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Castiglione delle Stiviere, Forte di Pietole, Sabbioneta, San Benedetto in Polirone, Santuario delle Grazie, Solferino

2013, olio su tela, cm 65×55
Il Lunedì dell’Angelo è si solito dedicato all’escursione fuori porta e anche a Mantova ci sono luoghi perfetti per una gita. Ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le epoche storiche: dal santuario con gli ex voto al forte napoleonico, dal monastero benedettino alla città ideale di Vespasiano Gonzaga per chiudere con il Risorgimento. Un’ultima curiosità: ci si può arrivare via acqua, a piedi o in macchina ma anche se la distanza è poca il viaggio diventa un vero e proprio pellegrinaggio specialmente quello al Santuario delle Grazie tra conventi francescani, domenicani e un coccodrillo impagliato (nell’immagine si coglie sullo sfondo il profilo del Santuario che emerge dai canneti).
Santuario delle Grazie – a pochi chilometri da Mantova verso Cremona troviamo il Santuario delle Grazie. E’ una chiesa gotica costruita alle fine del 1300 da Bartolino da Novara per volere di Francesco I Gonzaga. L’interno è strabiliante: un’impalcata lignea seicentesca ricca di manichini ex voto che raccontano storie di salvezza ad opera della Vergine la cui immagine miracolosa troviamo sull’altar maggiore. Al centro della volta un coccodrillo impagliato simbolo del male vinto dalla fede che accoglie da secoli i visitatori. Non mancano la cappella sepolcrale di Baldassare Castiglioni, un chiostro quattrocentesco e una vista sui canneti, vero e proprio labirinto lacustre. Ci si può arrivare in barca da Belfiore oppure a piedi e in bicicletta tramite una comoda ciclabile e il 15 di agosto il borgo delle Grazie si riempe di visitatori per la tradizionale messa, il panino col cotechino alle sei del mattino e la piazza con i disegni dei madonnari. Un link per approfondire.
Forte di Pietole – il forte napoleonico-austriaco-italiano è un luogo magico di circa 33 ettari alle porte di Mantova. Abbandonato dall’esercito italiano nel 1992 è diventato una specie di foresta equatoriale da dove sbucano bastioni, casematte, polveriere e un cratere da circa 15 m di profondità dovuto all’esplosione della polveriera nel 1917. Al Forte di Pietole il tempo sembra essersi fermato e sembra di sentire ancora i passi dei soldati risuonare all’interno delle gallerie di collegamento tra i vari bastioni. Un’esperienza da non perdere (da fare solo accompagnati e se no soffrite di claustrofobia) è la visita ai cunicoli di contromina: piccole gallerie voltate a pietra che si spingono fuori dai bastioni e a circa 4 metri di profondità in attesa di un nemico che per fortuna non arriverà più. Ci si arriva da Mantova a piedi o in bicicletta per una ciclabile che regala scorci incredibili del lago e dei bastioni oppure in barca attraccando al porticciolo della Vallazza. Un link per approfondire.
San Benedetto Po – Uno dei monasteri benedettini più importante d’Italia tanto da essere definito la “Cluny” italiana. San Benedetto in Polirone viene chiuso da Napoleone Bonaparte nel 1797 e perde in questo modo tele di Paolo Veronese, una ricchissima biblioteca ma soprattutto la vita dei monaci che rendevano questo luogo un’incredibile fonte di cultura. Oggi si possono ancora visitare: la chiesa abbaziale diventata parrocchiale e trasformata secondo il progetto di Giulio Romano, i chiostri, la sala del Capitolo, la biblioteca settecentesca e il refettorio con affreschi attribuiti a Correggio. Non manca anche il santo di casa, Simeone il cui corpo è conservato nella chiesa e la cappella di Santa Maria dove fu sepolta Matilde di Canossa, poi traslata nel sepolcro di fianco alla sagrestia, oggi vuoto dopo lo spostamento del corpo della gran contessa a Roma in San Pietro. Ci si arriva a piedi o in bicicletta tramite una ciclabile che segue l’argine del fiume Mincio per poi attraversare il Po in un paesaggio agreste che sarebbe piaciuto a Virgilio. Un link per approfondire.
Sabbioneta – la città ideale di Vespasiano Gonzaga (1531-1691): un borgo senza memoria, perché costruito senza tener conto delle preesistenze, e senza futuro, perché bloccato all’atto del suo compimento (solo agli inizi del ‘900 gli abitanti tentarono di abbattere le mura e per fortuna non ci riuscirono). Provate a immaginare un progetto realizzato in soli 50 anni con tutti gli elementi che in altri luoghi derivano dal caso o dalla volontà degli abitanti. Qui è il duca Vespasiano Gonzaga che partendo dalla cinta muraria (ricordate la fondazione di Roma con Romolo e Remo) costruisce la chiesa, i palazzi del potere, la zecca, una biblioteca, la piazza d’armi, il quartiere ebraico e soprattutto un teatro. Il Teatro all’antica di Sabbioneta realizzato da Antonio Scamozzi tra il 1588 e il 1591 è il primo teatro costruito in un edificio realizzato solo per questo scopo. E proprio qui nel teatro al centro di una scenografica e metafisica città si coglie tutta la grandezza e l’utopia del sogno di Vespasiano. Per arrivare a Sabbioneta bisogna proprio volerci venire, persa com’è al centro della pianura padana e spesso circondata da nebbie che la trasformano in una visione onirica. Un link per approfondire.
Solferino e Castiglione delle Stiviere – non solo Gonzaga a Mantova ma anche tanto Risorgimento. In provincia di Mantova si sono combattute alcune tra le più famose battaglie delle guerre di indipendenza (Montanara e Curtatone o Goito) ma soprattutto si è avuta Solferino e San Martino (che è in territorio bresciano però) e la nascita della Croce Rossa a Castiglione delle Stiviere. A Solferino la rocca gonzaghesca e soprattutto l’ossario ricordano la battaglia decisiva per l’unità d’Italia combattuta dai francesi (i piemontesi erano a Sam Martino) il 24 giugno del 1859. A Castiglione delle Stiviere il Museo della Croce Rossa ricorda invece che fu questo il luogo dove lo svizzero Henri Dunant ebbe l’idea dell’organizzazione internazionale di soccorso dopo aver visto l’ecatombe del campo di Solferino e come i castiglionesi si presero cura dei feriti di ambo gli eserciti senza distinguere tra amici e nemici. A Castiglione inoltre possiamo seguire le tracce di San Luigi Gonzaga, il santo gesuita che ha reso Mantova e Castiglione famosi nel mondo ed è riuscito nel miracolo riportare il papa da noi (Giovanni Paolo II nel 1991 a distanza di 5 secoli dal Pio II del 1459). Un link per approfondire.
Giacomo Cecchin
#Mantova2016
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