Sull’ultimo numero di MantovaChiamaGarda è stata pubblicata una mia intervista sul progetto 5 cose da sapere su Mantova e sui Mantovani.
La trovate qui nella versione a stampa e di seguito in formato testo.
Buona lettura.
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Mantova è una città piena di storie da raccontare, basta sapere dove cercare. Ne è convinto Giacomo Cecchin,  giornalista, guida turistica e storico per passione che parla e scrive di cose mantovane e non sul suo blogwww.mantovastoria.it. Per Mantova Capitale 2016 ha lanciato Mantova1516 – quando eravamo capitale e il progetto “5 cose da sapere su Mantova e sui mantovani”: un modo nuovo e divertente di osservare la città da diversi punti di vista.

ARTICOLO

Durante l’ultima edizione del Festivaletteratura Giacomo Cecchin ha “passeggiato con le statue” in compagnia della scrittrice Chicca Gagliardo.  Nonostante l’orario di inizio del percorso fosse alle 6 del mattino la grande richiesta di biglietti ha fatto sì che fosse necessario aggiungere un’ulteriore passeggiata alle due già previste. Durante il fine settimana del Festival le statue hanno accolto le persone raccontando le loro storie e mostrandosi in orari e da punti di vista inconsueti. Siamo partiti da questo spunto per intervistare Giacomo Cecchin in una chiacchierata a tutto campo tra arte, cultura e storia.
Da dove nasce l’idea della passeggiata con le statue?
L’idea è di Alessandro Della Casa di Festivaletteratura e di Chicca Gagliardo e sono molto contento che mi abbiano coinvolto nel progetto. Chicca ha spiegato ai partecipanti come utilizzare il loro occhio poetico e come guardare le statue, mentre io ho fatto “parlare” le statue che hanno raccontato la loro storia e le loro vite.
Quali statue avete interrogato?
Quelle di personaggi molto conosciuti come Dante e Virgilio, per arrivare a figure meno note come Santa Speciosa, una dei santi posti sulla sommità del Duomo, o il filosofo Roberto Ardigò, il cui bassorilievo si trova sulla facciata della Biblioteca Teresiana. E’ stata una sfida interessante e ci siamo divertiti molto. Tra l’altro Mantova non è una città di statue e quelle che ci sono continuano ad essere spostate.
Come spostate? Le statue si muovono?
In una città in cui poco si muove, si muovono le statue. Possiamo definirle erranti: Dante, prima di essere nella piazza omonima, era in piazza Broletto, mentre Garibaldi, ora in piazza dei Mille era in piazza Martiri di Belfiore e potremmo continuare.
Nella presentazione del Festivaletteratura Giacomo Cecchin è definito come un esperto di storia mantovana, si riconosce in questa definizione?
Più che un esperto sono un appassionato della storia di Mantova che è tra le più ricche che si possano trovare in Italia. E’ impossibile non essere affascinati da questa città che ha un centro storico e una skyline unici al mondo. Esperto sembra presupporre una conoscenza che non può essere ulteriormente sviluppata e invece io continuo a leggere, studiare e documentarmi perché si può sempre scoprire qualcosa di nuovo. La città è come un palinsesto che viene continuamente riscritto.
Qual è il suo pubblico?
Devo dire che spesso sono soprattutto i mantovani a rispondere con molto interesse alle storie sulla loro città. L’anno di Mantova capitale infatti  è una grande occasione per ritrovare l’orgoglio di appartenere ad una città splendida ma soprattutto per riscoprire aspetti inediti e nascosti delle sue vicende.
Ha parlato di Mantova capitale: cosa significa questo titolo per la città?
E’ un invito a osare di più ma soprattutto non è una novità per i mantovani. Mantova infatti era già una capitale in passato e per questo abbiamo voluto giocare con la storia proponendo un progetto culturale dal titolo Mantova1516. L’iniziativa è promossa da Apindustria, con la partecipazione di Enaip per la parte didattica ed è stata inserita nel programma di Mantova2016. E’ un modo di creare un parallelismo tra due periodi storici che hanno molti punti in comune, stimolando confronti e nuove idee.
Mantova 1516: succede qualcosa di particolare quell’anno?
In realtà l’anno perfetto per questo salto indietro di 500 anni sarebbe stato il 1519 quando Federico II diventa marchese di Mantova e Carlo V imperatore ma il 1516 rappresenta il momento centrale di un trentennio dove tutto cambia: dalla riforma protestante (1517) al sacco di Roma (1527) si perdono tutti i consueti punti di riferimento e solo gli uomini che, come Federico II e Carlo V, sanno decifrare i nuovi paradigmi riescono ad essere vincenti. Mantova nel 1530 diventa per alcuni giorni l’ombelico del mondo quando a Palazzo Te l’imperatore conferisce al marchese il titolo di duca.
Qualche altro progetto a cui sta lavorando?
