’accesso al Rio tra il negozio di fiori e il grande magazzino è quella della scomparsa chiesa di San Giacomo e da questo punto si intravede un “cavalcario” coperto che scavalca il canale congiungendo due edifici sui lati opposti. La Mantova di una volta con il Rio a vista è ricordata da alcuni bassorilievi posti in alto su uno dei moderni edifici che circondano piazza Cavallotti. Il ponte di San Silvestro era invece quello tra l’inizio del Lungorio dove si svolge il mercato contadino e il palazzo delle poste. Anche questo ponte prendeva il nome da una chiesa non più esistente di cui rimane un ricordo nella statua di San Silvestro posta vicino al punto da cui riemerge il Rio.

Ponte delle Pescherie o di San Domenico – è quello che passa tra i porticati giulieschi delle Pescherie e rappresenta forse il punto più caratteristico di tutto il Rio. Da qui si osserva anche l’unico altro lungorio esistente a Mantova che è il vicolo Sottoriva nel luogo in cui le bugandere (le lavandaie in dialetto mantovano) risciacquavano i panni. In lontananza si osserva anche il ponte di via Massari di cui si coglie la base a forma di cuneo dell’unico pilone centrale per evitare che dei detriti si depositassero mettendo a rischio la stabilità del passaggio. Di fianco alle Pescherie il campanile di San Domenico è l’unico residuo del grande convento domenicano che arrivava come estensione fino all’attuale via della Madonna dell’Orto.

Ponte di Via Massari – è quello che ha meglio conservato il carattere medievale ma soprattutto è il ponte che offre l’esperienza più straniante. Se infatti si percorre via Massari, sia da un lato che dall’altro, non ci si accorge dell’attraversamento del Rio se non quando ci si capita sopra. In lieve pendenza il ponte offre una veduta sulle Pescherie e sui giardini delle case che fronteggiano il canale, mentre non si vede il ponte degli Arlotti a causa della curvatura che piega il fiumiciattolo mentre si avvia verso porto Catena.

Ponte degli Arlotti – il ponte prende il nome da un’antica famiglia mantovana ed è l’ultimo prima del porto catena, l’unico porto rimasto nella città vecchia. La vista del porto è chiusa dal sistema di controllo idraulico che regola il deflusso delle acque mentre dalla parte opposta si ha la curiosità di muri in cui si leggono le modifiche e i tamponamenti successivi oltre ad osservare alcuni accessi diretti al canale come uscite di servizio delle case frontaliere. Nei pressi troviamo la chiesa di San Martino e la casa dell’architetto Giovan Battista Bertani oltre a poter seguire la linea del Rio percorrendo via Corridoni che si incurva ritornando verso le Pescherie.

Giacomo Cecchin

#Mantova2016

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