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Corso Pradella, Giacomo Cecchin, Lungolago, Mantova 5 cose che so di lei, Palazzo Te, passaggi segreti, passaggi segreti urbani, Piazza Leon Battista Alberti, Piazza Santa Barbara, Vòlto oscuro, Via Chiassi, Via Verdi, via visi

Abbiamo già affrontato il discorso delle scorciatoie o passaggi segreti urbani (qui potete trovare le 5 già pubblicate). Sono modi di passare da una via all’altra o da una piazza a un giardino sfruttando aperture non così evidenti e poco note ai più. Ricavate nelle antiche mura della città o risultato dell’apertura di giardini anticamente privati i passaggi segreti offrono sguardi inediti ad abitanti e turisti. Eccovene altre 5+1 (attualmente chiuso), ce ne sono delle altre?
Da Corso Pradella a Via Chiassi
Chi volesse andare da Corso Pradella (Vittorio Emanuele il nome ufficiale) a Via Chiassi potrebbe entrare nel portone del palazzo al numero 52. E’ un ingresso privato ma dopo aver oltrepassato un cancello e un piccolo cortile ci si troverebbe ad entrare in un giardino con alberi ad alto fusto circondato da muri. Attraversato lo spazio verde e varcato un altro cancello si sbuca in via Viani e passeggiando lungo il fianco della chiesa di San Maurizio si arriva in via Chiassi all’altezza dell’antico collegio degli Speziali.
Da Piazza Virgiliana al Lungolago
In fondo a piazza Virgiliana, dove il terreno si alza leggermente e arriva al livello della cima del muro che chiude lo spazio verde si apre un piccolo varco. E’ un passaggio usato soprattutto dai ciclisti o dai mantovani che al mattino per correre e passeggiare sul lungolago trovano più comodo usare questo passaggio che li porta direttamente sul lago senza indugiare. A fianco di questo passaggio si trova la lapide che cita i versi di Dante nella Divina Commedia che parlano delle origini di Mantova.
Da Piazza San Leonardo al Lungolago
E’ un altro dei passaggi ricavati nelle antiche mura della città. Da piazza San Leonardo si prende vicolo Ospitale, col tradizionale fondo acciottolato. Fiancheggiando il palazzo detto del Mago si scendono alcuni scalini e si attraversa il varco nelle mura che conduce sul lungolago. In questa zona, uno dei quartieri più antichi della città si tiene un frequentato mercatino dell’usato,
Da Palazzo Te a Via Visi
Chi volesse arrivare da Palazzo Te in via Visi senza utilizzare il sottopasso di via Bellonci può sfruttare il varco che si apre sotto la massicciata ferroviaria. Per trovarlo basta guardare l’ingresso di Palazzo Te verso via Primaticcio e prendere a destra fino ad arrivare all’angolo del muro che delimita la villa giuliesca. Qui si entra nello spazio tra la ferrovia e il Palazzo e dopo qualche decina di metri sulla destra si apre un sottopasso che attraversando la massicciata conduce ai giardini di via Visi. Strano che ancora oggi un treno lambisca Palazzo Te ma sognare una ciclabile in sostituzione dei binari non è reato.
Da Via Verdi a Piazza Leon Battista Alberti
In via Verdi all’altezza del numero 43 si apre quello che sembra l’ingresso di un palazzo se non fosse per una serie di insegne commerciali che ne chiariscono la natura di vicolo. E’ l’inizio di vicolo della Mainolda dove si trovava uno dei carceri della città durante il periodo austriaco che conduce a piazza Leon Battista Alberti, sul retro della Basilica di S.Andrea. Qui tra l’altro si trova l’ingresso di un altro passaggio segreto urbano che conduce a piazza Mantegna (vedi 5 scorciatoie da scoprire).
Da Piazza Santa Barbara al Lungolago
Vi regaliamo anche questo passaggio segreto che si trova al centro di Palazzo ducale ma che al momento è chiuso al transito. Quando arrivate in piazza S.Barbara da piazza Castello basta guardare subito a sinistra dove un grande cancello chiude l’accesso al passaggio che separa la Basilica palatina dal corridoio che collega la corte al Castello di San Giorgio. Questo è il famoso vòlto oscuro che i lanzichenecchi percorsero nel 1630 quando diedero il via al sacco della città. Se fosse possibile percorrere questa via si passerebbe sotto il cavalcavia che collega la basilica di Santa Barbara al palazzo per arrivare poi sotto la sala di Manto, fiancheggiare il fossato del castello e sbucare di fianco alla loggia del Tasso.
Giacomo Cecchin
#Mantova2016
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Complimenti innanzitutto per il blog davvero interessante per chi ama la nostra città!
Segnalo per la precisione che i giardini citati nel passaggio tra Corso Pradella e Via Chiassi (per il tramite di Via Viani) hanno il nome di Giardini Valentini.
Grazie Cesare per la precisazione. Continui a leggere il blog. Cordiali saluti.
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