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In un mondo sempre più secolarizzato e che non crede più a nulla diventa strano pensare ad una funzione religiosa, un requiem solenne per un uomo morto nel 1591 se non fosse che questo uomo era Vespasiano Gonzaga, fondatore di Sabbioneta, e durante la celebrazione si sia proceduto alla nuova sepoltura dei suoi resti mortali e di quelli di alcuni suoi familiari. Ma andiamo all’inizio di questa storia.

La scoperta dei resti di Vespasiano nel 1988
Era proprio lunedì 4 luglio 1988 quando don Ennio Asinari, parroco di Sabbioneta, riscoprì i resti mortali del duca Vespasiano all’interno della chiesa dell’Incoronata.
Questo tempio, indicato dal Gonzaga come suo mausoleo già prima della morte, conserva infatti il monumento funebre realizzato da Giovan Battista della Porta con la famosa statua di Leone Leoni.
Il duca di Sabbioneta vi appare seduto su una sedia romana, vestito come un generale romano, con i libri in una mano e l’altra stesa quasi per una adlocutio (il discorso formale che i condottieri tenevano alle truppe). Ebbene proprio sotto il monumento funebre dell’Incoronata, decorato con marmi preziosi, stavano i resti del duca e di alcuni suoi familiari.

La conferma che era proprio Vespasiano
Apparve subito chiaro che ci si trovasse di fronte ai resti mortali del signore di Sabbioneta almeno per due motivi: il cranio e il Toson d’oro.
Nel teschio rinvenuto nella chiesa infatti si poteva notare il segno della trapanazione cranica subita da Vespasiano nel 1578 ad opera del chirurgo sabbionetano Antonio Amici per guarirlo da fortissime emicranie. L’operazione riuscì perfettamente (e fa pensare che la medicina non sia solo questione di strumenti ma anche di uomini) e il duca visse ancora per 13 anni.
Il secondo segno fu ancora più strabiliante. Il fatto che si trovasse anche l’onorificenza del Toson d’Oro toglieva non solo ogni dubbio sull’identità del defunto ma ne garantiva anche l’assoluta eccezionalità.
Le regole dell’Ordine del Toson d’Oro infatti imponevano ai cavalieri la restituzione del collare dopo la morte. A Sabbioneta invece fu deciso di seppellire il duca Vespasiano con questa onorificenza che ottenne nel 1585 da Filippo II di Spagna. E’ ancora molto suggestivo vederla nel Museo d’arte sacra a Sabbioneta: un monile in oro di dimensioni ridotte, ma di una eleganza assoluta, che rappresenta il vello d’oro cercato da Giasone e dagli Argonauti.

La ricostruzione del volto

In occasione della riesumazione si procedette anche alla ricostruzione del volto di Vespasiano Gonzaga a cura del prof Francesco Mallegni di Pisa. Ecco come la giornalista Maria Antonietta Filippini descrive il volto del duca nelle parole del dott. Mallegni:”Vespasiano Gonzaga era un bell’uomo, sottile non certo imponente come il padre, con un viso «da hidalgo», interessante, autorevole, signorile. Insomma da comandante e anche fascinoso. Lo afferma, con sicurezza essendo la prima persona dopo mezzo millennio che ne ha visto il vero volto, il biologo Francesco Mallegni, docente dell’università di Pisa “emerito” – se si può dire così – per l’età e la lunghissima esperienza. Vespasiano aveva però anche il mento un po’ sfuggente e forse per questo portava una barbetta” (qui potete leggere l’articolo integrale).
La ricostruzione del volto risulta assolutamente in linea con i ritratti di Vespasiano Gonzaga come ad esempio quello famosissimo realizzato da Anthonis Mor e conservato a Como.

I familiari nel sepolcro
All’interno del sepolcro furono trovati anche i resti di alcuni suoi familiari:
– Luigi, unico figlio maschio di Vespasiano che morì prima del padre nel 1580 quando era ancora adolescente (una delle leggende nere che circolano sul duca di Sabbioneta vorrebbe che sia stato lo stesso condottiero a uccidere Luigi con un calcio al basso ventre perchè gli aveva mancato di rispetto).
– Giulia, una delle due gemelle avute da Anna d’Aragona, seconda moglie di Vespasiano. L’altra gemella Isabella invece sopravvisse e divenne erede di Vespasiano e signora di Sabbioneta nel 1592
– Anna d’Aragona, seconda moglie di Vespasiano, morta a soli 17 anni nel 1567 dopo aver dato alla luce tre figli: le due gemelle Isabella e Giulia, e Luigi (tra l’altro nati tutti nel 1565).
– un quarto corpo senza testa e non identificato che per taluni potrebbe essere Ludovico Gonzaga, il nonno di Vespasiano

La celebrazione del 2018
Capite anche voi che una storia di questo tipo non poteva concludersi se non con
il solenne requiem nella chiesa dell’Assunta per Sua Altezza Serenissima il duca Vespasiano I Gonzaga Colonna e per i suoi familiari.
Alla fine delle celebrazione le quattro piccole bare sono state sepolte nella chiesa dell’Incoronata dove il duca torna a riposare a 30 anni dalla riesumazione e a ben 427 anni dalla morte che avvenne il 27 febbraio del 1591. (qui trovate l’articolo sulla celebrazione uscito sulla Gazzetta di Mantova)

Per approfondire sul tema Vespasiano Gonzaga
Il requiem solenne: l’articolo della Gazzetta
L’articolo della Gazzetta di Mantova sulla presentazione del volto ricostruito di Vespasiano Gonzaga
Un articolo sulla trapanazione cranica subita da Vespasiano Gonzaga
Il Museo d’arte sacra a Sabbioneta dove è conservato il Toson d’Oro
La voce su Vespasiano Gonzaga dal sito della Treccani

Per approfondire su Sabbioneta questo blog
Sabbioneta: una statua itinerante a protezione della città ideale
Sabbioneta e San Benedetto in Polirone: due sogni tra nebbie e zanzare
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