Dopo aver selezionato 5 salite mozzafiato a Mantova (suscitando alcuni sorrisi tra i nativi) ora passiamo alle discese a rotta di collo che anche in una città come la nostra si possono trovare. Il territorio del centro storico infatti sconta non solo differenze di livello dovute alla posizione in cui in passato si trovavano le mura, gli argini o i canali ma anche quelle legate alla conformazione del terreno. A Mantova infatti, sul terreno lasciato libero dall’acqua si trovavano anche dossi o avvallamenti che rendevano la superficie della città più mossa di quello che si direbbe. Proviamo allora a raccontare le discese a rotta di collo, anche se dobbiamo considerare che è sempre questione di punti di vista e del punto in cui le si imbocca.12
Via Corridoni – è una delle vie più interessanti del centro storico per il suo andamento curvilineo, il fondo ad acciottolato e i palazzi e le chiese che vi si trovano. In realtà la discesa (o salita) la si trova verso la fine quando oltrepassata la chiesa di Santa Maria della Carità e l’imbocco di via Massari ci si butta verso via Pomponazzo. E’ proprio dal ponte sul Rio che si inizia a scendere e se si è in bicicletta la sensazione è ancora più forte. Alla fine della via si fiancheggia la chiesa di San Martino e si ritrova il Rio visto che questa piccola arteria cittadina segue il corso del piccolo canale e collega il ponte di San Silvestro a quello di Via Massari, terminando su quello detto degli Arlotti.
Via Vittorino da Feltre – abbiamo scelto questa tra le vie che partono da Viale Risorgimento e si dirigono verso via Giulio Romano per la presenza a metà strada della chiesa di Santo Spirito dove fu sepolto il magister pellicanus (uno degli appellativi di Vittorino, precettore dei figli dei Gonzaga) ma in realtà avremmo anche potuto prenderne una delle altre (ad esempio Via Rippa). Infatti sui viali si trovavano le mura della città e c’era la fossa magistrale ed è per questo che le vie presentano questo dislivello verso il centro. Per imboccare la discesa (o salita) basta prendere la ciclabile di viale Risorgimento in direzione San Sebastiano e svoltare a destra in via Vittorino da Feltre, dove l’acciottolato riesce anche a dare al ciclista la sensazione del fuoristrada.
Via Oslavia Ospedale Carlo Poma – l’ingresso al vecchio ospedale di Mantova produce di solito due inarcamenti di sopracciglio ai forestieri. Il primo per la presenza di un passaggio a livello ferroviario con l’ovvia preoccupazione di chi si trovi ad arrivare in ambulanza al momento del transito di un treno merci. Il secondo perché a chi andasse a fare un controllo di cuore la salita per accedere all’Ospedale è di quelle che si sentono. Oggi tuttavia l’ingresso del nuovo Pronto Soccorso dalla parte del Paiolo ha risolto il problema salita e poi parliamo di discesa quindi arrivate da via Albertoni e imboccate la discesa a rotta di collo (naturalmente verificate prima che il passaggio a livello sia aperto…per non perdere la massima ebbrezza).
Via Visi in Te Brunetti – è una via che segue il percorso della ferrovia sopraelevata che passa dietro a Palazzo Te. E proprio in prossimità del passaggio a livello in zona stadio la via di Te Brunetti la si può imboccare in discesa. Basta provenire dalla ciclabile che affianca il parcheggio del vecchio palasport e girare a destra dopo aver attraversato il passaggio semaforico. Una bella discesa che accompagna il ciclista o il camminatore verso uno dei quartieri meno conosciuti di Mantova eppure molto interessante. Il dislivello in questo caso è dovuto al fatto che si passa dalla zona occupata dal quarto lago di Mantova alla strada che sul ponte della porta dei Folli conduceva a Cerese.
Piazza stretta e vicolo Sant’Anselmo – è una piazzetta che si trova in una delle zone più caratteristiche di Mantova, quella dietro il Duomo che ha mantenuto una struttura tipicamente medievale. Quando si gira dietro la casa di Rigoletto da vicolo Gallo si sbuca in vicolo San Paolo e poi si gira in vicolo Pace. Qui la strada comincia già a scendere ma è in piazza Stretta che la discesa si fa più evidente fino ad arrivare a vicolo Sant’Anselmo. I toponimi sono importanti e allora in questa zona diventa interessante scoprire che il vicolo dedicato al patrono di Mantova un tempo si chiamava Montata, proprio a marcare la leggera pendenza (salita o discesa dipende dai punti di vista) che si trovava in questa zona. Provate a percorrere queste viette della città medievale e quando arriverete alla zona della Montata attenzione alla discesa a rotta di collo.
Giacomo Cecchin
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