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Corso Umberto a Mantova“Star seduti il meno possibile; non fidarsi dei pensieri che non sono nati all’aria aperta e in movimento – che non sono una festa anche per i muscoli. Tutti i pregiudizi vengono dagli intestini. Il sedere di pietra è il vero peccato contro lo spirito santo”.

Mantova è una città che offre moltissime opportunità per quello che i francesi definiscono “flâner”, ovvero passeggiare senza una meta. Andare a zonzo è molto interessante quando sei in un luogo diverso da quelli abituali, ma diventa molto stimolante se lo si fa dove si abita.
Per questo è divertentissimo e soprattutto fonte di molti stimoli camminare per Mantova senza una meta. Non è una cosa facile, occorre allenarsi ma una volta che si sia riusciti a diventare un turista nella propria città ci si meraviglierà praticamente ad ogni angolo.
Ecco allora 5 esercizi da fare e un percorso dove allenarsi.
1. Non abbiate fretta – se il tempo diventa una variabile importante della passeggiata allora non state andando a zonzo ma vi spostate da un punto all’altro. Questa non è una gara di velocità ma di osservazione. Qui non vince chi arriva primo perchè sa dove andare ma chi alla fine non arriva da nessuna parte perché, come si dice, l’importante è il viaggio e non la meta.
2. Alzate spesso gli occhi – quando si cammina si guarda sempre dove si va (è fondamentale per non andare a sbattere o per evitare di pestare qualcosa) ma così facendo si perdono molti particolari. Vi invito ad alzare gli occhi ogni volta che fate una svolta, imboccate una nuova via oppure vi fermate prima di attraversare: avrete incredibili sorprese (naturalmente guardate anche in basso e anche qui ne vedrete delle belle).
3. Fermatevi e osservate la città come se si trattasse di un quadro – la città è un paesaggio che si è creato nei secoli e che continua a modificarsi e a vivere. Si dovrebbe osservare una scena inquadrandola tra le due mani con le dita messe a L, come se si stesse girando un film e vedere tutto quello che c’è e chiedersi il perché di ogni particolare. Immergetevi nella città.
4. Ritornate sui vostri passi – percorrete le vie in un senso e nell’altro, prima da un lato e poi dall’altro. Giratevi all’improvviso come se qualcuno vi stesse seguendo e bloccatevi sul primo particolare che vi salta agli occhi. Sembra banale ma il punto di vista cambia continuamente e, se volete togliervi il velo dell’abitudine dagli occhi, l’unico modo è quello di sorprendervi e meravigliarvi da soli. Costringetevi alla meraviglia.
5. Leggete le lapidi e i nomi sui campanelli – leggere la città vuol dire anche leggere le lapidi che la costellano e che raccontano episodi, magari minori, ma che risultavano importanti per gli abitanti di quel periodo o per quelli di oggi. Pensiamo ad esempio alle lapidi risorgimentali che spuntano da ogni dove dopo che nel 1866 Mantova diventa italiana. E poi fermatevi a leggere i campanelli, i nomi di chi in quella via ci abita davvero. Sono i personaggi, vivi e morti, di una storia in continuo divenire.

E adesso l’allenamento: andate dalla chiesa di San Francesco a porto Catena seguendo il percorso del Rio. Fermatevi su ogni ponte, cercate il modo migliore di arrivare alla riva del canale, ricostruite gli edifici che non ci sono più. Pensate ai rumori, agli odori, alle puzze. Insomma provate a mettervi gli occhiali del tempo, scegliendo il periodo che più vi attira. E soprattutto camminate, camminate e camminate.
Camminare fa bene ma soprattutto fa pensare, smuove i pensieri e crea un legame inscindibile con Mantova.
Questo allenamento è da ripetere insieme ai 5 esercizi di prima più volte all’anno.
Ecco perché all’inizio ho citato una frase di Nietzsche.
“Il sedere di pietra è il vero peccato contro lo spirito santo”

“Star seduti il meno possibile; non fidarsi dei pensieri che non sono nati all’aria aperta e in movimento – che non sono una festa anche per i muscoli. Tutti i pregiudizi vengono dagli intestini. Il sedere di pietra è il vero peccato contro lo spirito santo”.
da Ecce Homo di Friedrich Nietzsche