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Una bella scoperta o riscoperta questa Guida estrosa di Mantova di Piero Genovesi. E’ un volumetto di piccolo formato, un po’ come la Guida di Mantova di Ercolano Marani ma completamente diversa. Tanto precisa, puntuale, pignola (e per me sono tutti complimenti) quella di Ercolano, tanto estrosa, evocativa e suggestiva (e anche questi sono complimenti) quella di Piero.
Ho letto il testo nella versione integrata “con la giunta di ALTRI LUOGHI E MEMORIE” e mi sono divertito molto. Naturalmente alcune note sono molto datate e altre sanno di retrò ma è un biglietto incredibile per vedere una Mantova d’altri tempi attraverso gli occhi di un innamorato di Mantova e della sua storia.
E poi guardate cosa scrive a pagina 69 sotto il titolo Casa del Mantegna:
“Come è bello andar gironzolando per le vie della città natale!” E’ una frase che potrei mettere all’inizio del mio progetto sulle 5 cose da sapere su Mantova e sui Mantovani: riprendiamoci la città gironzolando per le vie come se fossimo turisti pronti a meravigliarsi come se le cose le vedessero per la prima volta.
Vi suggerisco allora di leggere questa piccola Guida Estrosa di Mantova e vi riporto l’introduzione e il passaggio completo sul gironzolare per la città.

BENVENUTO A MANTOVA (pag. 11)
Benvenuta a Mantova, Maria   Chiarina. Non badi troppo alla Stazione ferroviaria, redatta  in ciclostile, né al  piazzale  squallido con  le facciate  dei  suoi  alberghi  per comici  affamati:  le ferrovie non  sono  dei Gonzaga, e si capisce quando si vede ciò che hanno fatto  loro.  Ma sono morti, e le «littorine» i vivi hanno relegate qui. È vero che la città era nera, suvvìa, non arricci quel suo bel nasino, un tantino suf­ficiente, da generazione che ha rifatto  la Patria, senza saperne niente. Adesso è rossa come era prima nera. Brava gente sempre. Che a far la pelle, al prossimo, ci pensa su due volte: e poi non gliela fa. Proprio come diceva Merlin Cocai, concittadino illustre.
Mantua est totis melior citadis
Mantua
gens est bona, liberalis,
Mantua semper squaquarare sentis
………
Factio  non hic gibelina plusquam
ghelfa guardatur, sed amant  vicissim
prandeunt, cenant, caciant, osellant
.

C’è  bisogno di tradurre per una liceale come lei? Mantova è la meglio città del mondo; i mantovani bon e liberai, sì che sempre di Mantova senti squa­quarare; qui non c’è fascisti e antifascisti, ma i galantuomini si amano a vicenda, pranzano, cenano e osellano.
A proposito, intanto che sorbisce il suo tè, tiri giù un poco di sipario su quelle sue bellissime gambe ac­cavallate, e zone circonvicine. I mantovani, sa, come i pellegrini della Nanna, dopo le anticaglie amano vedere le modernaglie…
Cosa, quell’acqua sporca? Per carità, non si fac­cia sentire.  Sono i laghi. Anzi sarà bene cominciar da loro.

CASA DEL MANTEGNA (pag. 69)
“Come è bello andar gironzolando per le vie della città natale!
Ogni volta che, ritornando, quando n’ero proscritto, rivedevo fra gli umidi occhi del lago apparire di lontano le torri e i palazzi e l’armoniosa mole del bel Sant’Andrea, sempre rigodevo di quel piacere innocente.
Al quale non conviene la fretta, ma piuttosto un’andatura un po’ dinoccolata e lenta, e l’indugiare spesso, con il naso in su.
Vi son mattine placide, in cui la luca bianca ritocca di gaia giovinezza le facciate delle case anche più arcigne, dai nodi delle grate ai tegoli spioventi: ci son tramonti che dipingono sulle acque veneziane del Rio i mostri delle nuvole, tra le ombre porticate dei palazzi, ai piedi del canale, e i vitrei bagliori delle finestre accese dal sole che se ne va: e sere tranquille che, andando verso notte, si velano di nebbia come fanciulle di malinconia.
Allora parlano le pietre, le porticine socchiuse delle chiese da cui serpeggia un lieve odor di incenso, le vecchie torri che nutrono l’erba capelvenere nei profondi interstizi dei mattoni; e un’aria di elegìa avvolge il capo scarico dello svagato perditempo.
Ma egli è proprio un perditempo?
Lasciamolo giudicare dagli onesti lettori.
Per me, così gironzolando, ho amato le pietre, gli scorci, gli angoletti, insomma gran parte della mia cara citta: tanto che…

Per approfondire la figura di Piero Genovesi a questo link trovate un articolo a firma di Luigi Pescasio tratto da La Reggia.

*Una curiosità: la Guida Estrosa che ho trovato alla Biblioteca Baratta è uno di quei mille esemplari impressi nella stamperia Valdonega di Verona nel giugno del 1978. Apparteneva prima ad un’altra biblioteca e per questo prima di approdare all’attuale posizione il libro è stato sdemanializzato (che sembra un atto violento ma in realtà io lo interpreto come libertario).