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A Mantova quando c’è la nebbia tutto cambia o si trasfigura. Basta ad esempio entrare dal ponte di San Giorgio per accorgersi che si tratta di una passerella verso il nulla e, se fossimo in un film fantasy, nessuno si stupirebbe di veder apparire Camelot (e d’altra parte tra sacri vasi e santo Graal  siamo comunque in atmosfere arturiane). Ma quello che vi consiglio sono alcuni luoghi da vedere con la nebbia per rendersi conto che siamo in una città diversa dalle altre e che prima di lamentarsi per la nebbia bisogna pensare che meglio averla fuori che dentro il cervello. Eccovi 5 suggerimenti per passeggiate onirico-nebbiose…

Piazza Pallone

Questo cortile di Palazzo ducale nelle notti nebbiose acquisisce un ulteriore aura spettrale. Gli alberi con i rami che creano giochi di luce tra i lampioni, i busti che appaiono come sentinelle nel buio, le finestre e i muri del palazzo che raccontano storie. Ma a rendere unica l’esperienza è la tradizione che vuole che lo spettro di Agnese Visconti e del suo amante, giustiziati in questa piazza, tornino ogni tanto sul luogo del delitto. Se vi dovesse venir voglia di provare l’esperienza consiglio di entrare dal lato di piazza Paradiso e di dirigersi verso il voltone di piazza Sordello: dopo aver attraversato il giardino sbucare nella piazza fa tirare un sospiro di sollievo.

Palazzo Te

Per i mantovani Palazzo Te è “fuori” dalla città (e di questo ridono i turisti quando dopo aver chiesto come si raggiunge la villa di Giulio Romano dal centro e si vedono guardare con curiosità dai nativi si accorgono che basta una passeggiata di buona lena). Si tratta di un retaggio di quando c’erano le mura che correvano lungo i viali e la fossa magistrale che separava Mantova dall’isola del Te. Quando c’è la nebbia la sensazione si rinnova e entrando dalle Aquile vedere apparire il Palazzo come per magia è una sensazione da non perdere. Palazzo Te diventa allora giustamente il Palazzo dei lucidi inganni che sembra apparire e scomparire per il volere di un dio capriccioso.

Piazza Alberti

Quando c’è la nebbia entrare in piazza Alberti dal passaggio segreto che la unisce alla facciata di S.Andrea è un’esperienza interessante. Da quel lato le colonne ancora in piedi del chiostro del monastero benedettino demolito dai Gonzaga danno l’idea di poter fare un viaggio nel tempo. Se poi si sceglie il momento dove battono i rintocchi del campanile il gioco è fatto. Ci si avvicina al pozzo che tuttora si trova al centro del perimetro che era del chiostro e si possono immaginare i monaci che salmodiando si recano in chiesa per la recita dei vespri. Se si prosegue poi ci si rende conto che in realtà il monastero non c’è più e rimane solo l’incombente cupolone barocco della basilica che appare e scompare nella nebbia.

Piazza Virgiliana

Con la nebbia piazza Virgiliana sembra uno di quei giardini del nord Europa (Parigi? Bruxelles? Londra?) dove non vedresti male i tre moschettieri o Cyrano, qualche duello o Sherlock Holmes o John Watson alla ricerca di un indizio. Ma se vi avvicinate alla fine della piazza l’apparizione della statua di Virgilio che sembra fluttuare nell’aria vi riporta ad atmosfere shakespiriane con Amleto e lo spettro del padre. Basta però avvicinarsi e la statua del pastore con pecora e cane riporta a paesaggi padani e sembra di poter sentire il flauto con cui il gregge viene riportato lentamente all’ovile.

Lungorio

In quale altra città al mondo capita di vedere un campanile che si è perso una chiesa? A Mantova sul Lungo Rio. Qui la torre di San Domenico ricorda la presenza di uno dei conventi più grandi della città, demolito per esigenze di traffico all’inizio del novecento. Quando c’è la nebbia provate ad arrivare dalla scalinata che fiancheggia la statua di San Silvestro. Il campanile appare gradualmente tra gli alberi e solo avvicinandosi ci si rende conto che la chiesa è scomparsa. Sono le magie della nebbia padana che fa apparire vere cose che non lo sono più e riempie la testa di pensieri in aria e di sogni fugaci che svaniscono al chiaror del sole o di un semplice albeggiare.

Giacomo Cecchin

#Mantova2016

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  27. 5 ulteriori passaggi segreti urbani tra mura, ferrovie e giardini
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  29. 5 labirinti in cui perdersi tra Gonzaga, canneti e siepi
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  31. 5 madonne miracolose tra maggio, terremoti e assedi
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  33. 5 soste per fare una pausa nel corso della giornata
  34. 5 luoghi visitati da Shakespeare a Mantova durante il viaggio in Italia
  35. 5 luoghi frequentati da Romeo nel suo esilio mantovano
  36. 5 torri tra sale, zucchero e gabbie
  37. 5 momenti storici dove sarebbe stato bello essere a Mantova
  38. 5 escursioni fuori porta
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  41. 5 modi per arrivare alla riva del Rio
  42. 5 cappelle o chiese in Palazzo ducale
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  44. 5 ponti sul Rio
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  46. 5 salite mozzafiato
  47. 5 scorciatoie da scoprire
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