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Vicolo Bonacolsi
Cavalcavia di Vicolo Bonacolsi

Il cavalcavia è un elemento tipicamente medievale che consentiva di unire due edifici di una stessa famiglia oppure un palazzo ad un giardino con un passaggio aereo. In tal modo si evitava la necessità di scendere nella pubblica via e si creava anche una sorta di corridoio che con le finestre che solitamente gli davano luce permetteva di avere una visuale diretta e dall’alto del passaggio sottostante. Anche a Mantova sono rimasti questi retaggi del medioevo che attribuiscono eleganza ed un immagine insolitamente retrò ad alcuni vicoli o passaggi. Eccone 5 e voi ne conoscete altri?

Cavalcavia di Vicolo Bonacolsi – questo piccolo vicolo che parte da piazza Sordello e confluisce in via S.Agnese è uno dei più medievali e caratteristici della città. Il cavalcavia collega Palazzo Bonacolsi (attualmente Castiglioni) con la sua casa torre trecentesca alla cosiddetta Ca’ degli Uberti. Questo piccolo arco risale al quattrocento e insieme al balcone angolare del palazzo offre un’immagine di rara eleganza e leggerezza.

Cavalcavia di vicolo dell’Arco e di Via S.Ambrogio – vista la vicinanza a piazza d’Arco qualcuno potrebbe pensare che il nome del vicolo derivi dall’antica famiglia. In realtà la via prende il nome proprio dall’arco che la scavalca e che anticamente univa il palazzo della famiglia Arrigoni ad una sua dipendenza. E’ una cosa singolare che nella contigua via S.Ambrogio ci sia un altro arco e che la via prenda il nome dall’antica omonima chiesa (demolita nel 1786) che tra l’altro dava il nome alla piazza attualmente denominata d’Arco per l’antica famiglia.

Cavalcavia del Volto Oscuro – in realtà il Vòlto oscuro non è una vera e propria via perché si trova inserita all’interno del Palazzo Ducale collegando piazza Santa Barbara al lungo lago, sbucando proprio di fianco al fossato del castello. Il cavalcavia che scavalca questo passaggio collega il cosiddetto corridoio del Bertani alla Basilica di S. Barbara e consentiva ai Gonzaga di arrivare nella loro chiesa di Palazzo senza dover uscire. Oggi un muro lo chiude e impedisce ai visitatori di raggiungere la tribuna ducale all’interno della chiesa palatina. Un vero peccato! Ma se è caduto il muro di Berlino forse sarebbe ora anche per questo di cedere il passo.

Cavalcavia dell’Arengario – forse per le dimensioni non sembra proprio un cavalcavia eppure lo è: parliamo del voltone dell’Arengario che collega il retro del Palazzo del Podestà con il Palazzo del Massaro. Siamo in uno dei punti più suggestivi di Mantova che collega piazza Broletto a via giustiziati e consente ancora di cogliere sotto i voltoni dell’Arengario gli anelli che servivano per comminare la tortura dei tratti di corda.

Cavalcavia di Piazza Sordello – Quando si entra in piazza Sordello forse non tutti si accorgono del cavalcavia meglio conosciuto come voltone di San Pietro. In realtà anche qui abbiamo un passaggio aereo che unisce palazzo Acerbi (quello della torre della gabbia) a quello che attualmente ospita un ristorante. Il voltone prende il nome dall’antica denominazione della piazza che si apre tra il duomo e il palazzo ducale: piazza grande di San Pietro. Al di sotto del cavalcavia uno stemma mediceo ricorda il matrimonio tra Vincenzo Gonzaga e Eleonora de’ Medici.

Giacomo Cecchin

#Mantova2016

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