A Mantova la basilica concattedrale di S.Andrea è al centro dei riti pasquali. E’ proprio nella sua cripta seicentesca che, all’interno di un altare cassaforte, sono conservati i due Sacri Vasi contenenti la reliquia del Sangue di Cristo. Ma oggi siamo interessati alla terza cappella sulla destra e in particolare alla sua pala d’altare che è una copia dell’originale di Giulio Romano attualmente al Louvre. L’opera è un’adorazione dei pastori con i santi Giovanni Evangelista e Longino che affiancano la Vergine e il bambino. E la stranezza dell’opera sta nel fatto che Longino guarda fuori del quadro e chissà se i visitatori del Louvre si chiedono cosa stia guardando il soldato romano. Per noi a Mantova non ci sono dubbi.Il quadro era la pala d’altare della cappella Boschetti (Isabella Boschetti era la favorita di Federico II) dedicata alla reliquia del Sangue di Cristo che è completata sulle pareti laterali da due affreschi attribuiti a Giulio Romano e aiuti o forse solo agli allievi su disegno di Giulio. Sulla destra per chi guarda l’altare abbiamo una possente e tenebrosa crocifissione con Longino inginocchiato a raccogliere in una coppa il sangue del costato del Cristo, la Vergine e l’apostolo Giovanni. Sulla destra abbiamo invece una scena che rappresenta la seconda inventio della reliquia dei Sacri Vasi che, scoperta inizialmente nell’804 e successivamente nascosta, fu riscoperta nel 1048.
Ecco cosa guarda San Longino: sta osservando la riscoperta della Reliquia. Il soldato romano tra l’altro impugna la lancia con cui ferì Cristo al costato e nell’altra mano regge uno dei Sacri Vasi contenenti la reliquia (i vasi sono due perchè la tradizione vuole che uno contenesse il terreno imbevuto del Sangue del Redentore mentre l’altro la spugna con cui si diede da bere aceto al Cristo).
Ecco cosa capita quando un’opera non può essere osservata nel luogo per cui era stata dipinta: si perdono tutte le informazioni legate al contesto e nel caso di Longino non si capisce cosa lo distrae così tanto da quello che dovrebbe essere l’oggetto della sua attenzione: la natività.
Oggi purtroppo l’originale di Giulio Romano è sostituito da una copia molto scura e di difficile leggibilità eppure i mantovani sono fortunati: non perdono nulla del dialogo muto che lega tra loro le decorazioni della cappella. Dalla crocifissione si passa a San Giovanni Evangelista e poi attraverso la Natività a San Longino che guarda alla seconda scoperta della reliquia: la celebrazione di una reliquia la cui scopertà fu il detonatore per lo sviluppo e la trasformazione di un piccolo borgo sulle rive del Mincio in quella che diventò la capitale dello stato gonzaghesco.
Riportiamo qui il testo della scheda che il Museo del Louvre dedica alla tavola di Giulio Romano.
Giulio PIPPI, known as GIULIO ROMANO – Rome, 1499? – Mantua, 1546
The Adoration of the Shepherds with Saint Longinus and Saint John the Evangelist
Poplar
H 2.75 m; W. 2.13 m
On either side of the Nativity are Saint Longinus, who is holding the lance with which he stabs Christ and the crystal pyx containing the sponge soaked with sacred blood, and Saint John the Evangelist holding a chalice; in the background is the annunciation to the shepherds.
The painting was executed between 1532 and 1534 at the request of Duke Federico Gonzaga for the chapel of Isabella Boschetta in the church of Sant’Andrea in Mantua, dedicated to the relic of the blood of Christ. Two frescoes were added to the altarpiece, which was then moved at some unknown date to the Palazzo Ducale in Mantua.
Collection of Louis XIV (acquired from Jabach in 1662)
Department of Paintings
INV. 421