Sto scrivendo una storia di Mantova sviluppando notizie, curiosità e storie inedite raggruppate secondo lo schema della cinquina. E’ un modo divertente e inusuale di vedere la città. Le faccio un esempio: quanti sono i laghi a Mantova? La maggior parte dei mantovani risponderebbe tre: lago superiore, lago di mezzo e lago inferiore. Io dico cinque perché considero il lago del Paiolo, prosciugato ma il cui alveo è ancora esistente, e il lago delle Grazie che è l’inizio del lago superiore ma provate a chiedere agli abitanti del borgo del santuario cosa ne pensano: la geografia è anche fatta di punti di vista.
E’ curioso questo approccio: ci può fare qualche altro esempio?
Si va da cinquine che fanno riferimento a luoghi fisici della città come ad esempio le cinque salite mozzafiato o i cinque passaggi segreti urbani, a quelle che invece giocano con la storia come i cinque momenti storici dove sarebbe stato bello essere a Mantova o quelli dove sarebbe stato meglio non essere a Mantova, oppure i cinque luoghi frequentati da Romeo nel suo esilio in città. In ogni caso è un invito a guardare la città con occhi nuovi ma soprattutto a camminare, ad uscire di casa e a rendersi conto ad esempio che Mantova città di pianura presenta invece dislivelli notevoli in pieno centro che ho definito salite mozzafiato.
Dove si possono trovare tutte queste storie? C’è una pubblicazione?
L’idea è di raccogliere in volume queste cinquine per creare un modo diverso e stimolante di affrontare la storia di Mantova. Oggi chi volesse leggerle può andare sul mio blog www.mantovastoria.it e trovare tutte le 5 cose già pubblicate. Iscrivendosi agli aggiornamenti riceverebbe inoltre tutte le nuove uscite e sarebbe informato sulle prossime iniziative e progetti che porterò avanti.
Cosa si trova sul blog oltre alle cinquine?
Io sono un lettore che prende appunti e sul blog pubblico storie, articoli, recensioni, in altre parole scrivo di tutto ciò che mi interessa cercando sempre di trovare un modo leggero di affrontare gli argomenti e puntando su titoli che attraverso l’ironia possano stimolare la curiosità dei lettori. Ad esempio la storia ho intitolato un post I Mantovani sono emiliani di cattivo umore?, parafrasando la celebre frase di Jean Cocteau sui francesi che sarebbero italiani di cattivo umore. Con l’ironia si crea interesse e si invitano le persone ad approfondire gli argomenti trovando un loro punto di vista originale.
Prima di chiudere l’intervista cosa ne dice di rispondere ad alcune domande e curiosità sulla storia di Mantova anche per offrire alcuni spunti ai lettori? Iniziamo: qual è il migliore tra i Gonzaga che hanno dominato la città?
Dipende da cosa si intende per migliore: Ludovico II Gonzaga, quello della Camera degli Sposi, vive un periodo splendido per la città ma anche Federico II che commissiona Palazzo Te o Guglielmo Gonzaga che è il vero realizzatore del Palazzo ducale come lo conosciamo oggi sarebbero da considerare. E’ sempre una questione di punti di vista.
Rigoletto è mai esistito?
Rigoletto non è un personaggio storico anche se i Gonzaga avevano numerosi giullari, spesso scelti tra i nani di corte. La storia è ambientata a Mantova dopo che la censura austriaca costringe Giuseppe Verdi a traslocare le vicende del buffone da Parigi nella nostra città. Il primo nome di Rigoletto è Triboulet e il duca di Mantova era nella versione originaria Francesco I re di Francia. Un esempio di come le storie inventate, se ben raccontate, diventano più vere del vero.
Ultime domande: un suggerimento per un percorso inusuale in città.
Attraversare Mantova sulle tracce del Rio che appare tra le case, scompare, riappare utilizzando i ponti che lo attraversano e recuperando storie e luoghi che spesso rimangono ai margini degli itinerari turistici come ad esempio la Casa quattrocentesca della Beata Osanna Andreasi: un luogo magico e splendido della città con il suo giardino segreto da godere soprattutto in primavera. La trovate in via Frattini al numero 9.
Un luogo da riscoprire?
Il forte di Pietole, a due passi dalla città 33 ettari dove il tempo si è fermato all’epoca di Napoleone, degli Austriaci e delle guerre di indipendenza. E’ una fortezza incredibile che rappresenta, a mio parere, il luogo con maggior potenziale turistico della nostra città. Da non perdere.
E da ultimo il suo luogo del cuore in città.
Oltre a Casa Andreasi le biblioteche di Mantova. Il centro Baratta che con il suo cortile interno e gli scaffali aperti invita alla ricerca e al confronto e la Teresiana che, dopo il restauro e la riapertura, è uno dei luoghi più incredibili da frequentare insieme all’Archivio di Stato. D’altra parte se uno cerca delle storie è proprio nei libri e nei documenti che le può trovare.piazza_broletto

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