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Antonio Vivaldi, Antonio Vivaldi a Mantova, Claudio Monteverdi, Ettore Campogalliani, Giuseppe Verdi, Luigi Gatti, Teatro Bibiena
Mi sono accorto che fino a questo momento su Mantovastoria non è sbarcata nessuna “cinquina” musicale e allora colgo l’occasione del festival Trame Sonore per provare. Mantova è una città sicuramente teatrale ma anche la musica ha giocato una parte fondamentale: basti pensare all’Orfeo di Monteverdi suonato per la prima volta a Palazzo ducale e che ha dato origine all’opera lirica e al Rigoletto di Verdi, una casualità assoluta l’ambientazione a Mantova eppure oggi una storia tra le più famose tra quelle legate alla nostra città. Eccovi allora, su stimolo di Nicola Zanella (che ringrazio), 5 storie mantovane legate alla musica per ascoltare, sognare e scoprire.
Claudio Monteverdi, l’Orfeo e la nascita del melodramma – Claudio Monteverdi (1567-1643) diventa maestro di cappella del duca Vincenzo I Gonzaga nel 1603 e sarà proprio per suo incarico che scriverà l’Orfeo nel 1607. Un’opera scritta su commissione per il carnevale mantovano e che è fondamentale per la storia della musica in quanto segna la nascita del melodramma e da qui dell’opera lirica, forse il prodotto italiano più conosciuto nel mondo. Dell’Orfeo, scritto su libretto di Alessandro Striggio, ci sono rimaste moltissime indicazioni su come doveva essere eseguita. Due curiosità: la sala dello specchio o della musica a Palazzo Ducale è stata di recente riscoperta nei pressi della loggetta di Santa Barbara, mentre prima si faceva riferimento alla Galleria degli specchi come al luogo dove suonava Monteverdi. La seconda è che sembra che Monteverdi abbia accompagnato Vincenzo Gonzaga nella spedizione contro i turchi perché sembra che il duca amasse combattere a suon di musica. Per approfondire.
Antonio Vivaldi, Mantova e le Quattro Stagioni – un altro musico di cappella a Mantova fu Antonio Vivaldi che dal 1718 al 1720 ricevette l’incarico dal governatore imperiale Filippo d’Assia Darmstadt. Il Prete rosso, come veniva chiamato Vivaldi per il colore dei suoi capelli, compose a Mantova molte opere e, secondo lo studioso francese Olivier Fourés anche le famosissime Quattro Stagioni, una delle musiche più conosciute al mondo. Sembra proprio che da ricerche d’archivio anche questo capolavoro della musica mondiale sia stato composto proprio nella nostra città. Antonio Vivaldi (1648-1741) quindi avrebbe scritto a Mantova non solo opere come il Tito Manlio o il Teuzzone ma anche le Quattro Stagioni ispirandosi magari al paesaggio e alla campagna mantovana, cullato dal placido scorrere del Mincio. Per approfondire.
Luigi Gatti, tra Mantova, Salisburgo e Leopold Mozart – la formazione musicale di Luigi Gatti (1740 – 1817) è tutta mantovana e lo vede attivo come tenore presso la cappella della chiesa di Santa Barbara, della quale sarà nominato vice maestro nel 1779. Il musicista compone opere anche per l’inaugurazione del nuovo teatro Scientifico dell’Accademia (il Teatro Bibiena), il 3 dicembre del 1769. Una curiosità che attraverserà la vita di Luigi Gatti sono i rapporti con la famiglia Mozart. Nel 1770, in occasione del primo viaggio in Italia di Mozart adolescente, l’abate Gatti incontra spesso Wolfgang, ospitandolo anche presso la sua abitazione durante la sosta a Mantova. Ma il destino fa sì che Luigi Gatti reincontri non Mozart ma il padre Leopold quando il 14 febbraio del 1783 assume la direzione della cappella musicale della cattedrale e della corte di Salisburgo. Il padre di Mozart sarà infatti molto geloso di questa nomina che vede l’abate mantovano diventare il suo diretto superiore. Per approfondire.
Giuseppe Verdi, Parigi, Mantova e Rigoletto – Rigoletto fa parte della trilogia popolare di Giuseppe Verdi (1813-1901) insieme alla Traviata e al Trovatore e ha reso Mantova famosa nel mondo. Una casualità assoluta visto che l’opera fu scritta per la Fenice di Venezia e inizialmente doveva intitolarsi la maledizione ed essere ambientata a Parigi visto che il libretto è tratto da una pièce di Victor Hugo (Le Roi s’amuse). Fu la censura austriaca a bloccare il libretto considerato volgare e soprattutto offensivo e allora Verdi si trovò costretto a chiedere a Piave di cambiare il testo e la Parigi cinquecentesca del re Francesco I divenne la Mantova di Federico II Gonzaga (tra l’altro il cognome Gonzaga non viene mai citato nel testo). Il buffone Triboulet diventa Rigoletto, la figlia Blanche insidiata dal Duca Gilda e il sicario Saltabadil sarà lo Sparafucile della Rocchetta di San Giorgio. Mai Mantova ebbe fortuna più grande visto che la Donna è mobile è una delle arie più famose della musica mondiale e della nostra città si parla ogni volta che viene rappresentata l’opera del maestro di Busseto. Per approfondire.
Ettore Campogalliani, la lirica e Luciano Pavarotti – Una storia splendida quella di Ettore Campogalliani (1903-1992) e di Mantova. Il maestro, perché così sarà sempre chiamato, era legatissimo alla sua città dove lasciò un ricordo splendido insieme ad una accademia teatrale, la Campogalliani appunto, che ancora oggi vede la figlia Francesca tra gli interpreti. Ma è soprattutto la sua attività come maestro di famosissimi cantanti lirici che lo ha reso noto in tutto il mondo. Uno di questi fu Luciano Pavarotti che veniva a Mantova insieme alla soprano Mirella Freni prima nella casa del Maestro in via Chiassi e poi in quella di via Tito Speri. Così ricordava big Luciano quando gli chiesero come si fosse deciso a cantare la Turandot: “perché il mio vecchio mi aveva assicurato che, nonostante le prevenzioni che molti tenori nutrono nei suoi confronti, in realtà si tratta di un’opera abbastanza facile”. E spiegava che quel ‘vecchio” non era suo padre, ma il suo maestro “il grande Campogalliani, con il quale ho studiato e dal quale ho appreso i segreti di quel bel canto che ha reso la sua scuola famosa nel mondo”. Ancora una volta un maestro come Ettore Campogalliani porta il nome di Mantova in giro per il mondo. Per approfondire
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