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A 7 anni dalle celebrazioni del 2011 per i 150 anni dall’unità chi si ricorda delle polemiche scatenatesi in prossimità della data? Ben pochi in realtà, perché siamo in Italia e gli anniversari si ricordano solo se hanno cifra tonda. E quanti sanno che a Mantova avremmo dovuto festeggiare due volte l’Unità e quindi anche il 22 ottobre 2016? Ma andiamo con ordine e proviamo a ricordare perché la data del 17 marzo, quali erano i motivi di disputa e anche alcune curiosità che possono essere uno stimolo ad approfondire.
Il 17 marzo 1861: la dichiarazione dell’Unità
La scelta della data è legata al giorno in cui Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi successori il titolo di Re d’Italia. Ecco il testo della legge: « Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861». (Testo della legge n. 4671 del 17 marzo 1861 del Regno di Sardegna)
Per approfondire sul 17 marzo e sui festeggiamenti per gli anniversari successivi
La Festa del 17 marzo 2011: tutti a casa oppure no
Ebbene il 17 marzo 2011 fu festa nazionale con molte polemiche soprattutto perchè gran parte del mondo industriale riteneva dannoso fermarsi per una giornata in più in un periodo di crisi economica. Tuttavia alla fine la festa ci fu anche se non fu confermata per gli anni a venire. O meglio non fu confermato il fatto che si prevedesse un giorno non lavorativo in occasione del 17 marzo e questo ha reso meno memorabile la celebrazione.
Ecco come la legge italiana istituisce la giornata dell’Unità. « La Repubblica riconosce il giorno 17 marzo, data della proclamazione in Torino, nell’anno 1861, dell’Unità d’Italia, quale «Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera», allo scopo di ricordare e promuovere, nell’ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e di consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica. » (Parlamento italiano, art. 1, comma 3, legge 23 novembre 2012, n. 222)
Per approfondire la giornata del 17 marzo 2011: la cronologia da Il Sole 24 ore
Mantova: l’unica provincia in Italia dove l’Unità si festeggia 2 volte
Il caso Mantova è abbastanza unico nel panorama italiano. Si tratta infatti dell’unica provincia dove si producono sia il Grana Padano che il Parmigiano Reggiano (ed è il fiume Po a dividere) e dove l’Unità d’Italia si festeggia sia il 17 marzo che il 4 novembre (o il 21 e 22 ottobre e poi vedremo perchè) e qui è il Mincio a decidere.
Dalla dichiarazione del 17 marzo 1861 e dall’Italia rimanevano fuori infatti Mantova e alcuni territori sulla destra del Mincio, oltre naturalmente al Veneto tutto. Questo vuol dire che tra il 1861 e il 1866 la nostra provincia fu divisa in due e il confine italiano correva sulle rive del Mincio (dal Garda a Mantova) e lunga una linea tracciata seguendo fossati e strade da Mantova al Po.
Noi mantovani quindi abbiamo festeggiato l’Unità d’Italia due volte: il 17 marzo 1861 per la sinistra Mincio,il 21 e 22 ottobre giorno del plebiscito per l’annessione all’Italia (o il 4 novembre giorno della legge che sanciva i risultati delle votazioni).
Il confine Italia/Austria 1861-1866: quando per andare da Castellucchio a Mantova serviva il passaporto
E’ molto stimolante provare a fare un viaggio nel tempo fino al 1861 a Mantova. Infatti per chi oggi percorre senza problemi la strada che porta da Castellucchio al capoluogo sarebbe strano pensare che all’altezza delle Grazie ci fosse la frontiera e che la dichiarazione di guerra della III guerra di indipendenza fu consegnata al comandante della fortezza di Mantova proprio qui.
Per chi volesse fare una passeggiata sul vecchio confine di stato suggerisco questo splendido lavoro fatto da appassionati del comune di Curtatone e in particolare del paese di Buscoldo che fu diviso in due dalla nuova frontiera.
Su questo sito trovate tutte le indicazioni per passeggiare tra Italia ed Austria nei 5 anni in cui il Mincio mormorava (come spesso fanno i fiumi in occasione degli eventi importanti). Questo il sito http://www.buscoldo.it/confine1860.html e qui un altro link dove approfondire alcune spigolature postali legate a questo breve periodo di passaggio.
Mantova e il Veneto tornano indipendenti per una svista burocratica
Molto divertente fu anche un episodio che vide l’abrogazione della legge di annessione di Mantova e del Veneto al Regno d’Italia per una svista burocratica.
Basta infatti leggere i giornali del 2011 per sorridere al fatto che nel decreto Taglia-leggi (inutili) voluto dal Ministro Roberto Calderoli finì anche il Regio Decreto del 1866 che sanciva l’annessione di Mantova e del Veneto all’Italia.
Non voglio togliervi il gusto di leggere le cronache dell’epoca: dove non riuscirono gli indipendentisti, riuscì la burocrazia italiana.
Qui trovate gli articoli da:
Il Corriere del Veneto
Italia Oggi
Altri due link utili:
I documenti d’archivio sul passaggio di Mantova e del Veneto all’Italia
Il Regio Decreto di annessione del 1866
Giacomo Cecchin